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Elezioni Francia, dagli accordi alla fiducia al governo: le prossime tappe

Mondo
©Ansa

Introduzione

L’Assemblea Nazionale uscita dal secondo turno delle elezioni legislative francesi si presenta divisa in tre blocchi, con il Nuovo Fronte popolare della gauche che conta il maggior numero di deputati, 182. La prima tappa per capire se ci potranno essere accordi è l’elezione del Presidente dell’Assemblea, a cui seguirà la nomina da parte di Emmanuel Macron di un nuovo Primo Ministro, che sarà da subito operativo con la sua squadra di governo. Non è previsto il voto di fiducia del Parlamento, che deciderà delle sorti dell’esecutivo solo in caso di mozione di sfiducia, che passa in presenza di una maggioranza parlamentare assoluta.

 

Diversi al momento i possibili scenari: tra le ipotesi più accreditate ci sono un governo del Nuovo Fronte popolare, che però sarebbe di minoranza così come uno tra i macronisti e i Repubblicani; un accordo tra Ensemble, il Partito Socialista e LR oppure un governo tecnico. Non è da escludere anche una crisi istituzionale profonda, con il presidente della Repubblica che non potrebbe sciogliere il Parlamento fino al 2025

Quello che devi sapere

I risultati delle elezioni francesi

  • Il secondo turno delle legislative francesi ha consegnato un risultato a sorpresa: contrariamente a quanto previsto da tutti i sondaggi è stato il Nuovo Fronte Popolare a ottenere il maggior numero di seggi, 182, nella prossima Assemblea Nazionale. A seguire il gruppo presidenziale di Ensemble, che ha ottenuto invece 168 seggi, e il Rassemblement National, grande favorito della vigilia, che avrà 143 deputati. Sono invece 45 i deputati dei Repubblicani

 

Per approfondire:

Elezioni in Francia, risultati secondo turno: vince il Fronte Popolare, Le Pen solo terza

Il voto per il presidente dell’Assemblea Nazionale

  • E adesso cosa succede? Dopo l'elezione del Presidente dell'Assemblea Nazionale, un primo test importante per capire se ci sono accordi in un'assemblea senza maggioranza chiara, il Presidente della Repubblica nominerà un nuovo Primo Ministro. Il Governo, quindi, entrerà in funzione subito senza bisogno di chiedere la fiducia iniziale

La fiducia

  • E la fiducia? Spetterà ai gruppi di opposizione dimostrare che il Governo non ha la fiducia presentando una mozione di sfiducia, che però deve avere la maggioranza assoluta. Se quindi non è agevole individuare i confini della nuova maggioranza o il profilo del nuovo Primo Ministro, la nascita di un nuovo esecutivo per l’ultima parte della presidenza Macron risulta comunque meno gravosa di quanto si possa pensare

Governo del Nuovo Fronte Popolare/1

  • Sono 5 i possibili scenari alternativi: il primo è un governo del Nuovo Fronte Popolare, chiesto già ieri dal leader della France Insoumise Jean-Luc Mélenchon. "Emmanuel Macron ha il dovere di invitare il nuovo Fronte popolare a governare", ha dichiarato dopo l’uscita dei primi risultati. In assenza di una maggioranza assoluta, gli Insoumises propongono di approvare parte del loro programma (aumento del salario minimo, blocco dei prezzi, abrogazione della riforma delle pensioni, in particolare) tramite decreto. Ma questo esecutivo potrà sopravvivere solo se non verrà votata una mozione di censura nell'Assemblea Nazionale. La storia di Francia comunque ha dei casi di esecutivi di minoranza che hanno governato nonostante le mozioni di censura: Elisabeth Borne e Gabriel Attal lo hanno fatto per due anni

Governo del Nuovo Fronte Popolare/2

  • A poter fare la differenza, all’interno del Nuovo Fronte Popolare, potrebbe essere Raphael Glucksmann, che con il suo movimento Place Publique ha fatto rinascere dalle ceneri il Partito socialista insieme al segretario Olivier Faure, portandolo al terzo posto alle Europee. Lacerante è stata la sua scelta di schierarsi al fianco dei mélenchoniani, che gli ha alienato non poche simpatie di chi lo aveva votato con entusiasmo. Fra questi, molti elettori ebrei, che dopo le derive antisemite hanno scelto l'equidistanza dalle due estreme. Quarantaquattro anni, figlio del filosofo paladino dei diritti umani André Glucksmann, compagno della popolare giornalista tv Léa Salamé, è stato inflessibile con Macron dopo lo scioglimento del Parlamento - "sono disgustato", ha detto - e ha continuato a criticarlo anche in questa settimana. Potrebbe però essere proprio lui il primo alleato che Macron sceglierebbe all’interno del fronte della gauche

Governo Ensemble-Républicains/1

  • L'alleanza con i Repubblicani potrebbe consentire ai macronisti di restare a galla. Secondo il conteggio di Elabe, sarebbero in tutto 231 i deputati tra Ensemble, Les Républicains, più altri di destra o dell'UDI eletti all'Assemblea nazionale. "Il Paese è a destra. Dobbiamo governare a destra. E non avere una coalizione con La France insoumise e il Nouveau Front populaire", ha detto a Bfmtv Gérald Darmanin, ex sostenitore di Nicolas Sarkozy. "Ci stiamo rivolgendo ai repubblicani", ha detto Benjamin Haddad, deputato dell'Ensemble ed ex segretario nazionale dell'UMP, a BFMTV. "Lo dico da due anni, voglio che lavoriamo con loro". Un punto condiviso anche dall’ex primo ministro Édouard Philippe, che ha invitato le forze politiche a "promuovere la creazione di un accordo", ma senza il Rassemblement National e la France Insoumise, sottolineando che "l'assenza di una maggioranza e l'assenza di governo esporrebbe la Francia e i francesi a terribili pericoli". "La decisione di sciogliere l'Assemblea nazionale, che avrebbe dovuto essere un momento di chiarificazione, ha invece portato ad una grande indeterminazione", si è rammaricato Philippe

Governo Ensemble-Républicains/2

  • Nel caso in cui si raggiunga un accordo, il futuro governo potrebbe però cadere con una mozione di censura votata dal Nuovo Fronte Popolare (182 deputati) e dal Raggruppamento Nazionale (147). A meno che non ci sia un accordo di astensione con alcuni partiti

Coalizione "alla tedesca"

  • Matematicamente, una coalizione PS-Ensemble-LR riunirebbe, ad esempio, 296 deputati, ovvero una maggioranza ristretta. Ma questo, secondo alcuni esperti politici, potrebbe richiedere del tempo. Soprattutto perché una convivenza di estremi, funzionante dall'altra parte del Reno dove è normale che partiti con ideologie diverse si uniscano una volta noti i risultati elettorali per formare una maggioranza, non ha molta tradizione in Francia. Soprattutto i principali partiti del Nuovo Fronte Popolare sembrano escludere uno scenario del genere

Governo tecnico

  • Ciò che resta è lo scenario di un cosiddetto governo tecnico composto da esperti (economisti, alti funzionari pubblici, diplomatici, ecc.) supervisionati da una personalità consensuale a Matignon. Un concetto un po' vago in Francia, mai esistito durante la Quinta Repubblica. La Francia ha conosciuto un governo di unità nazionale che riuniva quasi tutti i partiti (eccetto il PCF) come quello di Michel Debré (1959-1962). I "tecnici" sono stati effettivamente a capo di governi come Raymond Barre nel 1976 o Jean Castex nel 2020. Ma entrambi avevano un mandato politico e una maggioranza nell'Assemblea

Crisi istituzionale

  • Anche il governo tecnico però sarebbe minacciato da un'eventuale mozione di sfiducia. Se quindi nessuno degli scenari precedenti dovesse funzionare, la Francia entrerebbe in una crisi istituzionale profonda, con Macron che non sarebbe in grado di sciogliere l'Assemblea fino al 2025

 

Per approfondire:

Elezioni Francia, scontri a Parigi, manifestazioni a Lione e Marsiglia