Attentato di Sarajevo, la storia dell’assassinio che scatenò la Prima Guerra Mondiale

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In una domenica di fine giugno del 1914, Sarajevo fu teatro di un evento che cambiò la storia: l'assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando e di sua moglie Sofia. Questo drammatico episodio funse da catalizzatore per lo scoppio della Grande guerra, segnando un punto di non ritorno nella storia moderna

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110 anni fa, il 28 giugno 1914, la miccia del conflitto si accese a Sarajevo, dove lo studente serbo Gavrilo Princip assassinò l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia. Questo evento innescò la Prima Guerra Mondiale, segnando un punto di non ritorno nella storia moderna. Un conflitto che avrebbe visto il crollo di diversi imperi: l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe non sopravvisse alla guerra, l'impero tedesco fu smantellato e lo zar Nicola II imperatore di tutte le Russie fu giustiziato con la famiglia durante la rivoluzione ormai vicina. In un contesto di nazionalismi crescenti, il mondo intero fu trascinato in una guerra che divenne un massacro globale.

 

Il contesto storico

Per comprendere le motivazioni dietro l'omicidio di Francesco Ferdinando e in quale clima politico maturò questo attentato, è necessario tornare indietro al 1908, quando la Bosnia-Erzegovina fu annessa all’Impero austro-ungarico. Questo evento accese tensioni nei Balcani e rafforzò due blocchi contrapposti: da un lato gli imperi centrali, con l’Austria e la Germania, dall’altro la Triplice Intesa, formata da Francia, Russia e Gran Bretagna nel 1907. L’annessione della Bosnia-Erzegovina generò un profondo risentimento in Serbia, fedele alleata della Russia, e favorì la nascita di movimenti nazionalisti e indipendentisti.

La nascita dell’organizzazione Mlada Bosna

Negli anni precedenti l’attentato, Vladimir Gaćinović fondò l’organizzazione politico-rivoluzionaria Mlada Bosna (Giovane Bosnia), con l'obiettivo di liberare la Bosnia dall’Impero austro-ungarico. Il 28 maggio 1914, tre membri di Mlada Bosna partirono da Belgrado per raggiungere Sarajevo, dove sapevano che Francesco Ferdinando sarebbe giunto per una visita ufficiale. I cospiratori erano Gavrilo Princip, Nedeljko Čabrinović e Trifko Grabež.

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L’attentato

Domenica 28 giugno 1914, Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia sfilarono per le strade di Sarajevo su un'auto scoperta, accompagnati dal sindaco e da altre autorità militari. Durante il tragitto, uno degli attentatori lanciò una bomba a mano, contro la macchina. Il lancio però fu impreciso e l’ordigno deflagrò sotto un’altra vettura. Nonostante l'attentato fallito, l'arciduca decise di proseguire la visita. Poco dopo, l'auto di Francesco Ferdinando si trovò di fronte a Gavrilo Princip, che sparò due colpi, uccidendo sia l'arciduca che sua moglie.

Le conseguenze

La morte di Francesco Ferdinando fu il pretesto per una delle più grandi carneficine della storia. Un mese dopo il vecchio imperatore Francesco Giuseppe dichiarò guerra alla Serbia aprendo così il primo conflitto mondiale, una tragedia di dimensioni immani che cambierà per sempre il volto dell’Europa aprendo la strada ad altri drammi.

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Una veduta di piazza della Loggia a Brescia dopo l'attentato in una immagine del 28 maggio 1974. Il pm di Brescia al processo per la strage di piazza della Loggia ha chiesto quattro condanne all'ergastolo e un'assoluzione. Ergastolo per: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Francesco Delfino e Maurizio Tramonte. Assoluzione, invece, per Pino Rauti. ANSA

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