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Guerra Israele-Hamas, Hezbollah: "Risponderemo all'attacco israeliano su Beirut"

©Getty

"Non rimarremo in silenzio" dopo l'attacco israeliano nella periferia sud di Beirut e "risponderemo al nemico": è la mincaccia del leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, in un discorso trasmesso in diretta tv da una località segreta. L'operazione 'Diluvio di Al Aqsa', come Hamas ha chiamato la guerra contro Israele, porterà alla "fine del regime sionista", ha detto il presidente iraniano partecipando a Kerman ai funerali delle vittime del doppio attentato di mercoledì

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Dal Libano 10 razzi verso Kiryat Shmona in Israele

Dieci razzi sono stati lanciati oggi dal territorio libanese verso Israele e in particolare verso Kiryat Shmona. Otto sono stati sparati questa sera, quattro dei quali sono stati intercettati dal sistema di difesa missilistica Iron Dome e altri quattro sono caduti in aree aperte senza causare danni o vittime. Lo riferiscono le autorità locali. Nel primo pomeriggio altri due razzi sono stati lanciati dal Libano contro la città di confine senza causare danni, riporta il Times of Israel.



Idf a Nasrallah: 'Parla molto di Israele ma meno dei danni che causa al Libano'

Al leader di Hezbollah Hassan Nasrallah "piace molto parlare di Israele e meno dei danni che sta causando al Libano, dell'economia distrutta, del Sud vuoto e degli interminabili funerali dei suoi combattenti in tutti i villaggi del sud che vengono uccisi a causa di una guerra che non ha nulla a che fare con il Libano". Ad affermarlo è il portavoce dell'Idf, il tenente colonnello Avichai Edrei, commentando le dichiarazioni del segretario generale di Hezbollah. "Nasrallah capisce di non avere alcuna legittimità in Libano per la guerra in cui sta trascinando il popolo libanese da tre mesi", ha scritto Edrei sui social media. "C'è bisogno di un dottorato in statistica per tenere traccia di tutte le cifre gonfiate ed esagerate che sta cercando di vendere dal suo nascondiglio ai libanesi", aggiunge.

Blinken in Turchia, domani incontro con Erdogan e Fidan

Altre tappe della missione di Blinken sono Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita la Cisgiordania ed Egitto. Primo obiettivo del tour, come spiegato da Miller, sarà ottenere ''misure immediate per aumentare l'assistenza umanitaria alla popolazione di Gaza''. In Israele, ha aggiunto Miller, Blinken parlerà della campagna militare in corso contro Hamas, compresi i piani per la transizione alla fase successiva delle operazioni e i passi che gli israeliani possono intraprendere per proteggere meglio i civili. Blinken discuterà anche degli sforzi in corso per riportare a casa gli ostaggi che ancora si trovano nella Striscia di Gaza, compresi i cittadini americani che risultano dispersi. Inoltre, ha affermato Miller, Blinken si concentrerà su come poter prevenire l'espansione del conflitto. "Discuterà i passi specifici che le parti possono intraprendere, compreso il modo in cui possono usare la loro influenza con altri nella regione per evitare un'escalation", ha sottolineato Miller. L'impegno di Blinken sarà anche quello di sottolineare la responsabilità di tutte le parti nel contribuire a tracciare un percorso per Gaza che raggiunga una sicurezza duratura sia per gli israeliani sia per i palestinesi, nonché una regione più pacifica e integrata "sulla base dei principi stabiliti a Tokyo lo scorso novembre e che preveda un meccanismo duraturo per la ricostruzione e il governo guidato dai palestinesi di una Cisgiordania unificata a Gaza'', ha detto Miller.


Blinken in Turchia, al via nuovo tour nella regione

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è giunto in Turchia, prima tappa del suo quarto tour in Medio Oriente da quando, tre mesi fa, è cominciata la guerra tra Israele e Hamas. Blinken dovrebbe incontrare domani a Istanbul il suo omologo turco Hakan Fidan e il presidente Recep Tayyip Erdogan, prima di volare in Grecia nel corso della giornata.

Usa: fino a 10 milioni di dollari per informazioni su finanziatori Hamas

Gli Stati Uniti hanno offerto una ricompensa fino a dieci milioni di dollari a chi sia in grado di fornire informazioni su cinque finanziatori di Hamas o notizie che possano smantellare i meccanismi finanziari del gruppo che governa Gaza. Lo ha dichiarato il Dipartimento di Stato Usa, precisando che le ricompense verranno fornite per informazioni su qualsiasi fonte di entrate per Hamas, ovvero donatori principali, istituzioni finanziarie che facilitano le transazioni per il gruppo, società di copertura che procurano tecnologia a duplice uso per i miliziani e schemi criminali a vantaggio di Hamas. I cinque finanziatori individuati da Washington sono Abdelbasit Hamza Elhassan Khair, Amer Kamal Sharif Alshawa, Ahmed Sadu Jahleb, Walid Mohammed Mustafa Jadallah e Muhammad Ahmad 'Abd Al-Dayim Nasrallah, tutti già designati come terroristi globali dagli Stati Uniti. Abdelbasit Hamza Elhassan Khair, noto semplicemente come Hamza, vive in Sudan, ha gestito numerose società nel portafoglio di investimenti di Hamas ed è stato coinvolto nel trasferimento di quasi 20 milioni di dollari al gruppo palestinese, ha spiegato il Dipartimento di Stato Usa. Secondo Washington, Hamza è legato all'ex presidente sudanese Omar Bashir e ai gruppi islamici che minacciano la stabilità in Sudan. Amer Kamal Sharif Alshawa, Ahmed Sadu Jahleb e Walid Mohammed Mustafa Jadallah gestiscono invece la rete degli investimenti di Hamas in Turchia, ha detto il Dipartimento Usa. Muhammad Ahmad 'Abd Al-Dayim Nasrallah ha invece stretti legami con entità iraniane ed è stato coinvolto nel trasferimento di decine di milioni di dollari a Hamas e al suo braccio armato, proseguono gli Stati Uniti. A ottobre si trovava in Qatar.

Drone contro base che ospita forze Usa a Erbil

Un drone armato è stato lanciato contro la base militare di al-Harir, a nord est di Erbil nel Kurdistan iracheno, dove sono di stanza forze americane e internazionali. Lo ha affermato in una nota il servizio antiterrorismo del Kurdistan iracheno, come riferisce BasNews. Non viene indicato se l'attacco abbia causato vittime o danni.

Gantz: "Netanyahu scelga, unità e sicurezza o politica"

A quanto riferisce Times of Israel, la destra del governo si è scagliata contro Halevi per l'idea di far partecipare all'inchiesta interna l'ex capo di stato maggiore Shaul Mofaz, che fu coinvolto nel ritiro israeliano da Gaza nel 2005. Ma l'attacco sembra anche essere motivato dal timore che una inchiesta interna alle forze di difesa guardi anche ai fallimenti del governo e generi una pressione perché il parlamento apra una propria inchiesta. Netanyahu continua a dire che bisogna aspettare la fine del conflitto, ma viene accusato di prendere tempo nella speranza che la commissione d'inchiesta non si faccia. Il partito Likud ha subito risposto a Gantz. "Il dovere del gabinetto è di porre domande e ricevere risposte. Non si tratta di politica. Durante una guerra, quando il popolo è unito, ci si aspetta che Gantz si comporti responsabilmente e la smetta di cercare scuse per rompere la promessa di restare nel governo di emergenza fino alla fine della guerra", si legge in un comunicato diffuso pochi minuti dopo l'uscita del video.

Gantz: "Netanyahu scelga, unità e sicurezza o politica"

"Quello che è successo ieri è stato un attacco politicamente motivato nel pieno di una guerra". Apparso in un video, Benny Gantz esorta oggi il primo ministro Benyamin Netanyahu a  scegliere "unità e sicurezza oppure la politica", mostrando di ritenerlo responsabile del violento attacco di ministri di estrema destra e del Likud del premier al capo di Stato maggiore Herzl Halevi, durante il consiglio di guerra di ieri sera. Il Likud, riferiscono i media israeliani, ha risposto pochi minuti dopo dicendo di aspettarsi un comportamento "responsabile" da parte di Gantz, ex ministro della Difesa e leader dell'opposizione, entrato nel gabinetto di guerra dopo lo scoppio del conflitto. Il consiglio doveva discutere del futuro assetto della striscia di Gaza, ma invece è stato il teatro di urla contro Halevi, quando ha detto di voler aprire un'inchiesta sul fallimento dell'esercito nell'impedire l'attacco del 7 ottobre. Nel video, Gantz ha parlato di "attacco politicamente motivato" e ha poi ingiunto a Netanyahu di scegliere "l'unità e la sicurezza oppure la politica", sottolineando che la discussione sul futuro di Gaza va ripresa. "Ho partecipato a varie riunioni di gabinetto. Non ho mai visto un comportamento del genere", ha commentato. Gantz ha appoggiato l'inchiesta interna di Halevi, affermando che è suo "dovere" aprirla. Dopo la guerra, ha aggiunto, dovrà essere istituita una commissione d'inchiesta di stato per far luce "a tutti i livelli", compreso il governo, sui fallimenti che hanno portato al 7 ottobre. 

Vali Nasr: "Non è ancora guerra su larga scala, a Iran non conviene" (2)

Nasr ritiene che in questo momento l'Iran non stia cercando una guerra "allargata" o uno scontro diretto con gli Stati Uniti o Israele. "Una guerra del genere sarebbe costosa. Le circostanze attuali servono al meglio agli interessi strategici dell'Iran. Una guerra estesa non lo farebbe", afferma Nasr, secondo cui la Repubblica islamica "sta mantenendo la pressione sugli Stati Uniti e su Israele a un livello inferiore di attacchi. Tuttavia - conclude - l'Iran si sta preparando nel caso in cui anche gli Stati Uniti e/o Israele decidessero di allargare la guerra al Libano o allo Yemen o di prendere di mira l'Iran in modo più diretto in Iraq o perfino all'interno dell'Iran stesso. Una guerra estesa potrebbe diventare inevitabile ed entrambe le parti potrebbero provocarla".

Vali Nasr: "Non è ancora guerra su larga scala, a Iran non conviene"

Gli attacchi 'chirurgici' di Israele in Libano e in Siria, quelli degli Stati Uniti a Baghdad, i missili lanciati dagli Houthi contro le navi nel Mar Rosso, fino alla strage di Kerman rivendicati dall'Is. Gli effetti della guerra a Gaza hanno trasformato in pochi mesi il Medio Oriente in una polveriera. Ma "queste azioni sono ancora sotto il livello di conflitto su larga scala. Entrambe le parti utilizzano questo genere di azioni per scoraggiare l'altra e mostrare la propria volontà di combattere se si dovesse arrivare a ciò", spiega in un'intervista all'Adnkronos il noto studioso iraniano-americano ed ex consigliere di Obama per il Medio Oriente, Vali Nasr, nel giorno dei funerali delle vittime dell'attentato in Iran. Durante la cerimonia funebre, sia il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che il capo dei Guardiani della Rivoluzione, Hossein Salami, hanno promesso che la Repubblica islamica vendicherà "il sangue dei martiri". Nella retorica di Teheran il politologo della Johns Hopkins University legge un'"ambiguità". Ufficialmente, ragiona "l'Iran non ha nominato alcun responsabile dell'attacco e lo ha definito un attacco terroristico. Non è quindi obbligato a reagire contro gli Stati Uniti o Israele. Ha detto che si vendicherà, ma non ha detto contro chi e quando. L'ambiguità è utile a Teheran poiché non la costringe ad agire immediatamente".

Ufficio Netanyahu: 107 ostaggi vivi a Gaza

Le autorità israeliane ritengono che 107 ostaggi attualmente nella Striscia di Gaza siano vivi, su un totale di 132. Lo ha dichiarato alla Cnn l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, spiegando che è stato aggiornato a 25 il numero delle persone che si ritiene siano morte dopo essere state portate a Gaza il 7 ottobre. Quattro israeliani erano già tenuti in ostaggio a Gaza prima del 7 ottobre: ​​due si ritiene siano vivi e due morti.

Nasrallah: "Risposta a omicidio al-Arouri è inevitabile"

"Ripeterò questo punto: se ci prendete di mira a Beirut, cosa che avete fatto uccidendo il martire al-Arouri, che era un mio caro amico, non risponderemo in modo normale, questo sicuramente non rimarrà impunito", ha proseguito Nasrallah.

"Non risponderemo 'al momento giusto e nel posto giusto', fratelli, risponderemo sul campo di battaglia, e questa risposta arriverà", ha aggiunto.

Mo: Nasrallah: 'Se Israele sconfigge Gaza poi attaccherà Sud del Libano'

"Se Israele sconfigge Gaza, il Libano del Sud sarà il prossimo. La battaglia di oggi non riguarda solo la Palestina". Lo ha dichiarato il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, in un nuovo discorso.

Hezbollah, l'Isis è uno strumento degli americani

Secondo il leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, l'Isis è uno strumento in mano agli americani: lo ha detto in un discorso trasmesso in diretta tv da una località segreta. Secondo Nasrallah, dietro al duplice attentato compiuto il 3 gennaio scorso a Kerman, in Iran, nel quale sono morte decine di persone e che è stato rivendicato dall'Isis, ci sono "gli Stati Uniti, che usano l'Isis come un loro strumento".

Ministro Israele, 'incoraggiare partenza palestinesi da Gaza'

All'indomani  della presentazione da parte del ministro della difesa Yoav Gallant di  un piano relativo alla futura gestione della striscia di Gaza (con un  intervento combinato di Israele, Egitto, una 'task-force' multinazionale  e amministratori locali palestinesi) il ministro per la tradizione  Amichai Eliahu (del partito 'Potere ebraico') ha illustrato una visione  totalmente diversa che include invece un ''lncoraggiamento'' ai  palestinesi affinche' abbandonino la Striscia. ''La questione e'  semplice - ha detto alla radio 103Fm. - Dobbiamo trovare i loro punti  deboli. Sappiamo che la morte non li spezza, loro non apprezzano la  vita. Quello che davvero fa loro male e' il territorio, la terra, la  distruzione della casa, una partenza volontaria. Dobbiamo spezzare il  loro sogno nazionale. Ci avete massacrato? Allora non potete restare  qua. Questo e' il punto centrale: dobbiamo incoraggiarli a lasciare  questo posto''. Su X il ministro ha poi proposto le immagini di ''una  colonna di 15 mila emigranti, di 24 Paesi, partita dal Messico verso il  confine con gli Usa''. ''Ogni governo che si arrenda ad una visione  progressista - ha aggiunto - va contro il proprio interesse esistenziale  e genera un disastro per il suo popolo'

Hezbollah, 'risponderemo all'attacco israeliano su Beirut'

"Non rimarremo in silenzio" dopo l'attacco israeliano nella periferia sud di Beirut e "risponderemo al nemico": lo ha detto il leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, in un discorso trasmesso in diretta tv da una località segreta.   "Sarebbe più pericoloso rimanere in silenzio che affrontare le ripercussioni di una nostra risposta", ha aggiunto Nasrallah. "Sarà il terreno di battaglia a parlare. E il terreno di battaglia non può aspettare", ha detto il leader libanese alleato di Hamas e Iran. 

Hezbollah, Israele non rivela vittime militari sul fronte nord

Israele  nasconde il numero dei soldati morti o feriti sul fronte nord al  confine col Libano: lo ha detto il leader degli Hezbollah libanesi,  Hasan Nasrallah, in un discorso trasmesso in diretta tv da una località  segreta. "Dall'8 ottobre abbiamo compiuto centinaia di operazioni contro  postazioni militari israeliane, colpendo veicoli blindati e  carriarmati", ha detto Nasrallah. "Come è possibile che non abbiano  soldati feriti o uccisi? Perché Israele si è trincerata dietro a un  assoluto silenzio mediatico", ha aggiunto.

Protesta famiglie ostaggi, "aiuti umanitari anche a loro"

I  famigliari degli ostaggi israeliani insceneranno una protesta il 9  gennaio a Kerem Shalom, sul confine meridionale della Striscia di Gaza,  per richiamare l'attenzione sulla mancanza di aiuti umanitari per i  propri parenti sequestrati. Lo ha riferito Shai Wenkert, padre di Omer,  uno dei rapiti del 7 ottobre scorso, parlando a Channel 12. Wenkert è  preoccupato in particolare per la mancanza dei medicinali poiché il  figlio Omer, sofferente di colite cronica, potrebbe riportare  ripercussioni permanenti senza i farmaci e la corretta alimentazione.  "Non pensiamo che i civili di Gaza non meritino aiuti", ha spiegato  Wenkert, ma suggerisce che Israele negozi l'invio degli aiuti dietro  garanzia che agli ostaggi sia assicurato un trattamento umanitario. Un  centinaio di autocarri con gli aiuti entrano giornalmente nella  Striscia, contro i cinquecento di prima del 7 ottobre.

Razzi di Hamas contro Sderot, danni ma non vittime

Due  razzi sparati da Gaza sono esplosi oggi all'interno della citta'  israeliana di Sderot, a ridosso della Striscia. Un edificio pubblico e'  stato centrato e ha subito danni, mentre l'altro razzo e' caduto in una  zona aperta. Lo ha riferito il municipio della citta'. Non si segnalano  vittime. Gran parte della popolazione e' sfollata, e diversi rioni  appaiono abbandonati. Dalla tarda mattinata sirene di allarme risuonano  intanto in diverse localita' israeliane situate a ridosso della  Striscia.

In Cisgiordania cortei protesta di Hamas per uccisione Arouri

Cortei di protesta per l'uccisione a Beirut del dirigente di Hamas Saleh al-Arouri sono stati organizzati oggi, al termine delle preghiere nelle moschee, in diverse città della Cisgiordania. I dimostranti hanno esposto le bandiere verdi di Hamas e immagini del dirigente ucciso. La manifestazione più affollata si è svolta ad Arura, presso Ramallah, che era il villaggio di origine di al-Arouri.

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