Iran, l'attivista Narges Mohammadi in sciopero della fame durante la consegna del Nobel

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La donna, attualmente detenuta nel suo Paese, inizierà un nuovo sciopero della fame domani, giorno in cui riceverà il Premio Nobel per la pace a Oslo 

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L'attivista Narges Mohammadi, detenuta in Iran, inizierà un nuovo sciopero della fame domani, giorno in cui riceverà il Premio Nobel per la pace a Oslo dove sarà rappresentata dai suoi figli. Lo ha annunciato la sua famiglia. Mohammadi, che si batte in particolare contro l'obbligo dell'hijab e la pena di morte in Iran, inizierà uno sciopero della fame "in solidarietà con la minoranza religiosa bahai", hanno annunciato suo fratello e suo marito durante una conferenza stampa nella capitale norvegese alla vigilia della cerimonia del Nobel.

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Al centro il marito di Mohammadi, Taghi Rahmani, e i figli Ali Rahmani e Kiana Rahmani - ©Ansa

L'annuncio

"Oggi non è qui con noi, è in prigione e farà uno sciopero della fame in solidarietà con una minoranza religiosa, ma sentiamo la sua presenza qui", ha detto il fratello minore, Hamidreza Mohammadi, oggi a Oslo. Taghi Rahmani, il marito, ha spiegato che lo sciopero è un gesto di solidarietà con la minoranza religiosa Baha'i, di cui due esponenti di spicco sono già in sciopero della fame. Si tratta della più grande minoranza religiosa dell'Iran ed è oggetto di discriminazioni in molte aree della società.

L'attività per i diritti umani

Mohammadi ha già fatto uno sciopero della fame per diversi giorni all'inizio di novembre per ottenere il diritto di essere trasferita in ospedale senza coprire il capo con il velo. Ha ricevuto il premio Nobel in ottobre "per la sua lotta contro l'oppressione delle donne in Iran". Arrestata 13 volte, condannata cinque volte a un totale di 31 anni di carcere e 154 frustate, e nuovamente imprigionata dal 2021, Mohammadi ha trascorso gran parte degli ultimi due decenni dentro e fuori di prigione e non vede i suoi figli, ora residenti in Francia, da otto anni. Narges Mohammadi è una delle donne a capo della rivolta "Donna, Vita, Libertà", che comprende le proteste portate avanti per mesi in tutto l'Iran dopo la morte nel settembre 2022 di Mahsa Amini, 22enne arrestata per una presunta violazione delle rigide regole di abbigliamento della Repubblica islamica per le donne e morta mentre era in custodia.

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