Vermocane, allerta sulle spiagge delle Canarie: cause e perché è presente anche in Italia

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Dopo l'allarme in Puglia, Sicilia e Calabria, ora anche la Spagna ha chiesto a bagnanti e pescatori di fare attenzione a questo verme marino che, se urtato, provoca potenti irritazioni. Per la sua natura carnivora, si nutre anche di piccoli organismi, creando disagi sia alle specie che popolano le riserve marine, sia ai pescatori che rischiano di ritrovarsi con le reti saccheggiate

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Il vermocane arriva anche sulle spiagge delle Canarie. Dopo l'allarme in Puglia, Sicilia e Calabria, ora anche la Spagna ha chiesto a tutti i bagnanti e i pescatori di fare attenzione a questo animale. Si tratta di un verme marino che, dotato di setole urticanti, provoca dolorose irritazioni a chi involontariamente lo urta. Per la sua natura carnivora, inoltre, si nutre di piccoli organismi, provocando disagi non solo alle specie che popolano le riserve marine, ma anche ai pescatori che rischiano di ritrovarsi con le reti saccheggiate. Originario delle zone tropicali dell'oceano Atlantico, è proliferato notevolmente anche nel Mar Mediterraneo a seguito dell'aumento delle temperature delle acque.

Il vermocane

Il vermocane, o verme di fuoco, è un anellide caratterizzato da setole urticanti, appartenente alla classe dei Policheti. Molto simile a un millepiedi ma grande fino a 30 cm, vive sui fondali marini, in particolare quelli rocciosi, nelle acque tropicali e subtropicali dell'Atlantico. Recentemente la sua abbondanza è aumentata notevolmente anche nel Mar Mediterraneo, diventando un problema soprattutto per la pesca sulle coste meridionali dello Stivale.

I sintomi dell'irritazione

Se involontariamente scontrato, questo animale si attiva per difendersi lanciando gli aghi a uncino contro chi lo minaccia. Le setole possono quindi penetrare nella pelle, iniettandovi una neurotossina che provoca una potente irritazione. Da questa, possono scaturire anche altri sintomi, come nausea e vertigini.

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Il vermocane in Italia

Fino a poco tempo fa, i vermocane si trovavano soprattutto nell’area del canale di Suez, ma con il riscaldamento delle acque del Mediterraneo, sono aumentati anche nei mari del Sud Italia. Per questo, è stata lanciata una campagna informativa dedicata alla popolazione locale e ai turisti per approfondire il tema. Il progetto è curato dall'Ogs, in collaborazione con le Università di Modena e Reggio Emilia, di Catania e di Messina, Ispra e l'Area Marina Protetta di Capo Milazzo, in provincia di Messina. “A causa del vermocane abbiamo perso in questi ultimi tempi il 30% del pescato”, ha detto il pescatore Rosario Milazzo in un'intervista alla Gazzetta del Sud, citato dal Messaggero. “Basta che individua il pesce finito nelle reti che entra in azione, e così quando tiriamo le reti, dobbiamo gettare in acqua il prodotto danneggiato”.

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