Elezioni Tunisia, Saied riconfermato presidente con l’89% dei voti: gli exit poll

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Sulla base dei primi dati - elaborati dell'istituto Sigma Conseil e diffusi dall'emittente televisiva nazionale Wataniya - sarebbe scontata la vittoria del capo di Stato uscente sui suoi due avversari, l'industriale liberale Ayachi Zammel e l'ex deputato della sinistra panaraba Zouhair Maghzaoui. I risultati definitivi saranno annunciati lunedì 7 ottobre alle 19.30. L’affluenza si è attestata al 27,7%

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Secondo gli exit poll diffusi dall'emittente televisiva nazionale Wataniya, il presidente uscente della Tunisia Kais Saied ha raccolto l'89,2% dei consensi, confermando le previsioni di una sua vittoria scontata per un secondo mandato. Sulla base di questi primi dati dell'istituto Sigma Conseil, il 66enne Saied ha largamente battuto l'industriale liberale Ayachi Zammel - che ha ottenuto il 6,9% dei voti - e l'ex deputato della sinistra panaraba, Zouhair Maghzaoui, incarcerato dopo la conferma della sua candidatura all'inizio di settembre (3,9% dei voti). I risultati definitivi saranno annunciati domani, lunedì 7 ottobre, alle 19.30.

L’affluenza

Dopo la chiusura dei seggi, il presidente dell'Alta Autorità Indipendente per le Elezioni (Isie) Farouk Bousaker, ha fatto sapere che l’affluenza si è attestata al 27,7%, precisando che la percentuale relativa al voto in Tunisia è del 28,5%, quella dall'estero del 16,3%. Il 58% dei votanti erano uomini, il 42% donne. A disertare le urne gli under 35: il tasso di partecipazione degli elettori dai 18 ai 35 anni è stato del 6%, degli elettori dai 36 ai 60 anni del 65% e degli over 60 del 29%. Al primo turno delle presidenziali nel 2019 l'affluenza fu del 48,9%.

Gli avversari

Si è trattato quindi di un voto che ha suscitato poco entusiasmo in una popolazione più preoccupata dalle difficoltà economiche che dalla "deriva autoritaria" denunciata dalla società civile. La selezione dei candidati è stata contestata a causa dell'elevato numero di sponsorizzazioni richieste, dell'arresto di potenziali candidati noti e dell'estromissione da parte dell'Isie dei più forti rivali del presidente. Nella culla delle rivolte della Primavera araba del 2011, solo due candidati su 17 - considerati dagli analisti come di seconda fascia - sono stati autorizzati a competere con Saied. Uno è Ayachi Zammel - industriale liberale di 47 anni ed ex deputato sostenuto dalle forze di sinistra e da esponenti dell'ex maggioranza parlamentare -, che in meno di un mese è stato condannato a 14 anni e due mesi di carcere per raccolta di firme false per la propria candidatura, in tre procedimenti distinti. L’altro è Zouhair Maghzaoui, 59 anni, ex membro della sinistra panaraba portatore di un progetto di sinistra sovranista simile a quello di Saied: aveva denunciato i "risultati pari a zero" del presidente uscente, chiedendo anche una mobilitazione degli elettori.

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La posizione di Saied

Saied, eletto nel 2019 con quasi il 73% dei voti (e il 58% di partecipazione), era ancora popolare quando decise di assumere i pieni poteri nell'estate del 2021, promettendo ordine dopo anni di instabilità politica. Tre anni dopo, molti tunisini lo criticano per aver dedicato le sue energie principalmente al regolamento di conti con i suoi avversari, in particolare il partito islamico Ennahdha, dominante nel decennio della democrazia dopo la caduta del dittatore Ben Ali nel 2011. Una "deriva autoritaria" del potere è stata denunciata dal 2021 da Ong tunisine e straniere e dall'opposizione, tra cui figure di spicco come il leader di Ennahdha, Rached Ghannouchi, e all'estremità opposta, Abir Moussi, nostalgica pasionaria dell'era di Ben Ali. Tutti criticano lo smantellamento del sistema di pesi e contrappesi istituito nel 2011 e il soffocamento della società civile con l'arresto di sindacalisti, attivisti, avvocati ed editorialisti politici. Secondo Human Rights Watch, "più di 170 persone sono attualmente detenute per motivi politici o per aver esercitato i propri diritti fondamentali". Affermando di voler "salvare la Tunisia dai traditori" sotto l'influenza straniera, Saied gode ancora di "un sostegno significativo tra le classi popolari", secondo l'esperto dell'International Crisis Group Michaël Ayari, ma viene "criticato per la sua incapacità di far uscire il Paese da una profonda crisi economica".

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