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Daghestan, 15 morti in attacchi a chiese e sinagoga. Mosca: “Terrorismo”

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Nelle aggressioni con armi automatiche - che il Comitato nazionale antiterrorismo russo definisce terroristiche - avvenute oggi, 23 giugno, nelle città di Derbent e Makhachkala, sono anche rimaste ferite più di 20 persone. Preso di mira anche un posto di polizia stradale. L’identità degli autori non è ancora stata resa nota, ma dalle autoritò locali si apprende che quattro di loro sono stati uccisi. I luoghi di culto sono poi stati incendiati

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Sono più di 15 gli agenti di polizia uccisi durante gli attacchi - definiti "terroristici" dal Comitato nazionale antiterrorismo russo - che nel pomeriggio di oggi, 23 giugno, hanno colpito due chiese, una sinagoga e un posto di polizia stradale nelle città di Derbent e Makhachkala, nella Repubblica autonoma del Daghestan, Russia meridionale. Per il blitz sono state usate armi automatiche, mentre il prete - 66 anni - sarebbe stato ucciso a coltellate. L’identità degli aggressori non è ancora stata resa nota, ma quattro di loro sono stati uccisi a Makhachkala, ha riferito il ministero dell'Interno su Telegram. "I sospettati sono scappati a bordo di una Volkswagen Polo bianca. Si stanno chiarendo le circostanze dell'attacco", scrive la Tass citando il Ministero degli affari interni del Daghestan. Si contano anche più di 20 feriti. Dopo l'attacco, i luoghi di culto sono stati incendiati. Una fonte vicina alla polizia locale ha riferito alla Tass che gli autori di questi attacchi "sono membri di un'organizzazione terroristica internazionale". Dopo le aggressioni, in una piazza nel centro del villaggio di Sergokala, a 80 chilometri a sud di Makhachkala, uomini ignoti hanno sparato contro un'auto della polizia, ferendo un agente.

Medvedev: "In Daghestan vile attacco terroristico come in Crimea"

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha parlato del "massacro in Daghestan" come di un "vile attacco terroristico", paragonandolo all'attacco ucraino a Sebastopoli, in Crimea, colpita da diversi droni e missili in un'operazione militare che Mosca ha attribuito anche agli Usa per aver fornito le armi usate a Kiev. "Tutto ciò che è accaduto in Crimea non è stata un'azione militare, ma un vile e atroce attacco terroristico contro il nostro popolo, commesso in una festivitò ortodossa, come il massacro in Daghestan, compiuto da estremisti. Per noi non c'e' differenza tra il regime di Bandera (leader ultranazionalista ucraino durante la Seconda Guerra Mondiale, ndr) e i pazzi fanatici", ha scritto su Telegram Medvedev (GUERRA IN UCRAINA, GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

Stato di emergenza nella capitale

Per il leader regionale, Sergei Melikov, gli attacchi sono "un tentativo di destabilizzare la società". Nella capitale Makhachkala e nella città costiera di Derbent, le autorità hanno instaurato lo stato di emergenza e aperto un'indagine penale per "atti terroristici". Il ministero dell'Interno ha smentito le voci secondo cui in una chiesa ortodossa di Makhachkala sia in corso una crisi con ostaggi.

Nella sinagoga non c'erano fedeli 

L'ambasciata israeliana a Mosca è in contatto con i leader della comunità ebraica del distretto di Derbent. Lo ha fatto sapere il Ministero degli esteri israeliano, aggiungendo che "per quanto è noto, al momento dell'attacco non c'erano fedeli nella sinagoga".

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