Guerra Israele-Hamas, nuove esplosioni di dispositivi in diverse zone del Libano

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Almeno 20 vittime per lo scoppio di walkie talkie in Libano e oltre 450 feriti. Ieri 12 morti e 500 miliziani di Hezbollah accecati per gli scoppi di cercapersone. Hezbollah: "la vendetta sarà unica e sanguinosa". "Il centro di gravità si sta spostando verso nord attraverso il trasferimento di risorse e forze. Siamo all'inizio di una nuova fase del conflitto" ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu terrà una riunione di emergenza venerdì alle 21 italiane 

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Iran: "Esplosioni in Libano mostrano ipocrisia occidentale"

"L'incidente ha mostrato ancora una volta che nonostante i Paesi occidentali e gli americani affermino di cercare un cessate il fuoco, in pratica sostengono pienamente i crimini, le uccisioni e i barbari omicidi del regime sionista". Lo ha affermato il presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, come riferisce Mehr, commentando l'esplosione coordinata di cercapersone in dotazione a esponenti di Hezbollah in Libano e Siria che ha portato alla morte una ventina di persone e circa 4mila feriti, tra cui l'ambasciatore iraniano a Beirut, Mojtaba Amani.

Idf: "Pronti a cambiare situazione al confine con Libano"

Il capo del Comando settentrionale delle forze di difesa israeliane, generale Ori Gordin, ha dichiarato che l'esercito è determinato a cambiare la situazione della sicurezza al confine con il Libano il prima possibile, nel contesto di crescenti tensioni con Hezbollah. Lo riferisce l'Idf. "La missione è chiara: siamo determinati a cambiare la realtà della sicurezza il prima possibile. L'impegno dei comandanti e delle truppe qui è completo, con la massima prontezza per qualsiasi compito che sarà richiesto", ha detto Gordin.

Idf, raid contro terroristi che operavano in ex scuola a Gaza

Un aereo dell'aviazione israeliana ha colpito membri di Hamas che stavano conducendo attacchi terroristici contro le forze dell'Idf da una struttura di comando e controllo situata in un edificio precedentemente utilizzato come scuola "Ibn Al-Haytham", nell'area di Gaza City. Lo ha affermato un portavoce dell'Idf

M.O.: società ungherese Bac, cercapersone non prodotti da noi

La società ungherese Bac Consulting ha smentito di essere la produttrice dei cercapersone in dotazione a Hezbollah che sono esplosi ieri in Libano e Siria in un'operazione che viene imputata a Israele e che ha provocato 12 morti e quasi 3 mila feriti. L'amministratore delegato di Bac Consulting, Cristiana Barsony-Arcidiacono, ha dichiarato a Sky News: "Io non faccio i cercapersone, sono solo una intermedia. Penso che abbiate sbagliato". A segnalare la Bac come produttrice è stata l'azienda di Taiwan Gold Apollo, inizialmente indicata come fonte dei dispositivi. 

Blinken, Usa non coinvolti nelle esplosioni cercapersone

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha negato che gli Stati Uniti fossero a conoscenza o coinvolti nelle esplosioni dei cercapersone in Libano. Durante la sua visita in Egitto, il capo della diplomazia Usa ha sottolineato che il cessate il fuoco a Gaza è il modo migliore per garantire la stabilità della regione.

Ue: cercapersone da Ungheria? C'è embargo su Hezbollah

"Non sappiamo le ragioni e i motivi di cosa sia successo in Libano, ma ci sono sanzioni sull'export verso Hezbollah, l'ala militare di Hezbollah è un'organizzazione terroristica per l'Unione europea, sono conclusi da qualsiasi cooperazione, ma è compito delle aziende stesse e delle autorità degli Stati membri di sorvegliare e assicurarsi che materiale che potrebbe essere sotto sanzioni non raggiunga chi non dovrebbe riceverlo". Lo ha dichiarato Peter Stano, portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, in merito alla notizia secondo cui i cercapersone esplosi nella giornata di ieri in Libano provengano da un'azienda ungherese. "Voglio chiarire una cosa: la classificazione come organizzazione terroristica implica sia il congelamento dei beni, e quindi l'impossibilità di fornire supporto finanziario, sia un divieto di viaggio", ha aggiunto.


In Turchia condannati 35 agenti Mossad, 19 assolti

Scattano le condanne in Turchia per gli agenti del Mossad arrestati negli scorsi mesi dalle forze di sicurezza di Ankara. Questa mattina 35 sospetti agenti dei servizi segreti israeliani sono stati condannati a 6 anni e 8 mesi di reclusione da scontare in carcere, mentre per altri 19 è stata decisa l'assoluzione in primo grado. L'accusa per gli imputati in questo processo aveva chiesto pene fino a 20 anni. Un separato filone di indagine ha invece portato al recente

rinvio a giudizio di altri 20 imputati, che rischiano pene più

pesanti, comprese tra i 18 e i 49 anni di carcere. L'accusa

contenuta nei dossier degli inquirenti e' di spionaggio politico

e militare, una rete di spie connesse tra di loro e operative

attraverso spyware e applicazioni collegate con lo Stato

ebraico. 

Erdogan chiama premier Libano, "attacco pericolosissimo"

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con il premier libanese Najib Mikati in seguito alla simultanea esplosione dei cercapersone utilizzati dal gruppo sciita Hezbollah, avvenuta ieri e causata da Israele, definita "un atto pericolosissimo". In base a quanto reso noto da un comunicato della presidenza turca, Erdogan ha espresso la solidarieta' e la vicinanza del popolo turco al Libano e accusato Israele di agire per allargare il conflitto all'intera regione.  "Siamo dinanzi ad atti di guerra pericolosissimi, sferrati con il fine preciso di espandere il conflitto. La Turchia continua e continuerà a mettere in campo tutti gli sforzi possibili per fermare gli attacchi di Israele", ha dichiarato il leader turco.


Società ungherese nega di aver prodotto i cercapersone

La Bac Consulting non ha prodotto i cercapersone esplosi ma ha svolto solo una funzione di mediazione. Questa l'indicazione data da Cristiana Barsony-Arcidiacono, Ad della società ungherese, al giornale online ungherese telex.hu L'amministratrice ha confermato di aver collaborato con la società di Taiwan Gold Apollo, ma ha negato di aver prodotto i dispositivi esplosi ieri in Libano e Siria. "Non sono stata io a fabbricare i cercapersone -ha detto al giornalista del sito ungherese- sono solo una mediatrice. Credo abbiate frainteso questa cosa", ha poi aggiunto riferendosi alle informazioni fornite a Taiwan dalla Gold Apollo.

Ucciso a Gaza pro-nipote italo-israeliano rabbino Toaff

Un soldato italo-israeliano pronipte dell'ex rabbino capo di Roma, Elio Toaff, è morto in combattimento nella Striscia di Gaza: lo ha confermato la comunità ebraica a Roma. Il 23enne capitano Daniel Maimon Toaff, vice comandante di Compagnia del Corpo Ghivati, era il bisnipote del fratello del rabbino che per 50 anni era stato la massima autorità religiosa degli ebrei romani, morto nel 2015. Il funerale è in programma per oggi. Daniel Toaff, che aveva la cittadinanza italiana, e' morto nell'esplosione di una bomba a Tel al-Sultan insieme a due sergenti di 20 e 21 anni e alla 21enne Agam Naim, la prima soldatessa uccisa nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra.

Borell, condanno attacchi Libano, sono preoccupanti

"In seguito alla serie di esplosioni di ieri in Libano, ho chiamato il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib. Mi ha informato dell'esplosione di un elevato numero di dispositivi elettronici in molte aree del Paese. Migliaia di persone sono rimaste ferite, centinaia sono in condizioni critiche, gli ospedali sono al collasso. Anche se gli attacchi sembrano essere stati mirati, hanno avuto gravi danni collaterali indiscriminati tra i civili, compresi i bambini tra le vittime". Lo afferma in una dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell. "Considero questa situazione estremamente preoccupante. Non posso che condannare questi attacchi che mettono a repentaglio

la sicurezza e la stabilita' del Libano e aumentano il rischio

di escalation nella regione. L'Unione europea invita tutte le

parti interessate a scongiurare una guerra totale, che avrebbe pesanti conseguenze per l'intera regione e non solo", aggiunge.


Erdogan sul Libano, Israele tenta di espandere la guerra

I tentativi da parte di Israele per allargare i conflitti nella regione sono pericolosi. Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante una telefonata con il premier libanese, Najib Miqati, dove ha espresso tristezza per le vittime dell'esplosione coordinata di cercapersone in dotazione a esponenti di Hezbollah in Libano e Siria che ha portato ieri alla morte di una ventina di persone e circa 4mila feriti. I tentativi per fermare Israele continueranno, ha aggiunto il leader turco, come riferisce Anadolu.

Sarah Netanyahu: "Massacro Nova non è responsabilità governo"

Secondo registrazioni audio pubblicate dall'emittente tv Channel 12, la moglie del premier israeliano Sarah Netanyahu avrebbe detto ad alcuni familiari degli ostaggi che il governo non era informato riguardo al festival musicale Supernova del 7 ottobre, escludendo quindi una colpa diretta del governo nel massacro compiuto da Hamas. "Ti manderei ad aprire un dizionario per capire il significato della parola responsabilità, ma mi limiterò a una dichiarazione chiara: finché tutti gli ostaggi non saranno tornati, tu sarai pienamente responsabile del più grande fallimento nella storia di Israele. Non abbiamo nulla di cui parlare con te e tuo marito", le  ha risposto Ayala Metzger, il cui suocero, Yoram Metzger, è stato assassinato durante la prigionia. Durante l'incontro con i parenti degli ostaggi, alcune settimane fa, il premier ha parlato di difficoltà legate alla firma di un accordo per il rilascio, soprattutto riguardo al numero di rapiti israeliani che sarebbero stati liberati nella prima fase. In risposta alla diffusione delle registrazioni, l'ufficio di Sarah Netanyahu ha definito la pubblicazione una manipolazione di alcune frasi decontestualizzate da un lungo incontro, ribadendo che la moglie del premier ha sempre sostenuto le famiglie. Tuttavia, molti parenti degli ostaggi hanno espresso malcontento, criticando la sua vicinanza alle decisioni del governo e soprannominandola "Mrs. Abbandono". 

Assemblea Generale Onu vota su fine occupazione israeliana

L'Assemblea Generale è chiamata al voto su una risoluzione che chiede formalmente la fine dell'occupazione israeliana dei Territori palestinesi entro 12 mesi. Il testo non vincolante, che secondo lo Stato ebraico alimenterà la violenza se adottato, si basa su un parere consultivo della Corte internazionale di giustizia che definisce "illegale" l'occupazione di Israele dal 1967. "Israele ha l'obbligo di porre fine alla sua presenza illecita nei Territori palestinesi occupati il più rapidamente possibile", si legge nel parere, richiesto dall'Assemblea generale. Da qui, l'iniziativa dei Paesi arabi che hanno chiesto una sessione speciale dell'Assemblea pochi giorni prima della riunione generale. La bozza, che verrà messa ai voti alle 11 ora locale (le 17 in Italia), "chiede che Israele ponga fine senza indugio alla sua presenza illegale nel Territorio palestinese occupato" e che ciò avvenga "entro e non oltre 12 mesi dall'adozione", una modifica rispetto ai sei mesi previsti nella prima bozza.

al-Sisi, no a tentativi escalation, sosteniamo Libano

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, ha espresso ferma opposizione a qualsiasi tentativo di escalation nella regione mediorientale, ribadendo il sostegno al Libano dopo l'attacco di ieri. L'esplosione dei cercapersone in dotazione ai membri di Hezbollah, imputata a Israele, ha fatto 12 morti e quasi 3 mila feriti.

al-Sisi vede Blinken, intensificare sforzi per tregua

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, in un incontro al Cairo con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, ha promesso che verranno intensificati gli sforzi per mettere fine alla guerra a Gaza. Sisi "ha avuto uno scambio di opinioni sulle modalità per intensificare gli sforzi congiunti tra Egitto, Stati Uniti e Qatar per fare progressi nei negoziati sul cessate il fuoco e sullo scambio di ostaggi e detenuti", si legge in una dichiarazione diffusa dal suo ufficio.

Ucciso a Gaza soldato israeliano con cittadinanza italiana

La Comunità ebraica italiana in Israele "annuncia con dolore la perdita del capitano Daniel Maimon Toaff, 23 anni, vice comandante di Compagnia del Corpo Ghivati, caduto in combattimento nella striscia di Gaza". Daniel aveva la cittadinanza italiana, come conferma l'ambasciata italiana in Israele, ed era il pronipote del rabbino Toaff. Il funerale si terrà oggi. Insieme con Toaff, a Tel al-Sultan nell'esplosione di un ordigno sono rimasti uccisi altri tre sergenti maggiori, Agam Naim, 20 anni, Amit Bakri, 21 anni, Dotan Shimon, 21 anni. Agam Naim è la prima soldatessa ad essere uccisa nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra. 

Iran invia chirurghi oculisti in Libano dopo esplosioni

La Mezzaluna Rossa iraniana ha annunciato di aver inviato "squadre di soccorso e chirurghi oculisti" in Libano per curare i feriti, dopo l'esplosione dei cercapersone utilizzati da Hezbollah. Almeno nove persone sono state uccise e migliaia sono rimaste ferite, molti al volto e agli occhi. Tra i colpiti, anche l'ambasciatore iraniano in Libano, Mojtaba Amani, che secondo il New York Times ha perso un occhio e il secondo è gravemente ferito. I cercapersone hanno emesso un segnale acustico per alcuni secondi prima di esplodere, il che significa che gli utenti li hanno sollevati verso il viso per leggere il messaggio prima che esplodessero.

Ministero della Sanità di Hamas, vittime a Gaza salite a 41.272

Il Ministero della Sanità del governo di Hamas ha annunciato un nuovo bilancio di 41.272 morti nel territorio palestinese dall'inizio della guerra con Israele, giunta al dodicesimo mese. Almeno 20 persone sono state uccise nelle ultime 24 ore, ha dichiarato in un comunicato, aggiungendo che 95.551 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra il 7 ottobre.

Presidente Egitto Sisi a Blinken, aiuti umanitari entrino a Gaza

Ricevendo al Cairo il Segretario di Stato americano Antony Blinken, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi "ha voluto sottolineare la priorità di un intervento deciso per rimuovere gli ostacoli all'ingresso di ingenti quantità di aiuti per il popolo di Gaza, che patisce una catastrofe umanitaria e sanitaria, oltre alla necessità sia di fermare le violazioni israeliane in Cisgiordania sia di non continuare con politiche di escalation contro i palestinesi". Lo riferisce su Facebook la presidenza egiziana aggiungendo che "in questo contesto, le due parti hanno sottolineato che la soluzione a due Stati rimane il percorso per raggiungere una pace e una sicurezza sostenibili". Sisi e Blinken "hanno scambiato opinioni su come potenziare gli sforzi congiunti tra Egitto, Stati Uniti e Qatar per promuovere i negoziati sul cessate il fuoco, lo scambio di ostaggi e detenuti, e facilitare la consegna di aiuti umanitari" a Gaza", premette la nota precisando che l'incontro è avvenuto "alla presenza del Ministro degli Affari Esteri" egiziano Badr Abdel Aty (Abdelatty). "L'incontro ha anche toccato gli sviluppi nello scenario regionale" al cui proposito "il Presidente ha sottolineato il rifiuto dell'Egitto dei tentativi di escalation del conflitto e di espanderlo a livello regionale", viene aggiunto. Sisi "ha ribadito il sostegno dell'Egitto al Libano di fronte all'attacco informatico, sottolineando l'impegno" del Cairo "per la sicurezza, la stabilità e la sovranità" del Paese dei cedri, informa ancora la presidenza. Nell'incontro è stato "concordato di intensificare gli sforzi congiunti tra Egitto e Stati Uniti per calmare (...) la situazione, in modo da garantire il ripristino della pace e della sicurezza regionale".

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