La moglie dell'ex presidente francese è stata messa sotto inchiesta in relazione alla vicenda della testimonianza accusatoria nei confronti di Sarkozy poi ritrattata da parte dell'intermediario Ziad Takieddine
Aperta un’indagine a carico di Carla Bruni. La moglie dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy è stata posta sotto inchiesta e rilasciata in libertà sotto controllo giudiziario in relazione alla vicenda della testimonianza accusatoria nei confronti di Sarkozy da parte dell'intermediario Ziad Takieddine: l’uomo, prima di ritrattare clamorosamente le sue dichiarazioni nel 2020, aveva accusato Sarkozy di aver finanziato la sua campagna presidenziale del 2007 con fondi libici.
L'indagine
L'indagine giudiziaria è stata aperta nel maggio 2021 e riguarda il presunto tentativo di ingannare la giustizia francese, un reato per il quale l'ex presidente è stato incriminato a ottobre. Dopo la ritrattazione delle accuse verso Sarkozy da parte di Takieddine, gli inquirenti iniziarono a sospettare diverse persone vicine all’ex presidente (familiari, collaboratori, fedelissimi) di aver organizzato la ritrattazione per minare, nel seguito delle indagini, la credibilità dello stesso Takieddine, che dopo poche settimane tornò nuovamente sui suoi passi negando la ritrattazione. Come riferito da una fonte, Carla Bruni è sospettata di sfruttamento di corruzione di testimone e partecipazione ad associazione per delinquere allo scopo di truffa alla giustizia. La moglie dell'ex capo dello Stato è stata "posta sotto controllo giudiziario con il divieto di contattare tutti i protagonisti di questo procedimento, a eccezione del signor Nicolas Sarkozy". La donna è anche stata posta sotto lo statuto di testimone informato per il reato di associazione per delinquere allo scopo di corrompere personale giudiziario di un altro stato, in Libano.
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Cosa sappiamo
L'operazione, accertata dai giudici e che costa le incriminazioni alla ex Premeire Dame, si chiamava "Sauver Sarko", salvare Sarko, nome in codice che nel 2020 indicava l'organizzazione mirante a minimizzare le responsabilità dell'ex presidente nella vicenda del finanziamento libico (processo per il quale Sarkozy comparirà in tribunale dal gennaio 2025). L'obiettivo dell'operazione era ottenere da Ziad Takieddine, principale accusatore del presidente, una ritrattazione delle accuse anche attraverso l'influenza dei media. Dall'indagine è emerso il ruolo centrale nell'organizzazione di Mimi Marchand, protagonista popolarissima della stampa "people" francese, molto amica di Carla Bruni. Le indagini si sono quindi orientate sulla ex premiere dame e la polizia ha rinvenuto indizi importanti che lasciano pensare che anche lei abbia collaborato con Mimi Marchand per tentare di "salvare Sarko". Bruni, quindi, sarebbe sospettata di aver svolto un ruolo di contatto fra diversi protagonisti dei fatti.