Il voto per eleggere i 650 nuovi membri della Camera dei Comuni, secondo gli exit poll diffusi dai media britannici, premia con un trionfo storico i Labour. Le elezioni anticipate, che si sono tenute sei mesi prima rispetto alla scadenza naturale della legislatura, erano state indette lo scorso maggio con un annuncio a sorpresa dal primo ministro conservatore Rishi Sunak, che sembra uscito nettamente sconfitto dal voto
È un trionfo storico per i Labour quello che si sta delinando dai primi exit poll delle elezioni anticipate nel Regno Unito, convocate dal premier conservatore Rishi Sunak. Il voto per eleggere i 650 nuovi membri della Camera dei Comuni, secondo gli exit poll resi noti dai media britannici, premia con un trionfo storico i Labour. Sarebbero 410 i seggi conquistati dai laburisti contro i 131 dei conservatori del premier uscente. I Liberaldemocratici centristi di Ed Davey salgono da parte loro a 61, mentre l'ultradestra di Reform UK di Nigel Farage, con più voti dei LibDem ma meno concentrati tra i seggi uninominali, porta a casa 13 deputati per la prima volta.
Il meccanismo elettorale britannico si basa sul sistema maggioritario secco a turno unico. Sono circa 50 milioni gli aventi diritto di voto.
Gli approfondimenti:
- Elezioni Uk: LA GUIDA
- Sunak sfida Starmer. Lo scenario politico
- Rishi Sunak, dalla finanza a Downing Street: la sua storia
- Chi è Keir Starmer, leader laburista anti Brexit
- Elezioni nel Regno Unito, lo speciale di Sky TG24
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Starmer su X: grazie a chi ha fatto campagna e a elettori
"A tutti coloro che hanno fatto campagna per il Labour in queste elezioni, a tutti coloro che hanno votato per noi e hanno riposto la loro fiducia nel nostro Partito Laburista nuovo: grazie", scrive il leader laburista Keir Starmer su X.
Sindaco di Londra Khan: governo Labour realizzerà il cambiamento
"E' chiaro che il nostro Paese e la nostra città hanno votato per la speranza, per l'unità e per il cambiamento. Un governo laburista lo realizzerà": lo scrive su Instagram Sadiq Khan, sindaco laburista di Londra.
Ex leader Tory Hague: ci vorrà 'molto tempo' per riprendersi
William Hague, l'ex leader dei Tory ed ex segretario agli affari esteri, ha dichiarato che ci vorrà "molto tempo" per il Partito Conservatore per riprendersi da questa sconfitta. Parlando su Times Radio, ha detto che il risultato indicato dagli exit poll è "catastrofico", ma non così negativo come alcune delle previsioni. Una proiezione diceva che avrebbe ottenuto solo 64 seggi, ha ricordato Con 131 seggi, i Tory sarebbero "appena in grado" di fare un'opposizione efficace, ha detto.
Voto Gb: leader Libdem esulta, 'verso risultato storico'
Il leader dei liberaldemocratici Ed Davey ha accolto con entusiasmo i risultati degli exit poll che accreditano al suo partito ben 61 seggi alla Camera dei Comuni, rispetto agli 11 ottenuti nelle precedenti elezioni del 2019. "Siamo sulla buona strada per ottenere uno dei migliori risultati del secolo", ha scritto sul profilo di X. Davey aveva puntato su una campagna elettorale molto originale, fatta di iniziative bizzarre per attirare l'attenzione dei media, come cadute in acqua mentre faceva surf o il lancio nel vuoto appeso alla corda del bungee jumping. Il suo partito si lascia così alle spalle le precedenti batoste alle urne subite dopo l'alleanza di governo stretta nel 2010 coi Conservatori dell'allora premier David Cameron.
Exit poll Gb: Labour a 8 seggi dal record di Blair nel '97
La super maggioranza accreditata dagli exit poll al Labour di Keir Starmer nelle elezioni britanniche di oggi, con 410 seggi sui 650 totali della Camera dei Comuni, resta sotto il miglior risultato ottenuto dal partito nella sua storia nel 1997, nella prima elezione vinta da Tony Blair (con 418 seggi) con la parallela disfatta dei Tory guidati allora da John Major. Tuttavia lo scrutinio esatto dei voti reali, atteso nella notte, potrebbe ancora modificare questo numero e rimettere in discussione il primato. John Curtice, sondaggista di riferimento della Bbc, non esclude peraltro come Starmer, a livello di voti proporzionali, possa essere rimasto dietro il risultato conseguito dal Labour nel 2017 (40% dei consensi) sotto la leadership di sinistra radicale di Jeremy Corbyn.
Voto Gb, molti ministri Tory perderanno il loro seggio
Il cancelliere dello Scacchiere Jeremy Hunt è tra i diversi ministri del governo conservatore britannico che, secondo gli exit poll, perderanno il loro seggio. Secondo il sondaggio, il cancelliere è il Tory di più alto profilo destinato a rimanere escluso, con i Lib-Dem che sembrano destinati a conquistare il suo seggio nel collegio di Godalming & Ash. Grant Shapps, ministro della Difesa, e Johnny Mercer, dei Veterani, potrebbero anche perdere nei rispettivi collegi. In bilico, secondo gli exit poll, pure Mark Harper (Trasporti), Mel Stride (Lavoro e pensioni), Steve Barclay (Ambiente) e Penny Mordaunt (leader dei Comuni).
Voto Gb, per i Tory è minimo storico di seggi
Con solo 131 seggi accreditati dagli exit poll al partito conservatore del premier Rishi Sunak nelle elezioni politiche i Tory toccano il loro minimo storico. Il record negativo precedente era stato raggiunto con le elezioni del 1906 quando il partito allora guidato da Arthur Balfour ottenne 156 seggi.
Maggioranza storica per il Labour in Gb, sprofondo Tory
Maggioranza storica e riconquista del governo assicurata per i laburisti di Keir Starmer alle elezioni britanniche, secondo gli exit poll. Le indicazioni danno il Labour a 410 seggi, e sanciscono il tracollo senza precedenti dei conservatori del premier uscente Rishi Sunak, affossati a quota 131, seppure meno peggio delle stime più nere. I Liberaldemocratici centristi di Ed Davey salgono da parte loro a 61, mentre l'ultradestra di Reform UK di Nigel Farage, con più voti dei LibDem ma meno concentrati tra i seggi uninominali, porta a casa 13 deputati per la prima volta. In caduta libera infine nei collegi scozzesi (da 48 a 10).
Elezioni Uk, primi exit poll: trionfo Labour in Gb, 410 seggi
Sunak ha nominato 19 Lord per fine legislatura, c'è Theresa May
Mentre stava per scadere l'orario per votare nelle elezioni politiche del Regno Unito, è stato annunciato l'elenco dei nuovi membri della Camera dei Lord nominati dal premier conservatore uscente Rishi Sunak a conclusione della legislatura. Come si legge nel comunicato di Downing Street, ci sono sette esponenti dei Tory, come l'ex premier Theresa May, Alok Sharma, ex ministro-presidente della CoP26, Chris Grayling, ex segretario ai Trasporti, oltre alla vice Speaker uscente della Camera dei Comuni Eleanor Laing e al capo della staff di Sunak, Liam Booth-Smith. E si contano otto Laburisti: la veterana Harriet Harman, ex vice leader del partito, ed ex ministre come Margaret Beckett e Margaret Hodge, oltre alla ex vice Speaker dei Comuni Rosie Winterton. Nell'elenco c'è anche una esponente dei libdem, uno del Partito Unionista dell'Ulster (UUP) e due indipendenti. Le nomine vengono fatte da re Carlo III su proposta del primo ministro in accordo con i l leader degli altri partiti.
Seggi chiusi
Alle 23 italiane, le 22 in Uk, si sono chiusi i seggi per le elezioni anticipate. Ora è attesa per gli exit poll e i risultati.
Attesa per gli exit poll
Alle 23 italiane, le 22 in Uk, chiuderanno i seggi e sono attesi i primi exit poll. I risultati arriveranno nella notte,mentre la maggior parte delle circoscrizioni dovrebbe annunciare i vincitori nelle prime ore del mattino.
L’incognita influenza
Mentre gli esperti danno per certa la vittoria di Keir Starmer sull’attuale premier Rishi Sunak, la vera incognita di queste elezioni è l’affluenza e l’impatto che avrà sui risultati. All’ultima tornata elettorale,nel 2019, aveva votato il 37% degli aventi diritto.
La Royal family può votare?
Nel Regno Unito mancano poche ore alla chiusura dei seggi. Ma re Carlo e i membri della Royal family sono andati a votare? La risposta è no. I reali, in realtà, potrebbero votare come tutti i cittadini, ma scelgono di astenersi e non presentarsi ai seggi. Secondo gli esperti, la scelta di non votare deriva dal fatto che la monarchia debba essere al di sopra della politica di partito. Per convenzione, quindi, i reali preservano la neutralità politica della Royal family non andando a votare.
Le regole del voto in Uk
La Bbc ha stilato un decalogo delle regole che gli elettori inglesi devono seguire. Oltre alle regole standard, come l'obbligo di portare con sé la scheda elettorale, ce ne sono alcune più curiose. Ad esempio si può votare da ubriachi (se non si è molesti), si possono portare con sé cani o altri animali domestici (anche un serpente, a giudicare da una foto scattata a Dorset), ma non si possono scattare selfie all'interno dei seggi né rivelare per chi ha votato un altro elettore. È poi possibile indossare abiti con uno slogan politico quando si va a votare, ma subito dopo aver espresso la propria preferenza bisogna andarsene perché non è consentito fare campagna elettorale - o avere discussioni sulla politica - all'interno dei seggi.
Cosa succede dopo la chiusura dei seggi
I seggi in Uk chiuderanno alle 22 inglesi, le 23 in Italia. Subito dopo inizierà lo scrutinio e verranno diffusi gli exit poll. Intorno alle 23.30 inglesi è prevista l’assegnazione dei primi seggi. Secondo Sky News, intorno alle 4.30 inglesi dovrebbe sapersi con certezza chi formerà il nuovo governo.
Nigel Farage, dalla Brexit alla tv: chi è il leader di Reform Uk
La candidatura nel collegio di Clacton, nell’Essex, feudo della Brexit, è solo l’ultima battaglia politica del leader di Reform Uk Nigel Farage, tra i personaggi di punta del "Leave" durante la stagione referendaria del 2016, che portò il Regno Unito fuori dall’Ue, e pronto oggi a influenzare ancora di più il Partito conservatore. “Vogliamo guidare una rivolta politica e voltare le spalle allo status quo”, ha dichiarato in campagna elettorale. LA SUA FOTOSTORIA
Rishi Sunak, chi è il premier inglese che sta per dire addio a Downing Street. FOTO
Brexiteer convinto ma pragmatico, ex Cancelliere dello Scacchiere durante l’emergenza Covid, è stato il primo capo di governo con radici familiari indiane nella storia del Regno. Non solo: è stato anche il più ricco, con un patrimonio da 700 milioni di sterline. Rischia però di essere ricordato come quello che ha aperto la strada per il ritorno dei Laburisti al potere. LA SUA FOTOSTORIA
Il profilo di Rishi Sunak, la carriera politica/2
L'arrivo al vertice dei Tory per Sunak, alla fine, è maturato in una situazione già largamente compromessa: chiamato dopo la morte della regina Elisabetta - primo capo del governo designato da Carlo III - a raccogliere i cocci lasciati dietro di sé dal governo Truss, con i suoi dissennati azzardi economico-finanziari, in meno di 50 giorni di vita. E dopo che BoJo era stato travolto dal cosiddetto Partygate e scandali vari. Sunak si è messo al timone di una nave in tempesta, fra rischi di recessione e caro vita, fra problemi interni come l'immigrazione - in costante aumento malgrado la sbandierata stretta ai confini post-Brexit - e contraccolpi di conflitti internazionali. Qualche obiettivo raggiunto in realtà lo può rivendicare, dal contenimento dell'inflazione al ritrovato rigore dei conti pubblici, all'aver evitato la recessione (pur senza dare ossigeno alla crescita del Pil), alla chiusura all'insegna del buon senso dei residui contenziosi post Brexit con Bruxelles. A molti elettori, però, non è piaciuta la sostanziale continuità coi predecessori sui dossier più controversi, come il fallimentare piano per il trasferimento di migranti illegali in Ruanda a scopo dissuasivo. È stato anche accusato di non riuscire a instaurare rapporti di empatia con i cittadini, risultando spesso “out of touch”, lontano dal mondo della gente comune, con la sua ricchezza familiare che lo colloca da anni, in coppia con la moglie, nella classifica dei nababbi del Regno stilata dal Sunday Times: grazie a un patrimonio superiore persino a quello personale di re Carlo. Adesso a Sunak non resta che guardare al futuro. Secondo alcuni media già si prepara, con la consorte e le due figlie, a lasciare il Paese in direzione California, dove lo attendono una villa a Santa Monica e offerte sontuose da consulente e conferenziere. Anche se, vista l'età, non è detto che la sua carriera politica sia finita.