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Migranti, 491 tra morti e dispersi nel Mediterraneo nel 2024: rapporto Oim

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©Ansa

Secondo il report settimanale che copre il periodo dal 14 al 20 aprile, non è stata effettuata nessuna operazione di salvataggio, mentre sono stati ritrovati cinque corpi sulle coste della Tripolitania

 

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Sono 167 i morti e 324 i dispersi nel Mediterraneo centrale dall'inizio dell'anno di cui dà conto l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) che riferisce, inoltre che, dall'inizio dell'anno, sono stati intercettati in mare e riportati in Libia 4.942 migranti, di cui 4.442 uomini, 339 donne e 161 minori. Secondo il report settimanale che copre il periodo dal 14 al 20 aprile, non è stata effettuata nessuna operazione di salvataggio, mentre sono stati ritrovati cinque corpi sulle coste della Tripolitania. Il Progetto Migranti Scomparsi dell’OIM è stato istituito nel 2014 a seguito di due devastanti naufragi al largo delle coste di Lampedusa ed è riconosciuto come l’unico indicatore che misura il livello di ‘sicurezza’ della migrazione negli Obiettivi di sviluppo sostenibile e nel Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare.

Il report del 2023

Secondo i dati raccolti dal Progetto Migranti Scomparsi dell’OIM, il 2023 si era chiuso con almeno 8.565 persone morte sulle rotte migratorie di tutto il mondo, facendolo diventare così l’anno più letale mai registrato. Il bilancio del 2023 segna un tragico aumento del 20% rispetto al 2022, evidenziando l’urgente necessità di agire per prevenire ulteriori perdite di vite umane.

La rotta più letale

La traversata del Mediterraneo continua a essere la rotta più letale per i migranti, con almeno 3.129 morti e dispersi. Si tratta del più alto numero di morti registrato nel Mediterraneo dal 2017. A livello regionale, un numero senza precedenti di morti di migranti è stato registrato in Africa (1.866) e in Asia (2.138). In Africa, la maggior parte di questi decessi si è verificata nel deserto del Sahara e sulla rotta marittima verso le Isole Canarie. In Asia, l’anno scorso sono state registrate centinaia di morti tra i rifugiati afghani e rohingya in fuga dai loro Paesi d’origine.

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