Il leader socialista è stato riconfermato dal Parlamento alla guida del governo di un Paese che appare sempre più diviso e su cui pesa la legge di amnistia concessa ai separatisti catalani, in cambio del loro sostegno
Pedro Sánchez ha giurato come primo ministro della Spagna al Palazzo della Zarzuela, a Madrid, di fronte al re Filippo VI. È la terza volta che il segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo assume questo ruolo. Sánchez, nato nel 1972, è stato eletto dopo un dibattito di due giorni tra i vari leader dei partiti. La sua vittoria è stata ottenuta attraverso un controverso accordo di amnistia con gli indipendentisti catalani, in cambio dei loro voti.
Il terzo mandato
L'avventura del leader socialista alla guida del governo inizia nel giugno 2018 con la sostituzione del popolare Mariano Rajoy destituito dal Congresso con una mozione di sfiducia. Sánchez guida un governo Psoe fino ad aprile 2019, poi le elezioni anticipate. Continua come primo ministro in carica per gli affari correnti fino alla ripetizione elettorale di novembre 2019 indetta a a causa dello stallo tra i partiti incapaci di formare una nuova maggioranza. A gennaio 2020 Sánchez intraprende il suo secondo mandato politico alla guida di una coalizione di governo costituita da Partito Socialista e Unidas Podemos. Dopo le elezioni da lui stesso convocate in anticipo a luglio 2023 è rimasto di nuovo in carica fino al voto .