Guerra Hamas-Israele, Etgar Keret: il 7 ottobre ha rafforzato gli estremismi

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Rolla Scolari

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Lo scrittore israeliano racconta come per sopravvivere al conflitto sia necessario abbandonare le vecchie ideologie

 

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Si è sempre definito un uomo di sinistra, un pacifista e attivista, lo scrittore e regista Etgar Keret, è tra gli intellettuali più eclettici e innovativi della sua generazione in Israele. Oggi, mentre attraversa il suo Paese per leggere ai bambini sopravvissuti alla mattanza del gruppo terroristico palestinese Hamas, che il 7 ottobre ha ucciso circa 1400 persone e sequestrato quasi 250 israeliani, Keret a Sky Tg24 racconta come quel giorno abbia cambiato “la prospettiva di ognuno” e come “gli effetti collaterali” siano stati l’ingigantire da entrambi le parti del divario gli estremismi.

Migliaia di morti

In Israele, come altrove nel mondo, crescono le richieste di mettere fine alle ostilità, mentre la sanguinosa operazione militare israeliana, che ha l’obiettivo dichiarato di neutralizzare la leadership militare di Hamas e portare a casa gli ostaggi, ha causato in sei settimane migliaia di morti tra i civili, centinaia di migliaia di sfollati interni e una situazione umanitaria catastrofica. (GUERRA HAMAS-ISRAELE, TUTTI GLI AGGIORNAMENTI).

I bombardamenti sono inaccettabili

“La situazione è talmente complessa – spiega Keret –: da una parte non ci si può aspettare che 1400 persone siano uccise e oltre 200 rapite senza che ci sia una reazione da parte di Israele. Dall’altra parte, i bombardamenti israeliani sui civili a Gaza sono inaccettabili”. Per questo, continua, “l’unico modo per affrontare questa situazione è da una prospettiva umana, non da una delle due parti del conflitto. Le persone devono lasciarsi dietro queste vecchie ideologie e prospettive e pensare assieme a come poter sopravvivere a questo conflitto”.

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