La diffusa "discriminazione istituzionale" contro donne e ragazze ha portato a gravi violazioni dei diritti umani da parte del governo iraniano
La violenta repressione delle proteste pacifiche e la diffusa "discriminazione istituzionale" contro donne e ragazze in Iran hanno portato a gravi violazioni dei diritti umani da parte del governo iraniano, molte delle quali costituiscono "crimini contro l'umanità". Lo ha affermato oggi la missione Onu d'inchiesta internazionale indipendente sulla Repubblica islamica dell'Iran nel suo primo rapporto reso noto oggi a Ginevra.
Le manifestazioni di settembre
Il rapporto della Fact finding Mission al Consiglio Onu dei diritti umani - riferisce un comunicato dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani - sostiene che le violazioni e i crimini ai sensi del diritto internazionale commessi nel contesto delle proteste "Donna, Vita, Libertà", iniziate il 16 settembre 2022 dopo la morte della giovane di Mahsa Amini arrestata dalla polizia morale, includono uccisioni e omicidi extragiudiziali e illegali, uso non necessario e sproporzionato della forza, privazione arbitraria della libertà, tortura, stupro, sparizioni forzate e persecuzione di genere. Violazioni che hanno avuto un "impatto sproporzionato" su donne, bambini e membri di minoranze etniche e religiose, afferma la Missione d'inchiesta.