
Usa Weekly News, Joe Biden: "Sì al diritto di protestare, ma non di provocare caos"
"L’antisemitismo non ha alcun posto nelle università americane. La legge e la libertà di parola devono essere sostenute: le proteste pacifiche sono tutelate in America, il vandalismo e le proteste violente no". Joe Biden rompe il silenzio sulle proteste pro-Gaza nei campus americani in una conferenza stampa: "Il diritto alla protesta non significa diritto al caos". Trump lo attacca: "Non ha saputo gestire la situazione"
A cura di Valentina Clemente

Non c’è spazio per l’antisemitismo – “Per l’antisemitismo e le minacce contro gli studenti ebrei non dovrebbe esserci spazio in nessun campus, o in America. Non c’è posto per i discorsi di odio, per la violenza, per l’islamofobia, per la discriminazione contro gli arabo-americani o i palestinesi-americani. Non c’è posto per il razzismo in America. È sbagliato e antiamericano”, ha detto Biden

Sì al diritto di protestare, no al caos - Biden ha detto che in Usa “c’è il diritto di protestare, ma non il diritto di provocare il caos”. Parlando al Paese sulle violenze che da giorni scuotono i campus universitari statunitensi per la guerra a Gaza, il presidente ha insistito: “Non c’è posto per discorsi di odio o violenza di alcun tipo, che si tratti di antisemitismo, islamofobia o discriminazione contro gli arabi americani o i palestinesi americani. È semplicemente sbagliato. Non c’è posto per il razzismo in America. È tutto sbagliato. Non è americano”

La mappa delle proteste - Da Berkeley alla Columbia, dalla California a New York, sono più di quattrocento le università e college americani attraversati dalle proteste studentesche pro-Gaza, cominciate all’indomani del massacro di israeliani ad opera di Hamas, il 7 ottobre, ma che si sono intensificate e trasformate in occupazione da metà aprile in sei università

Secondo i grafici del Washington Post e realizzati da Crowd Counting Consortium, un progetto che raccoglie dati sugli assembramenti per motivi politici, le prime occupazioni pro-Palestina sono partite da sette università: North Texas, George Washington, Northwestern Oregon, Brown (Rhode Island), Georgetown (Washington Dc) e Pomona College (California). Da lì, a partire dal 17 aprile, si sono allargate ad altre dieci, tra cui università d’élite come Columbia, Yale e Harvard, oltre a University of Minnesota, Indiana, Southern California

La protesta considerata simbolo, alla Columbia, nell’Upper West Side di New York, è cominciata il 17 aprile, non un giorno a caso: era quello in cui la presidente dell’università, Minouche Shafik, era andata a testimoniare al Congresso riguardo le accuse di manifestazioni antisemite nel campus. Shafik ha chiesto l’intervento della polizia di New York per smantellare l’accampamento creato nell'area esterna della scuola, una mossa che ha alzato le tensioni e indurito la protesta

Dal 24 aprile, occupazioni studentesche sono cominciate a Ohio State, Stanford (Connecticut), Emory (Georgia), Arizona State, Austin (Texas), University of Pennsylvania, Chapel Hill (North Carolina), Ucla (California) e University of Delaware

Trump e proteste – “Estremisti e agitatori di estrema sinistra stanno terrorizzando i campus americani. Una rivoluzione della sinistra radicale sta avvenendo nel nostro paese. Dov’è Joe Biden? Dov’è il governatore Newsom? Il pericolo nel nostro paese viene dalla sinistra, non dalla destra”. Lo afferma Donald Trump riferendosi alle proteste pro-Gaza nelle università americane e in particolare al caso di Ucla, in California, per il quale chiama in causa il governatore Gavi Newsom

Multa per Trump - Il giudice di New York Juan Merchan ha multato Donald Trump per violato ripetutamente il gag order che gli vieta di fare commenti su testimoni, giurati, procuratori e staff del tribunale. Nel corso del processo che vede il presidente accusato per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels, Merchan ha imposto una multa di 1.000 dollari per ognuna delle nove violazioni accertate, quindi per un totale di 9.000 dollari

La reazione di Trump - Dopo essere stato multato con una sanzione da 9.000 dollari dal giudice Juan Merchan, Donald Trump ha cancellato dai social media, per la maggior parte il suo Truth, tutti i post che hanno violato l’ordine del silenzio

“Limiti imposti sono incostituzionali” - I limiti alla libertà di parola che “mi sono stati imposti sono incostituzionali”: così Donald Trump all'uscita del tribunale di New York. “Dovrei essere in Georgia. Dovrei essere in North Carolina. Invece sono qui per niente, non c’è reato”, aggiunge Trump

“Accetterò il risultato” – “Se tutto sarà onesto, accetterò i risultati. Se non lo sarà, dovremo combattere per il diritto del paese”. Lo afferma Donald Trump in un’intervista al Milwaukee Journal Sentinel, nel quale ribadisce che l’accettazione dei risultati elettorale dipenderà dalla correttezza del voto. L’ex presidente è quindi tornato a parlare delle elezioni rubate del 2020

Hope Hicks e la richiesta di “negare” - Hope Hicks, ex manager della campagna di Donald Trump nel 2016 e poi direttrice della comunicazione alla Casa Bianca, ha rivelato che il tycoon le chiese di mentire sul suo affaire con la porno star Stormy Daniels

Nella sua testimonianza al tribunale di Manhattan, l’accusa le ha presentato un articolo del Wall Street Journal, uscito poco prima delle elezioni, sui pagamenti all’attrice hard e alla coniglietta di Playboy Karen McDougal nel quale lei aveva dichiarato che “le notizie di un affaire sono completamente false, non abbiamo nessuna informazione”. Ora, sotto giuramento, l’ex manager ha chiarito che era stato Trump a chiederle di mentire

Obama su Trump - Donald Trump “non è considerato una persona seria nella sua città natale, New York”. Lo ha detto Barack Obama intervenendo, insieme a Joe Biden e all’ex presidente Bill Clinton, al podcast Smartless. “Nessuno a New York fa affari con lui o gli presta denaro. Non è considerato una persona seria”, ha osservato Obama spiegando di essere stato sorpreso dall’elezione di Trump ma non dal suo comportamento

“Eppure mi aspettavo che qualcuno nel Partito repubblicano gli dicesse non puoi spingerti fino a questo punto, non puoi lodare il presidente russo Vladimir Putin e dire che la sua intelligence è migliore di quella americana” ha aggiunto Obama

Florida e aborto - La Florida ha introdotto uno dei divieti di aborto più severi negli Stati Uniti, già dopo sei settimane di gravidanza, in quello che il presidente Joe Biden ha definito un incubo innescato da Donald Trump. Trump si è vantato di come i giudici da lui nominati abbiano consentito alla Corte Suprema degli Stati Uniti di revocare il diritto nazionale all’aborto nel 2022, aprendo la strada ai 21 Stati che finora hanno introdotto bandi totali o parziali