Uk, il governo di Rishi Sunak compie un anno

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Tiziana Prezzo

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Impietoso il giudizio di giornali e opinione pubblica: secondo un sondaggio un elettore su due giudica il suo operato tra il “mediocre” e il “terribile”

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“Il successo più importante di Rishi Sunak nel suo primo anno da premier? Quello di non essere Liz Truss”. Il giudizio impietoso, che segna l’anniversario, è del quotidiano The I, ed è forse il caso di ricordare che il penultimo governo britannico, quello appunto guidato per 49 giorni da Elizabeth Truss, è stato il più corto della storia del Regno Unito. Meno di un cespo di lattuga, ironizzarono 12 mesi fa i tabloid.

Un sondaggio lo boccia

Ma The I non è il solo ad avere un giudizio molto severo sull’attuale inquilino di Downing Street. Anche il filogovernativo The Times non ci va leggero quando rende noto che, secondo un sondaggio, un elettore su due valuta l’operato del premier tra il “mediocre” e il “terribile”.

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Le vittorie laburiste alle suppletive

Intanto un giulivo Kier Starmer, a capo di un partito laburista avanti nei sondaggi una ventina di punti, ha accolto pomposamente, al primo Question Time dopo le conferenze annuali dei partiti, i nuovi deputati usciti vincitori dalle suppletive di giovedì scorso. Sottolineando, compiaciuto, che una delle due circoscrizioni non era mai stata altro che conservatrice in passato.

epa10872173 The United Kingdom's Priime Minister Rishi Sunak speaks at a news conference in Downing Street, London, Britain, 20 September 2023. Sunak was told weeks before deciding to roll back his green policies that he risked jeopardizing Britain's place as global leader on climate as well as his legally binding net zero goal.  EPA/Chris J. Ratcliffe / POOL

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Le cinque promesse di Sunak

A inizio anno Sunak aveva fatto cinque promesse che riguardavano il dimezzamento dell’inflazione, lo stop agli attraversamenti illegali della Manica, la riduzione delle liste di attesa nel sistema sanitario nazionale, la crescita dell’economia e la riduzione del debito pubblico. I risultati, però, ancora non si vedono. L’inflazione si è si ridotta, ma rimane testardamente alta (6,7%) e difficilmente arriverà al 5,3% promesso. Le liste di attesa per chi deve essere visitato sono aumentate: da 7,2 milioni di pazienti a 7,7. Il governo scarica la responsabilità sugli scioperi di medici e infermieri, sottolineando che prima che iniziassero le proteste i ritardi si stavano accorciando. La crescita c’è, ma estremamente modesta (mezzo punto percentuale) e il debito pubblico aumenta. Gli sbarchi sono diminuiti di un 25% (soprattutto grazie a un accordo stretto con l’Albania), ma gli arrivi restano comunque nell’ordine di decine di migliaia. Molto controverso è il piano di trasferimento di richiedenti asilo entrati illegalmente nel Paese verso il Ruanda. Tutti gli aerei sono finora rimasti atterra, bloccati da corti di giustizia britanniche.

Il decisionismo in politica estera

Come tradizione, fermezza Sunak la mostra in politica estera, con il Regno Unito saldamente al fianco dell’Ucraina e di Israele. Rispetto a questo ultimo conflitto, il premier non è per il cessate il fuoco, argomentando che lo Stato ebraico ha diritto di difendersi dagli attacchi terroristici di Hamas. Il governo ha al tempo stesso deciso di stanziare altri 20 milioni di sterline per i palestinesi in aiuti umanitari. Il primo cargo è partito nelle ultime ore.

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