Israele, guerra di nervi con Teheran. Perché l'Iran non ha ancora attaccato

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Introduzione

L’Iran ha promesso di vendicare l'uccisione del leader di Hamas Haniyeh avvenuta sul suo territorio. Da giorni l’attacco sembra imminente. Ora Teheran ha fatto filtrare la possibilità di rinunciare se si arrivasse a una tregua nella Striscia di Gaza nei negoziati che ripartono domani. Intanto la strategia è l’attesa, in una guerra psicologica che logora gli israeliani e fa guadagnare tempo agli iraniani

Quello che devi sapere

La tensione Iran-Israele

  • I negoziati per un cessate il fuoco a Gaza sulla carta dovrebbero ripartire domani, il 15 agosto a Doha. Un appuntamento che apre a numerosi scenari. Sulla trattativa per l'enclave palestinese sembra volersi inserire anche l'Iran, che ha fatto filtrare la disponibilità a rinunciare all'attacco a Israele, nel caso di un accordo. Resta però l'incognita sulla partecipazione di Hamas. Teheran, dopo l’omicidio di Haniyeh sul proprio territorio, ha promesso una reazione. E da giorni trapela la possibilità che avvenga a breve. Ma al momento l’Iran ha temporeggiato. Ecco i possibili motivi e cosa può succedere.

Per approfondire: Guerra Israele-Hamas, Iran pronto a evitare attacco con accordo di tregua a Gaza. LIVE

Cosa è successo

  • Ismail Haniyeh, uno degli uomini di punta di Hamas, è stato ucciso mentre era a Teheran. L’Iran ha minacciato Israele di un attacco di rappresaglia imminente facendo temere a tutto il mondo una ennesima escalation. Una settimana fa è stata annunciata la chiusura dello spazio aereo iraniano, ma poi non accadde nulla

Iran non attacca solo se da colloqui scaturisce tregua

  • Ieri è emerso che un accordo di cessate il fuoco a Gaza, scaturito dai colloqui di Ferragosto, può impedire all'Iran di intraprendere una rappresaglia diretta contro Israele per l'assassinio del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh sul suo territorio, secondo quanto trapela da tre alti funzionari iraniani, che sembrano ridimensionare l'intenzione che i raid vengano lanciati prima dei colloqui di giovedì. Una delle fonti, un alto funzionario della sicurezza iraniano, ha affermato che l'Iran, insieme a Hezbollah, lancerebbe un attacco diretto se i colloqui fallissero o se si percepisse che Israele sta trascinando i negoziati. Le fonti non hanno detto per quanto tempo l'Iran avrebbe concesso ai colloqui di progredire prima di rispondere. Sembrerebbe che l'attacco possa avere luogo solo dopo i colloqui e solo se non produrranno ciò che l'Iran ritiene essere risultati sufficienti. Inoltre per la prima volta da quando sono iniziati i negoziati tra Israele e Hamas, l'Iran è interessato a inviare un suo rappresentante che sarà coinvolto restando dietro le quinte dei colloqui. Il rappresentante non sarà coinvolto nei colloqui diretti ma manterrà un canale di comunicazione con gli Usa mentre si svolgono le mediazioni

La speranza di Biden

  • Mentre il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen  è convinto che l'Iran possa decidere di attaccare Israele "nei prossimi giorni o anche nelle prossime ore”, il presidente americano Joe Biden  è più ottimista e ha detto che il cessate il fuoco eviterà l'attacco dell'Iran contro Israele e l'escalation del conflitto

I negoziati

  • Per spingere sulla sospensione delle ostilità era atteso nella regione Antony Blinken, ma all'ultimo ha deciso di rinviare, vista la persistente situazione di incertezza. Per gli Usa c'è l'inviato di Biden Amos Hochstein, attualmente in Libano. Washington in questa fase preme sugli alleati come la Turchia, che hanno canali con Hamas, per convincere la fazione ad andare a Doha. Secondo alcune fonti, il capo politico Yahya Sinwar ha posto come condizione per inviare i suoi emissari che Israele interrompa gli attacchi, ed ha chiesto che le forze dell'Idf si ritirino dal corridoio Filadelfia, zona cuscinetto al confine con l'Egitto. La strada per un accordo resta in salita. La fazione palestinese insiste sull'adozione del piano in tre fasi per una tregua duratura proposto a maggio da Joe Biden, piuttosto che ulteriori trattative. Israele, invece, secondo il New York Times ha presentato nuove richieste per integrare il piano Biden. L'ufficio del premier Netanyahu ha smentito questa ricostruzione, ma lo stesso team negoziale ha fatto trapelare il suo disappunto sulla strategia del premier che sarebbe orientata a non concludere nulla

Perché l’Iran non attacca

  • Teheran da due settimane ha intrapreso una guerra di nervi con Israele, in cui si rincorrono voci di un attacco imminente, minacce e poi momenti di distensione. Una strategia per mantenere altissima la tensione e far restare nella paura l’avversario. Una guerra psicologica che ha anche ripercussioni economiche per Israele (l’altro giorno Fitch ha declassato il suo rating ad esempio). Anche il leader di Hezbollah, Nasrallah, ha spiegato chiaramente che “l’attesa per Israele è parte della punizione”

Prendere tempo

  • Come spiegano molti esperti, questa strategia serve anche a Teheran per prendere tempo e capire meglio quale strada percorrere. I pasdaran spingono per attaccare, la Guida Suprema Khamenei pere attendista. Dall’altra parte, anche a Israele non conviene aprire un ennesimo fronte militare in Medio Oriente con la conseguenza di un allargamento incontrollato del conflitto. Quindi cosa succederà? Gli scenari vanno da un Iran che non dà seguito alle minacce a possibili attacchi mirati. Fino ad azioni dirette contro il territorio israeliano (con le proprie forze o con quelle di alleati come Hezbollah o gli Houthi).

Per approfondire: Ismail Haniyeh, chi era il leader di Hamas ucciso a Teheran