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Elezioni legislative, ecco come appare la Francia dopo i ballottaggi. MAPPE

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Raffaele Mastrolonardo

Raffaele Mastrolonardo

Nelle cartine geografiche post-voto il Paese appare politicamente frastagliato. Buona parte del Sud alla Le Pen, il nord ovest a Macron. La sinistra nelle città e nel sud ovest. Assemblea nazionale tricolore, Parigi rosso-arancione, Marsiglia rossonera.

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Quello che accadrà ora nessuno lo sa. Gli scenari possibili dopo i ballottaggi per le elezioni legislative francesi che si sono tenuti domenica 7 luglio sono almeno cinque. Quello che è accaduto invece - e che tipo di Francia ci restituiscono le urne - lo possiamo già provare a raccontare con l’aiuto di una serie di mappe. 

 

Vediamole. 

 

Parlamento tricolore

La bandiera della Francia, si sa, è tricolore. E anche il parlamento, l’Assemblea nazionale, segue la tradizione. Più o meno. Solo che la scala cromatica è leggermente differente. Abbiamo, rigorosamente da sinistra a destra, il rosso del Nuovo fronte popolare, ovvero l’unione creata dalle sinistre in occasione del voto (182 deputati). Il giallo di Ensemble, il movimento del presidente della Repubblica Emmanuel Macron (168 seggi). E, dall’altra parte, il marrone scuro del Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella (143 parlamentari). 

 

Tre blocchi e un risultato numerico che non renderà agevole trovare una maggioranza stabile, come detto. Da qui, appunto, la molteplicità degli scenari contemplati che vanno da un'alleanza delle sinistre con Ensemble, ad un patto tra il partito del presidente e la parte più centrista della destra, all’ipotesi arcobaleno: Ensemble più sinistra moderata e quel che manca per arrivare al 50% più uno raccolto di volta in volta. 

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Geografia frastagliata

Se la fotografia del Parlamento presenta una certa omogeneità, più difficile è dare un senso alla varietà cromatica della cartina geografica del voto francese. Non solo per la pluralità di sigle, e dunque di colori che - se teniamo ferme le definizioni scelte dal Ministero dell’interno transalpino - si sono aggiudicate le 577 circoscrizioni in cui è diviso l’esagono. Ma anche per la distribuzione del consenso. Eppure, pur nell’apparente caos, un po’ di indicazioni di geografia elettorale si possono comunque individuare.

 

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Per esempio quella fascia marrone che copre per tre quarti il sud della Francia. Sono le circoscrizioni dove la destra, il Rassemblement national e partiti ad esso collegati, hanno raccolto buona parte del loro bottino. Dopo tutto, il successo del movimento di Jean Marie Le Pen, padre di Marine, era partito proprio da qui. E qui continua a mietere consensi. Così come li conquista (si vedano sempre i colori) nell’estremo nord del Paese e nelle aree del nord est. 

 

Discorso opposto per Ensemble che fa manbassa di circoscrizioni nel nord ovest e nell’ovest della Francia dove comunque l’elettorato - anche quando non ha eletto deputati vicini al presidente - è sembrato poco incline a dare il consenso alla destra. Quanto al Nuovo fronte popolare (Union de la gauche nella mappa), l’alleanza di sinistra, ha costruito un fortino evidente nel sud ovest del Paese (la macchia rossa in quell’area è lì a testimoniarlo) ma per il resto il suo bacino di consenso appare più frastagliato. Colpa anche della prospettiva. Alcune delle circoscrizioni in cui la sinistra ha vinto (il discorso vale anche per Ensemble) hanno un’alta densità di popolazione ma sono poco estese geograficamente. E dunque si vedono poco nella mappa. 

 

Da Parigi a Marsiglia

Per evitare questa distorsione prospettica, possiamo provare a fare un piccolo zoom. Anzi due. Prendiamo Parigi, innanzitutto. Le circoscrizioni in cui è suddivisa la capitale se le sono spartite proprio l’Unione de la gauche e il movimento del presidente Macron. Solo loro. Sulla mappa complessiva quasi non si vedono ma nell’Assemblea nazionale contano eccome visto che, da sole, hanno eletto ben 18 deputati. Una cartina geografica che si limiti alla città dei lumi invece rende pienamente l’idea dell’orientamento politico della capitale. Che va dalla sinistra al centro. E viceversa. 

 

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Discorso analogo per la seconda città di Francia per popolazione, Marsiglia. Analogo nel senso che, anche qui, per apprezzare il risultato bisogna zoomare. Perché, invece, il riscontro politico è diverso. Molto diverso. E forse più interessante dal momento che sembra il risultato di due fattori contrastanti. Da una parte il tradizionale supporto del sud della Francia - dove si trova la città - al Rassemblement national e dunque alla destra. Dall’altra, la capacità della sinistra di raccogliere voti nelle metropoli, in particolare nei quartieri più centrali dei centri urbani più grandi. Insomma, due storie con morali diverse che si incontrano proprio nella "capitale" meridionale. 

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E la mappa di Marsiglia dopo il secondo turno diventa così lo specchio di questa dialettica. Le circoscrizioni intorno al golfo vanno alla sinistra, quelle più interne al partito di Le Pen e Bardella quando non ancora più a destra.

 

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