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Loach: "In Uk migranti usati per distrarre da problemi veri. Italia lasciata sola da Ue"

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Tiziana Prezzo

Tiziana Prezzo

©Getty

Il maestro del cinema ha parlato ai microfoni di Sky TG24 in occasione del lancio in Italia di quello che lui stesso ha definito l’ultimo film della sua lunga vita: "The Old Oak". L’87enne regista britannico ha tracciato un quadro dell’attuale situazione socio-politica del Regno Unito

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In occasione del lancio in Italia di quello che lui stesso ha definito l’ultimo film della sua lunga vita, abbiamo incontrato un maestro del cinema che ha fatto della settima arte anche un importante strumento politico: Ken Loach. Con l’87enne regista britannico, la nostra corrispondente, Tiziana Prezzo, ha tracciato un quadro dell’attuale situazione socio-politica del Regno Unito.

Signor Loach, The Old Oak è ambientato nel 2016, un anno diverso da tutti gli altri nella storia del Regno Unito… L’anno del referendum sulla Brexit voluto da Cameron. Posso chiederle che cosa ha provato quando qualche giorno fa ha visto l’ex primo ministro entrare a Downing street?

 

David Cameron è un conservatore. E il suo è stato un programma di austerità. Ciò si è tradotto in poco denaro per il settore pubblico. La sanità, l’istruzione, l’edilizia pubblica ne hanno sofferto: tutte quelle cose di cui la gente comune ha bisogno. E quindi la gente si è impoverita mentre i profitti hanno a quanto pare continuato a crescere. Perché questo è il ruolo dei conservatori: ridurre gli standard di vita della classe lavoratrice e incrementare i profitti dei ricchi. Quindi lo ricordiamo per quello. Brexit è stata una questione diversa, confusa. Ma la sua eredità principale è che ha distrutto il nostro settore pubblico. E ha reso la gente più povera.

 

Nel suo film ha mostrato cosa significhi essere un rifugiato, che volto potrebbe avere l’integrazione. Cosa ne pensa del cosiddetto piano Ruanda del governo?

 

Il Regno Unito si trova in una posizione diversa dall’Italia. Voi avete avuto centinaia di migliaia di persone che sono giunte da voi. L’Unione Europea non ha condiviso il problema, come invece dovrebbe essere. E posso capire se gli italiani sono arrabbiati rispetto a questo tema. Prima di ogni altra cosa dovremmo andare sempre alle radici del problema e risolverle. Ma nel frattempo le persone sono disperate. E l’Italia ha ricevuto certo molte più persone che non i Paesi del Nord Europa.

I rifugiati giunti nel Regno Unito sono stati usati dai partiti politici, sia di destra che di centrosinistra per togliere l’attenzione dai problemi reali. I rifugiati nel nostro Paese non sono un problema, ma vengono resi un problema dai politici che non vogliono che la gente guardi alle vere cause dei loro problemi, che sono causati dall’economia di mercato e dai politici che la rappresentano. Questo è il punto. Ma la propaganda è molto forte. Far passare i rifugiati che hanno sofferto enormemente, che sono i più vulnerabili come i “cattivi” è semplicemente ridicolo.  Ora sono messi sottochiave. Li vogliono mettere su una chiatta, in cabine minuscole. Sono imprigionati dopo essere arrivati da zone di guerra e aver perso tutto.

 

Ha fatto riferimento alla Bibby Stockholm. La chiatta a Portland. Sono andata lì. Ed esattamente come nel suo film c’erano persone che mi dicevano: noi siamo senza lavoro, non abbiamo nulla, loro ricevono assistenze varie, come quella sanitaria, che noi non riceviamo… Facciamo fatica ad andare avanti a causa del carovita… quindi sono contro la chiatta per queste ragioni. Le chiedo: si tratta di puro razzismo o possiamo capire anche il loro modo di guardare alle cose?

 

Uno dei motivi per cui ho girato The Old Oak è stato mostrare una comunità che è stata abbandonata. Sono stati distrutti da Margareth Thatcher, non so se qualcuno la ricorda. Che Dio ci aiuti. Quindi hai una comunità abbandonata, e ora, dopo 30 anni di niente, vedi apparire i semi del razzismo, con l’arrivo dei rifugiati. Questa gente non ha mai visto un rifugiato prima. Non sono certo responsabili per quello che è capitato loro, ma nella comunità cominciano ad essere razzisti verso di loro. Perché sono disperati. La gente ti accoglie se è forte. Allora può essere generosa. Se ha paura, se non ha speranze, allora va alla ricerca di qualcuno a cui dare la colpa a chi sta peggio di te.

 

Ancora una volta in un suo film ha mostrato cosa significhi avere fame. E abbiamo avuto il ministro dell’Interno, ora ex ministro, Suella Braverman, che ha detto che quella di vivere nelle tende per strada è una scelta di vita. Vorrei un suo commento.

 

Suella Braverman ha detto cose che molti di noi considerano razziste. È una buona cosa che non sia più il ministro dell’Interno. È chiaro che vivere da senzatetto non può essere una "scelta di vita". Le persone sono disperate. Molti di loro hanno servito nelle nostre forze armate e sono stati abbandonati quando hanno lasciato l’esercito. Ciò che causa fame e povertà è innanzitutto il non riuscire a guadagnare abbastanza per soddisfare le necessità primarie. E poi ci sono quelli che non possono lavorare, perché hanno delle disabilità o delle malattie. Cercano di farli lavorare, e se non fanno come viene detto loro, ogni sostegno finanziario viene rimosso. Gli viene tolto ogni cosa, consapevoli che rischiano di morire di fame. Il governo e lo Stato usano la fame come un’arma: ‘Se non fai come ti diciamo, se non accetti il peggior lavoro a disposizione, morirai di fame’. La domanda al banco alimentare è aumentata di un 50% nell’ultimo anno. Il 50%. È una crisi enorme. Quantità enormi di cibo vengono distribuite ogni anno. In Gran Bretagna! Io sono stato un ragazzo durante la guerra. È stato un periodo durissimo ma nessuno moriva di fame. Ora la gente muore di fame. I bambini muoiono di fame. È uno dei più grandi crimini che questo governo sta commettendo. E tutto è cominciato sotto il governo laburista di Tony Blair.

 

Come altri suoi film, the Old Oak è ambientato nel Nord Est dell’inghilterra. Nel cosiddetto muro rosso diventato blu alle ultime elezioni. Pensa che tornerà ad essere rosso?

 

Non c’è rosso, questa è la cosa triste! C’è del blu-rosato, che è il Labour.
Non abbiamo nessuna rappresentanza che tuteli gli interessi della classe lavoratrice. Abbiamo il partito di destra, Conservatore, che è convinto sostenitore del business e del profitto, che si interessa poco dell’ambiente, e dovremmo avere un partito che si oppone, che si chiama il partito del Labour, del lavoro. In realtà è il partito del capitale. Tra i Tories il partito laburista di Keir Starmer non passa una cartina di sigaretta a dividerli. La disillusione è fortissima verso la politica. E anche questo fatto è pericoloso. Perché se la gente non ha scelta, l’estrema destra trova terreno fertile. La gente comincia a pensare: ‘Al diavolo con la politica! Dov’è l’uomo forte, o la donna forte, per risolvere i problemi?'.

 

È stato un anno con molti scioperi. Pensa che sia normale che un partito che si chiama appunto “partito del lavoro” si debba tenere lontano dai picchetti perché il suo leader stabilisce così? Se al governo, per cosa si batterà?

 

(Starmer) non cambierà nulla. Non cambierà nulla nella nostra politica estera, dove abbiamo indebolito le Nazioni Unite. Sosteniamo qualsiasi cosa faccia la Nato. Nega qualsiasi diritto umano ai palestinesi, ha dato carta bianca a Israele per continuare a uccidere dentro Gaza. Esattamente come i Tories. Credo quindi che ben poco cambierà. Potranno forse esserci dei cambiamenti superficiali, ma non il cuore che muove la politica non cambierà. Cruciale, ricordiamocelo, è l’emergenza climatica. I conservatori stanno dando più licenze per estrarre più greggio e gas nel mare del Nord. Starmer ha già detto che non revocherà queste licenze. Non ne concederà di nuove, ma già quelle date sono catastrofiche. Il partito laburista è “l’uomo invisibile” della politica. I laburisti confidano sul fatto che la gente odia ormai i conservatori così tanto che loro vinceranno. E nessuna sa che cosa faranno. Faranno quello che hanno già fatto i conservatori. Con qualche differenza di poco conto.

 

Siamo alla fine di questa intervista, un’ultima domanda. Lo scorso sabato abbiamo visto l’estrema destra causare disordini nel centro di Londra. Insieme abbiamo parlato di fame, povertà, disoccupazione. Ho guardato il suo ultimo film e l’ho trovato pieno di speranza. Perfino ottimista in alcuni punti. Da dove arriva questa speranza?

 

Se continuiamo a permettere ai politici di dividerci, percorreremo una strada verso l’inferno. L’unica risposta che abbiamo è la nostra forza collettiva. Nient’altro. E solo questa può metterci sulla strada del cambiamento.

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