King's Speech, Re Carlo III: "Antiterrorismo contro immigrazione"

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Il monarca britannico ha letto a Westminster i punti principali dell'agenda di governo per l'inaugurazione della nuova sessione parlamentare dopo la vittoria dei laburisti sui Tory. Centrale il rilancio economico del Paese, ma anche il "reset" - rilancio -  dei rapporti tra Uk e Unione europea

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Una nuova forza di polizia in grado di usare i poteri dell'antiterrorismo per contrastare "l'immigrazione illegale", il rafforzamento dell’organo di controllo sui conti di bilancio, un'autorità di regolazione del calcio, gli impegni del Regno Unito verso la Nato, l'aumento delle spese militari, il rilancio della crescita economica, migliori infrastrutture. Poi un "new deal" sui diritti del lavoro, "investimenti per le fonti di energia rinnovabile" e un rafforzamento della devolution a favore delle nazioni e dell'amministrazioni metropolitane del Regno Unito. Sono le iniziative programmatiche annuali lette da Re Carlo III in Parlamento nel King's Speech di oggi, 17 luglio. Confermato l'impegno per "un reset" delle relazioni post Brexit fra Regno Unito e Ue. Per la politica del Regno il King's Speech è un evento importante: coincide con la solenne inaugurazione di una nuova sessione parlamentare, che quest'anno rappresenta anche il passaggio dei poteri post-elettorale al governo laburista di Keir Starmer, dopo 14 anni di dominio Tory. Non solo: per il sovrano 75enne - affiancato dalla consorte, la Regina Camilla, che oggi compie 77 anni - è anche uno dei primi appuntamenti pubblici dopo la diagnosi di cancro alla prostata dello scorso gennaio. Il discorso, a differenza di quanto può sembrare dal suo nome, non è scritto dal Re in persona, ma dal Gabinetto del nuovo governo.

La cerimonia

Dopo la sfilata dei deputati dalla Camera dei Comuni a quella dei Lord, in doppia colonna con alla guida da un lato il nuovo premier Keir Starmer e dall'altro il capo dell'opposizione conservatrice, l'ex premier Rishi Sunak, ha quindi preso il via la lettura dell'elenco delle leggi. Elenco già anticipato ai media nei provvedimenti più importante e che il Re ha letto con voce piana a nome del "mio governo", secondo la formula della tradizione. In totale sono 35 le leggi previste. La cerimonia, tradizione secolare, è segnata dal rito delle porte chiuse al messo del monarca da parte della Camera elettiva dei Comuni, a suggellare la sua autonomia, e poi del trasferimento dei deputati in quella dei Lord. Re Carlo e la Regina Camilla hanno preso posto come d'abitudine sui due troni predisposti nell'aula della Camera dei Lord, entrambi con la corona cerimoniale in testa. Il sovrano ha indossato il pesante mantello di velluto con bordi di ermellino, come da protocollo. I membri dello staff del Parlamento hanno a loro volta sfoggiato vestiti in uniformi storiche, al pari di tutti i lord, degli speaker della camera bassa, Lindsay Hoyle, e della Camera alta.

L'invocazione della benedizione divina

Il discorso si è chiuso con la solenne invocazione della benedizione divina, da parte del sovrano, su parlamentari e governanti. Nel testo anche la promessa abolizione dei circa 100 seggi ereditari residui della Camera dei Lord, conservati dopo la riforma di oltre 20 anni fa che per il resto aveva già trasformato la camera alta di Westminster in un organo formato da membri cooptati - per meriti vari - forte attualmente di circa 800 pari del Regno insigniti del titolo di Lord (gli uomini) o di Baroness (le donne).

Arrestati dieci manifestanti pro-Palestina

Qualche tensione è scoppiata prima della partenza in corteo della carrozza regale. Dieci militanti filo-palestinesi del movimento Youth Demand sono stati arrestati da Scotland Yard nelle vicinanze del Parlamento, dove gli attivisti avevano annunciato un blitz di protesta contro il sostegno militare ed energetico di Londra a Israele. Lungo il tragitto, oltre a molti sostenitori del sovrano, anche qualche decina di anti-monarchici del gruppo Republic. Come spesso accade in occasione di ogni evento reale solenne, sono scesi in strada per testimoniare la loro opposizione alla corona, esibendo le loro insegne giallo-nere all'ombra del consueto slogan 'Not my king'.

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