Svezia decide rimpatrio donna ugandese: in patria rischia linciaggio per omosessualità

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Per le autorità svedesi Davita Nassuna non ha potuto fornire sufficienti prove riguardanti la sua sessualità. "Quando mia moglie ha scritto al tribunale dell'immigrazione in merito alla nostra relazione, hanno detto che non ero lesbica. Ho perso tutto, ma la mia sessualità non è una scelta, altrimenti avrei scelto qualcosa di più semplice", ha protestato

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Teme per la sua vita Davita Nassuna. Tra una settimana dovrà lasciare Stoccolma, dove vive con la moglie Ebba Westin. Verrà rimandata nel suo Paese d'origine, l’Uganda, dove però l'omosessualità è reato. "Temo per la mia vita. Gli omosessuali vengono linciati in pubblico e le persone vengono bruciate vive", ha dichiarato Nassuna al quotidiano svedese Dagens Nyheter.

La storia

Al giornale svedese Nassuna racconta di essere già stata arrestata dalle autorità ugandesi per via di una sua relazione nel 2022 ma di essere riuscita a liberarsi grazie ai suoi risparmi, corrompendo la polizia. Ora vive in Svezia ma l'agenzia svedese per l'immigrazione ha deciso di rimpatriarla, nonostante gli sforzi da parte della moglie: "Quando mia moglie ha scritto al tribunale dell'immigrazione in merito alla nostra relazione, hanno detto che non ero lesbica. Ho perso tutto, ma la mia sessualità non è una scelta, altrimenti avrei scelto qualcosa di più semplice", ha protestato Nassuna. Per le autorità svedesi la donna non ha potuto fornire sufficienti prove di essere veramente lesbica: "In particolare in questi casi, di solito abbiamo solo la storia del richiedente da valutare. Dobbiamo anche considerare la legge e la prassi" ha dichiarato, Martina Roslund, responsabile del caso presso l'agenzia per la l'immigrazione. 

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