Migranti, Corte Ue dice no a procedura d'urgenza: a rischio l'accordo Italia - Albania

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Il Viminale, dopo che la Cassazione ha rimandato la questione ai giudici di Strasburgo, ha chiesto l'esame urgente del ricorso. Ma la Corte europea ha detto no. E dunque per il verdetto potrebbero essere necessari anche diversi mesi

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La prima sezione della Corte di giustizia europea ha deciso di non accogliere la domanda pregiudiziale d'urgenza avanzata dalla Corte di Cassazione. Si procederà quindi con procedura ordinaria. Il tema riguarda alcuni aspetti dell'applicazione del decreto Cutro in merito al trattenimento dei migranti. 

Il caso

La Cassazione era stata chiamata a esaminare i ricorsi dell'Avvocatura dello Stato per conto del ministero dell'Interno contro le ordinanze con cui il Tribunale di Catania non convalidò lo scorso autunno i trattenimenti di alcuni migranti tunisini nel Centro di Pozzallo. Decise di sospendere i giudizi sui procedimenti in atto e di rivolgersi appunto alla Corte di giustizia europea chiedendo un pronunciamento in via d'urgenza. 

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La Cassazione

In particolare la Cassazione chiedeva "se la direttiva "2013/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, recante norme  relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale", ostino "a una normativa di diritto interno che contempli quale misura alternativa al trattenimento del richiedente (il quale non abbia consegnato il passaporto o altro documento equipollente), la prestazione di una garanzia finanziaria il cui ammontare è stabilito in misura fissa anzichè in misura variabile, senza consentire alcun adattamento dell'importo alla situazione individuale del richiedente, ne' la possibilità di costituire la garanzia stessa mediante l'intervento di terzi, sia pure nell'ambito di forme di solidarietà familiare, così imponendo modalità suscettibili di ostacolare la fruizione della misura alternativa da parte di chi non disponga di risorse adeguate, nonchè precludendo la adozione di una decisione motivata che esamini e valuti caso per caso la ragionevolezza e la proporzionalità di una siffatta misura in relazione alla situazione del richiedente medesimo".

 

 I tempi si allungano

 "Per la Corte di Giustizia non si tratta quindi di una questione da affrontare con procedura di urgenza ma con procedura ordinaria” dichiara all'Agi l'avvocata Rosa Emanuela Lo Faro, che difende i migranti nei due casi portati all'attenzione della Corte di giustizia europea. Due visioni della fattispecie che differisce tra i due massimi organismi, uno nazionale e l'altro europeo". La non convalida dei trattenimenti, potrebbe avere portato con se' anche la conseguenza di non attivare procedure di urgenza dal momento che i migranti non sono detenuti.

A rischio l’accordo Italia-Albania

Se è vero che i giudici delle sezioni immigrazione dei tribunali italiani hanno bisogno della pronuncia della Corte di giustizia europea per avere l'ultima parola sulla legittimità delle procedure accelerate di frontiera, adesso il primo effetto della decisione di Strasburgo potrebbe essere quello del differimento a tempo indeterminato del progetto Albania. Il protocollo siglato da Giorgia Meloni ed Edi Rama prevede infatti che ai migranti soccorsi nel Mediterraneo da navi militari italiane vengano applicate proprio le procedure accelerate di frontiera, compresa la contestata cauzione da 5.000 euro per attendere il verdetto sulla richiesta di asilo in libertà piuttosto che detenuto nei centri albanesi.

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Migranti: altri 107 sbarcati a Lampedusa

 

Intanto proseguono gli sbarchi in Italia. Altri 107 migranti sono approdati fra Lampedusa e l'isolotto di Lampione. Due imbarcazioni, con a bordo 8 e 54 persone, sono state avvistate e soccorse dalle motovedette della guardia di finanza. Tre gruppi di migranti composti da 7, 17 e 21 tunisini, sono stati invece rintracciati sull'isolotto di Lampione. Fra loro anche una donna e sette minori. Il primo gruppo ha riferito di essere partito con un gommone da Mahdia, mentre gli altri due gruppi da El Shaba pagando una cifra compresa da mille a 2500 dinari tunisini. Infine gli ultimi arrivati, 54 bengalesi ed egiziani,  hanno usato una barca di legno di 8 metri per la traversata e hanno riferito ai soccorritori di essere salpati da Zuwara, in Libia.

 

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