Così Papa Francesco, in collegamento video dalla cappella di Casa Santa Marta, ha introdotto la catechesi per la recita dell'Angelus nella prima domenica di Avvento
"Cari fratelli e sorelle, anche oggi io non potrò leggere tutto. Sto migliorando ma ancora la voce non mi dà... Sarà monsignor Braida a leggere la catechesi". Così Papa Francesco, in collegamento video dalla cappella di Casa Santa Marta, introducendo la catechesi letta in sua vece da mons. Paolo Braida, officiale della Segreteria di Stato.
"Prepararsi ad accogliere Gesù tramite preghiera e carità"
"Ecco un bel programma per l'Avvento: incontrare Gesù che viene in ogni fratello e sorella che ha bisogno di noi e condividere con loro ciò che possiamo: ascolto, tempo, aiuto concreto", ha sottolineato papa Francesco all'Angelus della prima Domenica di Avvento, commentando il Vangelo il cui tema, ha spiegato, è "la vigilanza". "Come dobbiamo intenderla? - ha chiesto il Pontefice - A volte si pensa a questa virtù come a un atteggiamento motivato dalla paura di un castigo imminente, come se un meteorite stesse per precipitare dal cielo e minacciasse, se non ci scansiamo in tempo, di travolgerci. Ma non è certo questo il senso della vigilanza cristiana!". Secondo Francesco, che ha ricordato la parabola dei servi che attendono il ritorno del loro amato padrone, "vigilare significa tenere pronto il cuore - ha sottolineato il Papa -. È l'atteggiamento della sentinella, che nella notte non si lascia tentare dalla stanchezza, non si addormenta, ma rimane desta in attesa della luce che verrà. Il Signore è la nostra luce ed è bello disporre il cuore ad accoglierlo con la preghiera e ad ospitarlo con la carità, i due preparativi che, per così dire, lo fanno stare a suo agio". "Ci fa bene oggi chiederci come preparare un cuore accogliente per il Signore - ha aggiunto -. Possiamo farlo accostandoci al suo Perdono, alla sua Parola, alla sua Mensa, trovando spazio per la preghiera, accogliendolo nei bisognosi". "Coltiviamo la sua attesa senza farci distrarre da tante cose inutili e senza lamentarci in continuazione, ma tenendo il cuore vigile, cioè desideroso di Lui, desto e pronto, impaziente di incontrarlo", ha concluso Francesco.