I cortei – composti da membri di movimenti sociali e sostenitori dei partiti di sinistra - hanno raggiunto la spianata delle Madri dei desaparecidos della dittatura non senza momenti di tensione: un forte dispiegamento delle forze di polizia ha tentato di mantenere l’ordine lanciando gas lacrimogeni. Uno dei punti più controversi del programma di Milei è proprio la repressione delle proteste sociali
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Giornata di proteste a Buenos Aires. Migliaia di manifestanti hanno raggiunto Plaza de Mayo per far sentire il proprio dissenso contro il programma del neopresidente dell'Argentina Javier Milei, insediato ufficialmente lo scorso 10 dicembre. I cortei – composti da membri di movimenti sociali e sostenitori dei partiti di sinistra - hanno raggiunto la spianata emblema della protesta delle Madri dei desaparecidos della dittatura non senza momenti di tensione: un forte dispiegamento delle forze di polizia ha tentato di mantenere l’ordine anche lanciando gas lacrimogeni. Mentre si svolgeva la manifestazione il presidente Milei controllava l'operazione di mantenimento dell'ordine pubblico dal comando centrale della Polizia Federale insieme al ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich.
Il nuovo protocollo contro le manifestazioni
A fronte dell'iniziativa di protesta - principalmente organizzata contro le riforme economiche annunciate da Milei, che vuole portare l'Argentina ad adottare il dollare Usa - il ministro della Sicurezza Bullrich aveva già ribadito che sarebbe stato attuato "in modo inflessibile" il nuovo protocollo delle forze dell'Ordine in tema di manifestazioni. Si prevede, tra le altre cose, una repressione particolarmente dura di quelle che bloccano la circolazione stradale, insieme a sanzioni nei confronti degli "istigatori dei picchetti". Il titolare del dicastero del Capitale Umano, Sandra Pettovello, ha invece annunciato che verranno tolti i sussidi sociali a tutti coloro che parteciperanno a picchetti o disordini.