Introduzione
Dopo la morte di Papa Francesco è prevista tutta una serie di riti particolari. Primo tra tutti quello della constatazione del decesso del Pontefice che è avvenuta in presenza del camerlengo Kevin Farrell, del decano del Collegio Cardinalizio, il cardinal Giovanni Battista Re, dei familiari del Romano Pontefice, del Direttore e del Vicedirettore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, e che si è svolta nella Cappella di Casa Santa Marta
Quello che devi sapere
Una cerimonia "più snella"
- Lo stesso Papa Francesco, tra l’altro, aveva annunciato in diverse occasioni che per il suo funerale voleva una cerimonia più snella di quelle che si sono viste con i Papi nel passato, "con dignità ma come ogni cristiano". Intanto ha predisposto di non essere esposto su un catafalco, come anche di esser sepolto a Santa Maria Maggiore e non nella basilica di San Pietro. Bergoglio aveva deciso di mettere nero su bianco nuove regole per le esequie papali. Tra le novità introdotte vi è proprio la constatazione della morte non più nella camera del defunto ma nella cappella, la deposizione immediata dentro la bara, l'esposizione alla venerazione dei fedeli del corpo del Papa già dentro la bara aperta, l'eliminazione delle tradizionali tre bare di cipresso, piombo e rovere.
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Il ruolo del camerlengo
- Come detto, uno dei passaggi è il rito della constatazione della morte del Papa. A compiere l'atto è stato il cardinale camerlengo che, secondo quanto disposto, batte per tre volte con un martelletto la fronte del Pontefice, chiamandolo con il nome di battesimo. A questo punto il camerlengo comunica l'avvenuto decesso al cardinal vicario di Roma che esegue l'estrema unzione. Seguono i rintocchi a martello delle campane di San Pietro, mentre viene chiusa una metà del portone bronzeo della Basilica.
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I presenti al rito
- Al rito della constatazione della morte del Papa era presente anche il capo dei Gesuiti, padre Arturo Sosa. E' quanto si vede nelle fotografie diffuse dal Vaticano. Come già detto, era presente il camerlengo, il cardinal Kevin Farrell, oltre ai più stretti collaboratori di Bergoglio, dal cardinal Pietro Parolin, Segretario di Stato, a monsignor Edgar Pena Parra, Sostituto, al decano cardinal Giovanni Battista Re. C'era anche il Reggente della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza, gli aiutanti di camera di Francesco, e alcuni cantori che hanno accompagnato il rito.
Le cause della morte
- Un ictus cerebrale ha causato la morte del Pontefice. Lo ha certificato il Direttore della Direzione di Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano, Andrea Arcangeli. “Certifico che Sua Santità Francesco (Jorge Mario Bergoglio) nato a Buenos Aires (Argentina) il 17 dicembre 1936, Residente nella Città del Vaticano, Cittadino Vaticano, è deceduto alle ore 7.35 del giorno 21/04/2025 nel suo appartamento presso la Domus Santa Marta (Città del Vaticano) per: ictus cerebri; coma; collasso cardiocircolatorio irreversibile in soggetto affetto da Pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica multiple; Ipertensione arteriosa Diabete tipo II. L’accertamento della morte è stato effettuato attraverso registrazione elettrocardiotanatografica. Dichiaro che le cause della morte secondo la mia scienza e coscienza, sono quelle su indicate”.
Le volontà di Bergoglio
- "Chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore". Lo ha scritto il Papa nel suo testamento. "Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale". "Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l'unica iscrizione: Franciscus".
Verso il Conclave
- Dopo la constatazione, il Camerlengo ha sigillato l’appartamento papale e assunto di fatto il ruolo di gestione della sede vacante, preparando il terreno per il Conclave. Contestualmente, come ricordato, avviene la deposizione della salma nella bara
L'anello del Pescatore: il termine del Pontificato
- Altro passaggio previsto dal protocollo è la distruzione dell'anello del Pescatore che, di fatto, segna l'inizio della sede vacante. Lo stesso cardinale camerlengo lo sfila dal dito del pontefice defunto e lo spezza alla presenza dei rappresentanti del Collegio dei cardinali. Questo gesto indica proprio il termine del pontificato. Nei secoli scorsi con l'Anello del Pescatore venivano anche siglati i documenti pontifici e il suo essere spezzato era per evitare che venisse utilizzato per usi impropri.

L'anello di Bergoglio
- L'anello del Pescatore viene realizzato in maniera specifica per ogni nuovo pontefice. Di solito è d'oro, vi è impresso il nome del Papa e l'immagine di San Pietro Apostolo che getta le reti per la pesca. Viene detto "del Pescatore", perché Pietro è l'Apostolo pescatore che, avendo avuto fede nella parola di Gesù dalla barca ha tratto a terra le reti della pesca miracolosa. Ma Papa Francesco ha modificato la tradizione e lo ha voluto d'argento dorato ed al posto delle reti ha scelto che fossero raffigurate le chiavi. Il suo anello è opera di un artista italiano, Enrico Manfrini, morto nel 2004.
Il nuovo Papa
- Il nuovo anello del Pescatore segnerà anche la solenne celebrazione d'inizio del prossimo pontificato: il cardinale Decano del Sacro Collegio lo infilerà all'anulare della mano destra del nuovo Papa che da quel momento lo indosserà sempre.
Un pastore e discepolo di Cristo
- Nell’ambito dell'Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, approvata già il 29 aprile 2024 da Papa Francesco, il Pontefice ha chiesto di semplificare e adattare alcuni riti in modo che la celebrazione delle esequie del Vescovo di Roma esprimesse meglio la fede della Chiesa in Cristo Risorto. Il rito rinnovato, inoltre, “doveva evidenziare ancora di più che le esequie del Romano Pontefice sono quelle di un pastore e discepolo di Cristo e non di un potente di questo mondo", è stato spiegato dalla Santa Sede

La semplificazione dei titoli pontifici
- Ci saranno dunque le tre "stazioni" classiche, quella nella casa del defunto, quella nella Basilica Vaticana e al luogo della sepoltura. "Tuttavia – ha riferito l'arcivescovo Diego Ravelli, Maestro delle Celebrazioni Liturgiche- la struttura interna delle stazioni e dei testi sono stati rivisti alla luce dell'esperienza maturata con le esequie di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI". Tra le novità alle quali assisteremo, alle esequie di Francesco, più rilevanti c'è anche la semplificazione dei titoli pontifici
Le tre stazioni
- La prima stazione "nella casa del defunto" prevede le novità, come detto, della constatazione della morte nella sua cappella privata, anziché nella camera, e la deposizione della salma nell'unica bara di legno e in quella interna di zinco, prima di essere traslato in Basilica. La seconda stazione "nella Basilica Vaticana" considera un'unica traslazione in San Pietro, la chiusura della bara e la Messa esequiale. Nella Basilica Vaticana il corpo del Papa defunto sarà esposto direttamente nella bara e "non più su un alto cataletto", come chiesto da Francesco. Infine, la terza stazione "nel luogo della sepoltura" include la traslazione del feretro al sepolcro e la tumulazione.
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in questa scheda
- Una cerimonia "più snella"
- Il ruolo del camerlengo
- I presenti al rito
- Le cause della morte
- Le volontà di Bergoglio
- Verso il Conclave
- L'anello del Pescatore: il termine del Pontificato
- L'anello di Bergoglio
- Il nuovo Papa
- Un pastore e discepolo di Cristo
- La semplificazione dei titoli pontifici
- Le tre stazioni
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