Papua Nuova Guinea, Papa Francesco: sviluppo equo e stop a violenze tribali

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Nel suo discorso alle autorità e alla società civile, alla Apec Haus di Port Moresby, il Pontefice ha fatto appello  alla "stabilità delle istituzioni”, come "condizione necessaria per ottenere risultati duraturi" anche sul piano sociale

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Papa Francesco, nel primo dei discorsi ufficiali del suo viaggio in Papua Nuova Guinea, davanti a circa 300 tra leader politici, religiosi, ambasciatori, imprenditori, rappresentanti della società civile e della cultura, ha ricordato la responsabilità che deriva dalla straordinaria ricchezza culturale e ambientale dell'arcipelago, da utilizzare per vincere la sfida dell'armonia delle differenze che può dare al mondo "un segno di fraternità". Papa Francesco ha sottolineato la necessità di uno sviluppo sostenibile ed equo "che promuova il benessere di tutti, nessuno escluso" e fermare "le violenze tribali che causano purtroppo molte vittime" e "non permettono di vivere in pace" ostacolando lo sviluppo.

Fermare la spirale di violenza

Bergoglio ha poi lanciato un appello affinché si interrompa “la spirale di violenza” nel Paese per imboccare “la via che conduce a una fruttuosa collaborazione, a vantaggio dell’intero popolo” papuano. Nel suo discorso, Francesco ha ricordato come le grandi risorse della terra e delle acque, "sono destinati da Dio all'intera collettività" pertanto, anche se per il loro sfruttamento "è necessario coinvolgere più vaste competenze e grandi imprese internazionali", è doveroso che "nella distribuzione dei proventi e nell'impiego della mano d'opera" si guardi alle "esigenze delle popolazioni locali, in modo da produrre un effettivo miglioramento delle loro condizioni divita".  

Necessaria la stabilità delle istituzioni

Per il Papa, "condizione necessaria" per ottenere"risultati duraturi è la stabilità delle istituzioni", e nel suo discorso ha ribadito la necessità di fermare le violenze tribali e di risolvere la questione dello status dell'isola di Bougainville, evitando il riaccendersi di antiche tensioni. L'isola, infatti, è stata teatro, a partire dal 1989, di una sanguinosa guerriglia secessionista, conclusa solo nel1998 con la concessione di un'ampia autonomia. Bergoglio ha invocato il coraggio “di intraprendere progetti di ampio respiro" consentendo "di elevare lo sguardo verso l'alto e verso vasti orizzonti. L'abbondanzadei beni materiali, senza questo respiro dell'anima – ha precisato il Papa -, non basta a dar vita a una società vitale e serena, laboriosa e gioiosa, anzi, la fa ripiegare su se stessa”

Un aiuto dalla fede

Il Papa ha anche ricordato il motto e il logo del viaggio in Papua Nuova Guinea, "Pray" ovvero pregare e ha chiarito che "un popolo che prega ha un futuro, attingendo forza e speranza dall'alto". E l'emblema dell'uccello del paradiso, nel logo,è simbolo "di quella libertà che niente e nessuno può soffocare perché è interiore, ed è custodita da Dio che è amore e vuole che i suoi figli siano liberi". L’asuspicio è che per tutti i cristiani dell'arcipelago, che sono il 95% degli abitanti, "la fede non si riduca mai all'osservanza di riti e di precetti, ma che consista nell'amare Gesù Cristo e seguirlo".           

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Il ruolo delle donne

Il Papa, come anche il governatore generale, hanno evidenziato in particolare il ruolo positivo delle donne: “Non dimentichiamo le donne che sono al primo posto dello sviluppo umano e spirituale”, ha detto Bergoglio; “Sono loro a portare avanti il paese, le donne hanno una forza di dare vita, di costruire, di far crescere il paese”.

La lotta ai cambiamenti climatici

Proseguire l'impegno per la lotta ai cambiamenti climatici è invece quanto ha chiesto al Pontefice il Governatore Generale della Papua Nuova Guinea, Sir Bob Bofend Dadae, nel suo discorso introduttivo all'incontro. "Il cambiamento climatico è reale. L'innalzamento del livello del mare sta incidendo sul sostentamento della nostra gente nelle isole remote", ha affermato soffermandosi anche sul rispetto dei diritti di donne, bambini, anziani e vulnerabili e rimarcando come il governo sostenga anche finanziariamente l'impegno della Chiesa per i bambini e le comunità attraverso l'educazione e l'assistenza sanitaria e spirituale.

Papa Francesco al suo arrivo all Aeroporto Internazionale di Giacarta, Indonesia, 3 settembre 2024. ANSA/ALESSANDRO DI MEO.- - - - - - - - - - - - - -

Pope Francis upon his arrival at the Jakarta International Airport, Indonesia, 3 September 2024. ANSA/ALESSANDRO DI MEO. Pope Francis is travelling from 2 to 13 September to conduct apostolic visits to Indonesia, Papua New Guinea, East Timor and Singapore.

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