Albania, proteste contro il governo a Tirana: scontri e lancio di molotov

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L'opposizione scesa in piazza  a Tirana ha accusato il premier Edi Rama, al terzo mandato alla guida del Paese, di essere responsabile di una "dilagante corruzione", della "povertà che costringe gli albanesi a fuggire all'estero" e di "governare in alleanza con gli oligarchi e la criminalità, riducendo gli spazi di democrazia". 

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Molotov e petardi ieri sera sono stati lanciati contro la sede del governo albanese a Tirana, nel corso di una protesta convocata dall'opposizione di centro destra del Paese. La tensione è aumentata tra i partecipanti dopo la fine del discorso dell'ex premier Sali Berisha che, in videoconferenza, ha parlato ai manifestanti dalla propria abitazione. Berisha si trova infatti agli arresti domiciliari dopo un'inchiesta per presunta corruzione sulla privatizzazione di un complesso sportivo che ha coinvolto anche il genero, cioè uno dei proprietari dei terreni su cui attualmente sorgono diversi palazzi. Con le unità di polizia schierate, però, la situazione si è tranquillizzata nel giro di poco.

Le accuse a Rama

L'opposizione scesa in piazza ha accusato il premier Edi Rama, al terzo mandato alla guida dell’Albania, di essere responsabile di una "dilagante corruzione", della "povertà che costringe gli albanesi a fuggire all'estero" e di "governare in alleanza con gli oligarchi e la criminalità, riducendo gli spazi di democrazia". La protesta, tra l’altro, è coincisa con l'anniversario dell'abbattimento della statua dell'ex dittatore comunista Enver Hoxha, proprio nel centro di Tirana. Per Berisha "la stessa sorte, il popolo dell'opposizione la riserverà  anche al regime di Rama", perché, ha sottolineato l’ex premier, "da oggi diamo inizio ad una battaglia senza ritorno".

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