Polonia, Agnieska Holland regista The Green Border: "Al fianco dei migranti"

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Cristiana Mancini

Cristiana Mancini

Il film, vincitore del Premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia 2023, racconta in bianco e nero il dramma dei migranti che dal Medioriente e dall’Africa tentano di raggiungere l’Europa attraverso Bielorussia e Polonia. "Al confine vengono trattati come armi ibride, per la propaganda”, racconta la Holland nell'intervista a Sky TG24

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Chi è Agnieszka Holland?

Regista e sceneggiatrice, diplomata in regia al FAMU di Praga, nasce a Varsavia in Polonia nel 1948. Dopo l'invasione sovietica nell'agosto 1968 decide di restare in Cecoslovacchia, ma nel 1970 viene arrestata dalla polizia e dieci anni dopo è costretta a lasciare la Polonia.

“Nel 1968’ il regime comunista polacco, decise di creare una campagna di odio contro gli ebrei e contro gli intellettuali e gli artisti. La campagna di odio contro di me, contro il mio film, contro i profughi e contro i migranti è simile, ma probabilmente questo governo è ancora più sfacciato” racconta la regista.

“Oggi quando incontro le persone per strada e mi riconoscono non so mai se mi amano e sostengono il mio lavoro o se mi odiano, non è una bella sensazione e non la avevo nel periodo comunista”.

 

The Green Border

Il film, vincitore del Premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia 2023, racconta in bianco e nero il dramma dei migranti che dal Medio Oriente e dall’Africa tentano di raggiungere l’Europa attraverso il confine tra Bielorussia e Polonia. Il Presidente Bielorusso Lukashenko intendeva volutamente destabilizzare l’Unione Europea servendosi di migliaia di migranti attratti con l’inganno e la promessa di poter finalmente entrare in Europa. Nel film questa ricerca di salvezza è affidata al racconto di tre diversi personaggi: un’attivista, una guardia di frontiera e una famiglia siriana.

“Tutto quello che sta succedendo sul confine polacco e bielorusso mi ha colpito molto da vicino e in questa situazione ho visto anche i pericoli futuri, le sfide future, i prossimi sviluppi che avrebbero potuto portare ad un condono della violenza come risposta alla crisi migratoria. I migranti al confine vengono trattati come armi ibride, per la propaganda”, racconta la Holland ai nostri microfoni.

“La situazione descritta nel mio film va ancora avanti. Le persone si nascondono ancora nelle foreste, private della loro dignità, dei loro diritti, della loro sicurezza. E alcuni di loro perdono la vita qui in Europa, non perché non abbiamo le risorse per aiutarli ma perché non vogliamo”. Fa sapere la Holland.

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Le minacce del governo polacco dopo l’uscita del film

Quando il film è uscito nelle sale in Polonia, il Ministro della Giustizia polacco Zbigniew Ziobro e altri esponenti del governo si sono scagliati contro la regista.

“Nel Terzo Reich i tedeschi producevano film di propaganda che mostravano i polacchi come banditi e assassini”, scrive sui social il Ministro Ziobro, “oggi hanno Agnieszka Holland per questo…”

La regista, che ha ricevuto la solidarietà di colleghi polacchi e internazionali, ha fatto sapere che se non riceverà le scuse del Ministro lo denuncerà per diffamazione.

“Vogliono attaccarmi per la propaganda nazista quando la vera propaganda è quella di Hitler, Stalin, Putin. Stanno insultando la memoria di mio padre, morto sessanta anni fa; mi stanno bombardando con la diffamazione e l’unico strumento che posso utilizzare è l’azione legale”, ha detto ai nostri microfoni la Holland. “Il Ministro - io lo chiamo il Ministro dell’ingiustizia, non della giustizia - ha detto che posso anche rivolgermi ad un tribunale, perché lui continuerà a dire quello che vuole. Questo sarebbe il Ministro della Giustizia?”

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