Introduzione
Proseguono anche oggi a Doha i colloqui per fermare le ostilità nella Striscia di Gaza. Fonti qatariote parlano di "progressi" nei negoziati: il premier Al Thani avrebbe detto all'Iran di "considerare attentamente se vale la pena attaccare Israele” proprio ora. Hamas afferma che un cessate il fuoco deve includere il ritiro "completo" delle forze israeliane. I mediatori militari dello Stato ebraico consigliano "flessibilità" a Netanyahu.
Quello che devi sapere
Il vertice per la tregua a Gaza
- L’incontro iniziato ieri a Doha, in Qatar, è stato definito da molti, soprattutto dai media statunitensi, il “vertice dell'ultima occasione”. Sul tavolo dei negoziati ci sono la prima bozza grezza sulla liberazione degli ostaggi israeliani, un cessate il fuoco a Gaza dopo 314 giorni di guerra, la gestione del corridoio Filadelfia tra la Striscia e l'Egitto. Il vertice proseguirà oggi, come confermato dalla serie parti presenti.
Per approfondire:
Chi è presente
- Tutto si tiene a porte chiuse. I rappresentanti dei mediatori sono il capo della Cia Bill Burns, il ministro egiziano dell'intelligence Abbas Kamel, il primo ministro del Qatar al Thani. C’è anche Brett McGurk, il coordinatore della Casa Bianca per il Medio Oriente. La squadra negoziale israeliana è al completo. Ci sono i capi del Mossad e dello Shin Bet, David Barnea e Ronen Bar, e il responsabile dei rapiti e dei soldati dispersi dell'Idf Nitzan Alon
Chi non c’è
- Hamas non partecipa direttamente al vertice. I motivi sono che ufficialmente aveva già detto sì di base al piano Biden dello scorso 31 maggio e non accetta modifiche da Israele. Inoltre è passato pochissimo dall’uccisione di Ismail Haniyeh, ex primo premier di Hamas dal 2006 al 2014. In questo vertice Hamas non c’è solo al tavolo ma il suo capo negoziatore è a Doha. Ed è praticamente certo che venga contattato e tenuto informato su ogni sviluppo. Prima dell'inizio dei colloqui Sami Abu Zahari, il portavoce di Hamas ha affermato che il gruppo è "impegnato nella negoziazione", invitando "i mediatori a fare pressione su Israele affinché accetti la fine della guerra e il ritiro di tutte le forze dalla Striscia"
Come si procede
- Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ha spiegato nel dettaglio come funzionano i negoziati: "Iniziano con un testo su un pezzo di carta ed entrambe le parti lavorano sulla formulazione. Fanno commenti, poi c'è una discussione e uno scambio di bozze, nonché ulteriori colloqui. Entrambe le parti hanno la possibilità di rivedere il testo e fare annotazioni", ha detto. "Per quanto riguarda la partecipazione di Hamas, in passato funzionava in modo simile. I rappresentanti discuteranno e poi saranno in contatto con i leader di Hamas, e li esortano a contattare direttamente Sinwar"
Gli obiettivi
- Il round negoziale punta questa volta ad arrivare al risultato per una tregua a Gaza (dove le vittime, secondo Hamas, sono ormai oltre la soglia di 40 mila) e la liberazione degli ostaggi da più di 10 mesi prigionieri nella Striscia. Ma anche a scongiurate la temuta risposta dell'Iran per la morte di Haniyeh i cui sviluppi potrebbero sfociare in un drammatico conflitto regionale. "Abbiamo informazioni che l'Iran si sta preparando ad attaccare Israele, ciò potrebbe avvenire senza preavviso o con brevissimo preavviso. Stiamo ancora lavorando per impedirlo", ha ribadito Kirby con gli Usa di Joe Biden in pressing per l’intesa
Negoziatore dell'Idf avverte Netanyahu: “Ora flessibilità”
- "Si consiglia flessibilità nei negoziati" perché "con il passare del tempo, le vite degli ostaggi sono sotto una minaccia maggiore" e, per questo motivo, "si dovrebbe attribuire importanza agli effetti negativi della quantità di tempo in cui sono tenuti prigionieri". È uno dei passaggi del documento "di avvertimento'" presentato al premier Netanyahu dal capo della Divisione soldati dispersi dell'esercito, Nitzan Alon, che fa parte della squadra negoziale a Doha, pubblicato da Channel 12. Che ha sottolineato il dissenso tra i mediatori e il premier. L'ufficio di Netanyahu ha replicato dicendo che Alon non ha presentato documenti
Cosa vuole Hamas
- Hamas anche ieri ha ribadito che il cessate il fuoco da Gaza deve includere il ritiro "completo" di Israele. Il gruppo islamico palestinese ha affermato che "qualsiasi accordo deve raggiungere un cessate il fuoco globale, un completo ritiro (israeliano) da Gaza, (e) il ritorno degli sfollati", ha detto il funzionario di Hamas Hossam Badran. Altri emendamenti vanno dalla liberazione del leader di Fatah, l'ergastolano Marwan Barghouti, ad altri cento detenuti di peso di cui gli Usa si dovranno fare garanti
Cosa vuole Israele
- Alla vigilia si è saputo che il premier Netanyahu non intende transigere su un punto: la liberazione di 33 ostaggi vivi nella prima fase dell'accordo e non 18 e 15 corpi, come riferivano alcune speculazioni. Tra le ultime richieste di Israele respinte da Hamas c’è la presenza militare israeliana fissa al confine con l’Egitto. Ma anche una linea che taglia in due Gaza, per permettere le perquisizioni ai palestinesi
L’incognita Iran
- In questo round l'aggravante è che il vertice di Doha affronta un quadro ancor più complesso dei precedenti: la “dura” risposta annunciata dall'Iran all'uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran, la pericolosa escalation con Hezbollah, che vuole vendicare l'eliminazione del suo capo militare Fuad Shukr a Beirut, a cui lo Stato ebraico risponde minacciando uno spostamento del confine
Il punto critico
- Il maggior ostacolo da risolvere a Doha è la durata della tregua. L’accordo punta a estenderla a oltranza per arrivare anche alla fine del conflitto a Gaza. Ma Netanyahu ha sempre promesso una “vittoria totale” e definitiva contro Hamas. Quindi difficilmente accetterà la fine della guerra alle condizioni attuali.
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