Introduzione
L’economia russa - a dispetto delle previsioni di forte contrazione negli ultimi anni a seguito dell’invasione dell’Ucraina, e le conseguenti sanzioni economiche disposte da Stati Uniti ed Ue - non solo non è affondata, ma è invece in crescita e diversi oligarchi si stanno arricchendo. A dirlo è un’analisi condotta dall’agenzia Bloomberg, secondo cui almeno una dozzina di imprenditori hanno guadagnato più di 11 miliardi di dollari nel 2023 e primo trimestre del 2024. Molti di questi hanno stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin e alcuni sono anche stati colpiti dalle sanzioni per la guerra in Ucraina, che è ormai entrata nel terzo anno di combattimenti.
La notizia arriva nel contesto di una economia, quella di Mosca, che cresce nonostante le sanzioni che le sono state imposte: se il Fondo Monetario Internazionale prevedeva un calo del Pil dell’8,5% nel 2022 e del 2,3% l’anno scorso, l’economia russa si è contratta solamente del 2,1% mentre nel 2023 è cresciuta del 3%.
Quello che devi sapere
L’economia russa cresce
- L’economia russa cresce e insieme a lei anche la ricchezza di almeno una dozzina di oligarchi: a dirlo è un’analisi pubblicata da Bloomberg, secondo cui nel 2023 e nel primo trimestre del 2024 questi imprenditori hanno guadagnato oltre 11 miliardi di dollari. Una cifra ragguardevole, incassata nonostante a seguito dell’invasione dell’Ucraina la Russia e diverse persone - alcune presenti anche in questo elenco - siano state sanzionate da diversi Paesi tra cui gli Stati Uniti e i membri dell’Unione europea. Le stime del Fondo Monetario Internazionale, che a seguito dell’invasione prevedevano per Mosca un Pil in calo dell’8,5% nel 2022 e del 2,3% l’anno scorso, sono state smentite: nell’anno dell’invasione infatti l’economia russa si è contratta solamente del 2,1% mentre nel 2023 è cresciuta del 3%.
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I guadagni degli oligarchi
- E con l’economia russa focalizzata a sostenere lo sforzo bellico, come detto, anche diversi oligarchi si sono arricchiti considerevolmente. Molti di questi hanno stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin e alcuni sono anche stati colpiti dalle sanzioni per la guerra in Ucraina, che è ormai entrata nel terzo anno di combattimenti. Come ricostruito da Bloomberg, sono almeno dodici gli oligarchi che da inizio 2023 al primo trimestre del 2024 hanno guadagnato 11,3 miliardi di dollari. In cima a questo elenco si trova Vagit Alekperov, tra gli azionisti chiave della società petrolifera privata Lukoil: Alekperov ha ricevuto dividendi per 186 miliardi di rubli, circa 2,1 miliardi di dollari.
Alekperov e il podio degli arricchiti
- Alekperov, riporta il Sole24Ore, è stato tra i fondatori di Lukoil nel 1991 ed è stato tra chi nel 2022 ha chiesto pubblicamente la fine della guerra. Sanzionato dal Regno Unito, ma non dall’Ue e dagli Stati Uniti, ha lasciato la carica di presidente per proteggere la compagnia.
- Subito dopo di lui, nella ‘classifica’ degli oligarchi che si sono arricchiti maggiormente, figura Aleksej Mordashov che guida il più importante gruppo siderurgico del Paese, Severstal. Mordashov, che invece è stato sottoposto a sanzioni anche da Ue e Stati Uniti, ha incassato 148 miliardi di rubli.
- In terza posizione c’è poi Vladimir Lisin, che ha ottenuto dividendi pari a 121 miliardi di rubli.
Gli altri oligarchi
- L’elenco, comunque, non si ferma qui: tra i nomi citati da Bloomberg appaiono anche Ghennady Timchenko, tra più stretti alleati di Putin, e Tatjana Litvinenko, a cui il marito aveva trasferito il 21% delle quote di PhosAgro nella primavera del 2022 prima di essere colpito dalle sanzioni degli Stati Uniti un anno più tardi. Nell’elenco è presente anche Alisher Usmanov, anche lui descritto dall’Ue come vicino al presidente russo.
L’economia di guerra russa
- Secondo il Sole, il fatto che compagnie russe abbiano ricominciato a pagare i dividendi ai propri azionisti è uno dei segni che l’economia della Russia stia tenendo. Il Cremlino, dall’invasione dell’Ucraina e l'arrivo delle conseguenti sanzioni occidentali, ha investito il grosso delle risorse dello Stato nel settore della Difesa e in tutti gli ambiti necessari a sostenere lo sforzo bellico. E ad ‘aiutare’ Mosca ci sono quei Paesi che non hanno aderito alle sanzioni imposte da Stati Uniti ed Unione Europea, tra cui rientrano l’India e la Cina, che continuano ad acquistare le materie prime dalla Russia.
L’arrivo delle sanzioni secondarie
- Lo scenario però potrebbe essere vicino a cambiare: Stati Uniti ed Unione Europea, infatti, si sono attivate con le sanzioni ‘secondarie’ per cercare di colpire quei Paesi e quelle aziende che permettono a Mosca di aggirare le restrizioni. Secondo quanto riportato dall’Ispi, nel primo trimestre del 2024 le importazioni di Mosca da alcuni dei suoi principali partner commerciali sono calate di un terzo. Il calo maggiore è arrivato da Turchia, Hong Kong, Serbia e Kazakistan. Per quanto riguarda invece gli istituti bancari, la sola minaccia di rimanere tagliate fuori dal sistema finanziario del dollaro sembra esser stata efficace nel dissuadere dal permettere questi tipi di operazioni.
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