Lenin, 100 anni fa la morte del fondatore dell'Unione Sovietica. La storia
Il 21 gennaio 1924 moriva il fondatore dell’Unione sovietica, Vladimir Il'ič Ul'janov, noto anche come Lenin. Teorico della rivoluzione del proletariato, fu lui che portò l’ex impero zarista fuori dalla Prima guerra mondiale e vinse lo scontro interno con le forze controrivoluzionarie, anche se questo costò la vita a molti dissidenti durante il “Terrore rosso”. Ancora oggi è possibile visitare la sua salma, esposta nei pressi del Cremlino
- Uomo politico, ideologo, ma anche rivoluzionario e dittatore. Sono tante le definizioni che sono state attribuite a Vladimir Il'ič Ul'janov, noto anche come Lenin (1870-1924), morto esattamente 100 anni fa, il 21 gennaio 1924. A lui si deve la nascita dello Stato sovietico, sorto dalle ceneri dell’Impero zarista nel 1917 e dall’armistizio con gli Imperi centrali durante la Prima guerra mondiale
- Nato a Simbirsk da una famiglia borghese, suo nonno materno era un ebreo convertitosi al cristianesimo ortodosso. Lenin cominciò a interessarsi alla politica dopo l'esecuzione di suo fratello, avvenuta nel 1887. Espulso dall'Università di Kazan per aver partecipato alle proteste contro gli zar, nel 1893 era già una figura di alto livello nel Partito Operaio Socialdemocratico Russo, movimento marxista. Dopo tre anni di esilio, si trasferì in Europa, dove continuò a teorizzare la rivoluzione del proletariato
- Dopo essersi brevemente stabilito con la famiglia nella Polonia meridionale, Lenin si trasferì in seguito a Zurigo, in Svizzera. Nel 1917 la crisi interna all’Impero russo, le rivolte di piazza e la ribellione dell’esercito portarono Lenin a decidere di tornare in patria. Un passaggio rischioso, visto che si doveva passare lungo un Paese nemico, la Germania. Arrivato nell’aprile del 1917, Lenin prese il potere nel novembre di quell’anno, dopo la famosa Rivoluzione d’ottobre
- Alla guida del Paese si pose proprio Lenin, con la carica di presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo. In virtù di tale carica Lenin impose l’uscita del Paese dalla Prima guerra mondiale, con la firma del Trattato di Brest-Litovsk (1918). Con la nascita dell’Unione sovietica e fino alla sua morte, Lenin ricoprirà la carica massima, valida sia nel territorio russo che a livello federale
- La vittoria dei Soviet in tutto il territorio dell’ex impero zarista russo non fu semplice: dal 1917 al 1922 i bolscevichi, guidati da Lenin, dovettero combattere una lunga e sanguinosa guerra civile contro i menscevichi, forze controrivoluzionarie guidate dagli ufficiali ancora fedeli allo zar che volevano restaurare l’antico regime. A favore di questi ultimi si schierarono diversi Paesi, come Regno Unito, Stati Uniti d'America e Francia. I morti furono 2 milioni
- Durante il periodo della guerra civile, gli avversari politici vennero soppressi tramite una campagna orchestrata dalla Čeka, la polizia segreta sovietica; decine di migliaia di dissidenti vennero uccisi durante il periodo noto come "Terrore rosso". Lenin contribuì a dare vita al primo gulag, un campo di detenzione alle Isole Soloveckie, in Carelia, aperto nel 1920 per detenere i prigionieri della guerra civile
- L’Unione Sovietica così come è stata poi conosciuta nacque nel 1922: alla base di tale “ritardo” ci furono diversi fattori, dalla guerra civile fino alla difesa dall’aggressione polacca (1919). Lo Stato sovietico comprendeva gran parte del territorio dell'ex Impero zarista, eccetto quegli Stati resisi indipendenti dopo la Prima guerra mondiale e il successivo Trattato di pace di Versailles (1919), come Polonia, Finlandia e Paesi baltici
- Gli anni post conflitto, segnati dalla Rivoluzione e dalla guerra civile, non furono facili a livello economico. Dopo gli anni del “comunismo di guerra” tra 1917 e 1921, quando i bolscevichi tentarono senza successo di collettivizzare sia i prodotti che i mezzi di produzione, Lenin optò per la NEP, la Nuova Politica Economica, un sistema economico socialista misto che coniugava il libero mercato con il dirigismo sovietico. Il sistema, immaginato come temporaneo, permise all’URSS di superare gli anni delle carestie e durò dal 1921 al 1928
- “Stalin è troppo grossolano, e questo difetto diventa intollerabile da segretario generale. Perciò propongo ai compagni di pensare alla maniera di togliere Stalin da questo incarico”. A scriverlo è Lenin nel suo Testamento (1923), che si conoscerà soltanto nel 1956, negli anni di destalinizzazione dell’URSS. Fu un rapporto non facile, fatto di collaborazione all’inizio, ma anche di opposte visioni. Non è un mistero, infatti, che Lenin avesse maggiore considerazione di Trotskij, sebbene ne contestasse alcuni difetti
- Lenin non voleva trattamenti speciali eppure, dopo la sua morte, la sua salma fu resa oggetto di culto per volere di Stalin e Dzeržinskij, capo della Čeka. Dopo i riti funebri, celebrati a Mosca e durati giorni, la sua salma venne posta in un Mausoleo vicino al Cremlino. All'inizio si pensò di congelare il corpo, ma il rapido deteriorarsi nell'attesa di una camera refrigerata rese necessaria l'imbalsamazione. Ancora oggi la salma, accessibile ai visitatori, viene sottoposta a trattamenti ricorrenti con glicerolo e acetato di potassio