La gaffe del premier libanese, che scambia Giorgia Meloni con la sua segretaria. VIDEO
MondoLa premier è in visita al contingente italiano in Libano impegnato nelle missioni UNIFIL e Mibil. Una volta arrivata all'aeroporto di Beirut, ha aspettato prima di scendere dall'aereo ed è stata anticipata dal capo della sua segreteria Patrizia Scurti, accolta calorosamente da Najib Miqati, primo ministro libanese
Patrizia Scurti scende dall’aereo e viene accolta calorosamente dal primo ministro libanese Najib Miqati. Il leader le si avvicina, la abbraccia, le dà due baci sulle guance e si allontana insieme a lei. È il suo staff ad avvertirlo del fatto che Giorgia Meloni, attesa in Libano per visitare i contingenti militari italiani, in realtà è ancora sul velivolo. Miqati allora torna vicino alla scaletta dell’aereo, pronto a salutare la premier, con lo stesso slancio riservato qualche istante prima al capo della segreteria di Meloni. Una gaffe già virale sui social, dove gli utenti sorridono del simpatico scambio avvenuto all’aeroporto di Beirut.
La visita di Meloni in Libano
“Voi non ci siete durante le feste con la famiglia, non ci siete per i vostri amici, i vostri fidanzati e fidanzate, mogli e mariti”, ha detto Giorgia Meloni al contingente italiano in Libano. “Rinunciate a tutto per garantire quella pace di cui tanti, soprattutto in questo momento, si riempiono la bocca seduti comodamente dal divano di casa loro. Perché la pace non si costruisce con i sentimenti e le buone parole, la pace è soprattutto deterrenza e impegno, sacrificio”, ha proseguito la premier. Meloni ha, poi, ringraziato i militari della missione militare italiana bilaterale in Libano (Mibil) per la loro dedizione: “Sono venuta qui oggi soprattutto a dire grazie, a nome dell'Italia per aver scelto di indossare una divisa. Grazie per aver capito che indossare quella divisa significa saper usare tanto la testa quanto il cuore. Grazie per aver studiato, perché sapevate anche che indossare quella divisa impone professionalità e competenza. Grazie per aver accettato di venire fino a qui in Libano, dove da decenni le nostre forze armate costituiscono un pezzo fondamentale della missione Unifil”, ha concluso.