Nonostante lo status di europarlamentare, la scarcerazione dell'insegnante italiana sotto processo a Budapest e ora agli arresti domiciliari, non è scontata. Per Gergely Gulyàs, capo di gabinetto del premier ungherese, Viktor Orban "se il Pe è contro gli abusi fisici revocherà l'immunità"
Nonostante l’elezione al Parlamento europeo, la scarcerazione di Ilaria Salis, sotto processo a Budapest e ora agli arresti domiciliari, non è scontata. L’Ungheria, infatti, potrebbe chiedere la revoca dell’immunità dell’europarlamentare, come ha fatto chiaramente capire Gergely Gulyàs, il capo di gabinetto del premier ungherese, Viktor Orban.
Il capo di gabinetto di Orban: "Se Pe contro abusi revocherà immunità"
"L'immunità - ha dichiarato Gulyàs in ina conferenza stampa - si compone di due parti: immunità e inviolabilità. Inviolabilità significa che il procedimento può continuare quando e se la persona non gode dell’immunità o l'ha revocata. Quindi l’autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell’immunità, e se un'ampia maggioranza del Parlamento europeo non ritiene accettabili gli abusi fisici e non vuole lasciare impuniti questo tipo di grave crimine, allora farà revocare l’immunità e il procedimento penale potrà proseguire durante il mandato dell'eurodeputato. In caso contrario, potrà continuare allo scadere del mandato".
Presentata dai legali la richiesta di liberazione
Il legale di Ilaria Salis, Mauro Straini, ha reso noto intanto che è stata già presentata a Budapest la richiesta di liberazione in base all’immunità legata allo status di parlamentare e il tribunale ha fatto sapere al difensore ungherese di Ilaria Salis che è in attesa della comunicazione ufficiale dell'elezione al Parlamento Europeo e ha già informato il ministro degli Esteri. La donna è accusata di aver aggredito alcuni partecipanti di una manifestazione neonazista a Budapest dell'11 febbraio 2023. I reati di cui è accusata prevedono una condanna fino a 24 anni di carcere