Taiwan, chi è il presidente Lai Ching-Te definito “pericoloso indipendentista” dalla Cina
Il nuovo leader dell’isola non incontra il pieno apprezzamento di Pechino, che lo ritiene “un istigatore di conflitti tra le due sponde”. Ex studente di Harvard, curriculum da medico, è noto a livello politico per essere stato il sindaco di Tainan per due mandati, ottenuti con un ampio seguito popolare, e il premier di Taiwan dal 2017 al 2019
- “Un pericoloso indipendentista”. “Un istigatore di conflitti tra le due sponde”. È così che Pechino considera Lai Ching-Te, detto "William", il nuovo presidente di Taiwan. Definizioni che hanno trovato la certificazione in quanto detto proprio in questi giorni da Chen Binhua, il portavoce dell'Ufficio per gli Affari di Taiwan di Pechino
- Lai Ching-Te è vicepresidente del Partito Progressista Democratico (DPP), formazione di centrosinistra dalla quale proviene anche la presidente uscente Tsai Ing-wen. Sessantaquattrenne, Lai è un medico che vanta nel curriculum anche la frequentazione dell’Università di Harvard
- Entrato in politica negli anni Ottanta, Lai è stato sindaco di Tainan dal 2010 al 2017, due mandati contraddistinti da un ampio seguito popolare visto che il primo lo vinse con oltre il 60% delle preferenze e il secondo con quasi 3 elettori su 4 a proprio favore. In questi 7 anni la città è diventata una vera e propria roccaforte del DPP
- Eletto all’Assemblea nazionale nel 1996, nel 1998 ha vinto le elezioni dello Yuan legislativo, l’assemblea legislativa monocamerale di Taiwan, nelle fila del Partito Progressista Democratico. Membro dello Yuan dal 1999 al 2010, è stato premier di Taiwan nel settembre 2017 e ha rassegnato le dimissioni nel gennaio 2019
- Lai è un ultraprogressista del partito, che ha sempre spinto per una maggiore autonomia di Taiwan dalla Cina. Pochi giorni fa, in un suo intervento, aveva detto di essere pronto a rilanciare il dialogo con la Cina, dopo quasi otto anni di rifiuto quasi totale di Pechino di comunicare con i leader dell'isola autonoma. Lai ha fatto anche sapere che continuerà la politica dell'attuale amministrazione, volta a mantenere l'indipendenza di fatto di Taiwan, nonostante le minacce del Partito comunista cinese
- "Pur aspirando alla pace, non nutriamo illusioni", ha detto Lai in una conferenza stampa prima delle elezioni. "Rafforzeremo la deterrenza della difesa, le capacità di Taiwan in termini di sicurezza economica, i partenariati con le democrazie di tutto il mondo e manterremo una leadership stabile e basata su principi nelle relazioni. Siamo pronti e disposti a impegnarci per dare di più alle persone su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan. La pace non ha prezzo e la guerra non ha vincitori", ha detto Lai
- Considerato favorito sin dall'inizio della campagna elettorale, i sondaggi hanno sempre considerato Lai in deciso vantaggio rispetto al candidato del Partito nazionalista o Kuomitang, Hou You-yi, propenso a un'eventuale unificazione con la Cina, e quindi più amato da Pechino, che in passato avversava i nazionalisti (celebri in passato per i tre no: all'unificazione, all'indipendenza e al confronto militare)
- Lai presidente è un risultato importante non solo per l’isola, mai come ora minacciata da Pechino, ma anche per la sua storia democratica: per la prima volta, infatti, lo stesso partito esprimerà il presidente per tre mandati consecutivi
- A livello di rapporti con la Cina non c’è da aspettarsi alcuna grande novità, almeno nell’immediato: Lai non dichiarerà formalmente l'indipendenza di Taiwan, sostenendo che l'isola funziona già, de facto, come Paese indipendente sotto il nome di Repubblica Cinese
- Di sicuro, almeno guardando alle prime dichiarazioni, la volontà del neopresidente è quella di unire le diverse anime politiche di Taiwan: nonostante il Dpp abbia preso il maggior numero di voti, Lai ha dichiarato che intende portare nel suo governo talenti provenienti da contesti politici diversi. “Taiwan deve costruire un ambiente politico di cooperazione e comunicazione”, ha affermato