Da Abramo Lincoln nel 1865, passando per John F. Kennedy, ucciso nel 1963, fino al fratello Robert e Ronald Reagan. Sono stati diversi gli esponenti politici di spicco ed inquilini della Casa Bianca ad essere coinvolti in attacchi nel corso della storia americana. Ecco quali
Non solo gli spari contro Donald Trump, ferito ad un orecchio durante ad un comizio a Butler in Pennsylvania (LA DIRETTA). La violenza politica negli Usa ha colpito diverse volte anche altri esponenti politici di rilievo e inquilini della Casa Bianca prima del tycoon.
Jfk ed il fratello Robert
In particolare, ripercorrendo la storia, ci sono sono stati alcuni presidenti americani che sono stati assassinati. Il primo in ordine di tempo fu Abramo Lincoln nel 1865, quindi la stessa sorte toccò a James Garfield nel 188, seguito da William McKinley nel 1901. Ma l’evento mortale che maggiormente ha colpito gli Stati Uniti è stato l'assassinio di John Kennedy il 22 novembre del 1963, mentre attraversava con il corteo presidenziale Dealey Plaza a Dallas, in Texas. Un delitto che è rimasto uno tra i più indagati del secolo, nonostante tutto ancora avvolto da diverse teorie complottistiche in netta contrapposizione rispetto alla versione ufficiale secondo cui ad uccidere il 35esimo presidente degli Usa fu solo Lee Harvey Oswald. E questo nonostante la recente desecretazione di quasi tutti gli atti che non ha dissipato ancora, dopo decenni, tutti i dubbi legati alla vicenda. Passano altri cinque anni, siamo il 5 giugno del 1968, e un attentato coinvolge il fratello di Jfk, Robert Francis Kennedy, proprio durante la campagna presidenziale, ucciso dopo un comizio nella ballroom dell'Ambassador Hotel di Los Angeles. L'allora senatore passò per la cucina, indicatagli come scorciatoia per la sala stampa, e venne colpito tre volte da Sirhan Sirhan, un 24enne palestinese che sparò con un revolver calibro 22.
L’attentato contro Ronald Reagan
Il 30 marzo 1981, a poco più di due mesi dall'inizio del suo mandato presidenziale, ad essere coinvolto fu Ronald Reagan che stava lasciando l'Hilton Hotel di Washington, dove aveva parlato davanti a migliaia di membri del sindacato Afl-Cio. Uno squilibrato, John Hinckley Jr, aprì il fuoco contro il neopresidente americano, perforandogli con un proiettile il polmone sinistro. Reagan fu ferito quando uno dei proiettili rimbalzò sulla sua limousine, colpendolo sotto l'ascella. Ad esser colpiti furono anche l'addetto stampa James Brady, l'agente Timothy McCarthy e il poliziotto Thomas Delahanty. Reagan, ferito, venne condotto al George Washington University Hospital e sottoposto ad un’operazione, rischiando di morire sotto i ferri. Fu dimesso dopo circa dieci giorni. Hinckley Jr. venne accusato di tentato omicidio ma giudicato non colpevole per incapacità di intendere e di volere e due anni fa è uscito dal manicomio criminale di St. Elizabeth a Washington.
Gli altri tentativi di assassinio
Tra gli altri presidenti americani ad essere coinvolti, sfuggendo per poco, a tentativi di assassinio si ricordano, infine, anche Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman, Theodore Roosevelt e Gerald Ford.