Il generale Figliuolo in visita alle truppe italiane in Libano: "La missione va avanti"

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Il generale a capo del Comando operativo di vertice interforze (Covi) ha spiegato che il nostro contingente per il momento rimane dispiegato a ridosso della linea del fronte tra gli Hezbollah filo-iraniani e Israele

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La situazione nel sud del Libano è "abbastanza tesa" ma i militari italiani della missione Onu rimangono ai loro posti. il generale Francesco Figliuolo, a capo del Comando operativo di vertice interforze (Covi) e in visita al fronte di guerra tra Israele e gli Hezbollah, si è detto convinto che "in questi momenti di crisi c'è bisogno di una forza Onu". Parlando dalla base della missione militare bilaterale italiana (Mibil) a Beirut, Figliuolo ha valutato la situazione come "abbastanza tesa" dopo tre settimane dallo scoppio delle ostilità tra Israele e Hezbollah.   Qui sono schierati i militari della missione Onu (Unifil), composta da più di 10mila soldati, di 49 nazioni diverse. Tra loro ci sono i circa mille e duecento italiani. Figliuolo li ha incontrati alla base militare di Shamaa, a soli 7 chilometri a nord della linea del fronte e dove stato accolto dal generale Giovanni Brafa Musicoro.

"La missione può continuare"

"Al momento ci sono le condizioni affinché la missione continui", ha detto Figliuolo. "Seguiamo la missione con molta attenzione... col ministro Crosetto ci sono interazioni costanti e continue", ha detto Figliuolo. 

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"L'importanza di essere lì"

"La missione rimane. In questi momenti di crisi è ancora più importante che ci sia una forza di interposizione dell'Onu che aiuti la popolazione civile e che sostenga, anche logisticamente, le forze armate libanesi, che in questo momento sono il pilastro istituzionale che tiene in piedi il Libano".

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