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Il Papa all'Angelus: vicinanza a comunità chiesa attaccata a Istanbul

Mondo
©Getty

“Non si dialoga né si negozia mai con il diavolo. E' il monito di Papa Francesco, che mette in guardia sulle "catene" che ci soffocano: dalle dipendenze alle mode, dal consumismo e all'edonismo fino alla paura e all'idolatria del potere

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"Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa di Santa Maria a Sariyer a Istanbul, che durante la messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti". Così Papa Francesco al termine dell’Angelus. 

 

Due ragazzi dell'Acr si affacciano con lui alla finestra

 

Subito dopo la recita della preghiera mariana dell'Angelus, il Pontefice ha invitato due ragazzi ad affacciarsi con lui alla finestra del Palazzo apostolico. In Piazza San Pietro presenti i Ragazzi dell'Azione Cattolica della Diocesi di Roma, accompagnati dai loro educatori e genitori, insieme ai loro coetanei delle scuole e delle parrocchie della città, che hanno concluso, con la "Carovana della Pace", il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace.

 

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Il diavolo ci incatena

 

Il diavolo vuole incatenarci l'anima. Il diavolo ti toglie la libertà sempre". Così Papa Francesco introducendo la recita dell'Angelus. "Cosa fare allora quando ci sentiamo tentati e oppressi? Invocare Gesu'” ha ribadito il Santo Padre. “Il Signore, con la forza del suo Spirito, desidera ripetere anche oggi al maligno: Vattene, lascia in pace quel cuore, non dividere il mondo, le famiglie, le nostre comunità; lasciale vivere serene, perché vi fioriscano i frutti del mio Spirito, non i tuoi. Perche' tra loro regnino l'amore, la gioia, la mitezza, e al posto di violenze e grida di odio ci siano libertà e pace'".

No alle dipendenze

 

"Proviamo allora a dare dei nomi ad alcune delle catene che possono stringerci il cuore. Penso alle dipendenze, che rendono schiavi, sempre insoddisfatti, e divorano energie, beni e affetti; penso alle mode dominanti che spingono a perfezionismi impossibili, al consumismo e all'edonismo, che mercificano le persone e ne guastano le relazioni" ha sottolineato il Pontefice. "Un'altra catena è la paura che fa guardare al futuro con pessimismo e l'insofferenza che getta la colpa sempre sugli altri" ha sottolineato il Pontefice. "Poi c'e' la catena molto brutta che e' l'idolatria del potere che genera conflitti e ricorre ad armi che uccidono o si serve dell'ingiustizia economica e della manipolazione del pensiero" ha aggiunto Papa Francesco. 

La guerra è un disastro per i popoli

 

 "Ormai da 3 anni il pianto del dolore e il rumore armi hanno preso il posto del sorriso che caratterizza la popolazione del Myammar. Mi unisco, perciò, alla voce di alcuni vescovi birmani affinché le armi della distruzione si trasformino in strumenti per crescere in umanità e giustizia. La pace è un cammino e invito tutte le parti coinvolte a muovere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione perché la terra del Myammar raggiunga la meta della riconciliazione fraterna". Lo ha detto Papa Francesco, a margine dell'Angelus in piazza San Pietro. 

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Le vittime della guerra in Ucraina

 

"Sia consentito il traffico degli aiuti umanitari per garantire il necessario a ogni persona, e lo stesso avvenga in Medioriente, Palestina e Israele, ovunque si combatte. Si rispettino le popolazioni, penso sempre in modo accorato a tutte le vittime, specialmente civili, causate dalla guerra in Ucraina". Poi il Papa ha continuato: "per favore si ascolti il loro grido di pace, il grido della gente che è stanca della violenza e vuole che si fermi la guerra che è un disastro per i popoli e disfatta dell'umanità". 

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