Le condanne capitali eseguite hanno raggiunto la cifra più alta degli ultimi cinque anni. E nei primi otto mesi del 2023 sono state giustiziate 538 persone. Nel mondo sono 55 i Paesi che praticano ancora la pena di morte anche solo per reati comuni. Nell'ultimo anno quattro Stati l'hanno abolita per tutti i reati: Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana e Sierra Leone. Due Paesi africani non la prevedono più per i reati comuni: Guinea Equatoriale e Zimbabwe
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Secondo Amnesty International le esecuzioni nel 2022 hanno raggiunto la cifra più alta degli ultimi cinque anni. Sono state 883 in 20 Stati, senza contare le migliaia di esecuzioni presumibilmente eseguite in Cina. Nel mondo sono 55 i Paesi che praticano la pena di morte anche solo per reati comuni: tra questi Stati Uniti, India, Cina ed Egitto. Nell'ultimo anno quattro Stati l'hanno abolita per tutti i reati: Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana e Sierra Leone. Due Paesi africani non la prevedono più per i reati comuni: Guinea Equatoriale e Zimbabwe. In Italia la pena di morte fu abolita per la prima volta in Toscana nel 1786. Reintrodotta dal regime fascista col codice Rocco, è stata nuovamente abrogata nel 1948 con la Costituzione, che la vieta nell'articolo 27. Nel 2022 contro la pena capitale è nata una Coalizione mondiale formata da Ong, associazioni di avvocati e sindacati.
I dati di Amnesty
Secondo la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, ogni individuo ha diritto alla vita e a non essere torturato o condannato a pene crudeli. Da allora 144 Paesi hanno abolito la pena di morte, fino al 1977 erano solo 16. È ancora in vigore invece in 55 Paesi. Nei primi otto mesi del 2023 sono state giustiziate 538 persone, secondo Amnesty International. Nel continente europeo la Bielorussia è l’unico Paese che ancora applica la pena si morte, mentre la Russia nel 1997 ha firmato la Convenzione europea ma non l’ha mai ratificata. Gli Usa sono l’unico Paese occidentale che applica la pena di morte (in 13 Stati). Nel mondo, a fine 2022, almeno 28.282 persone erano detenute nei bracci della morte. Le quasi 900 esecuzioni certificate sono avvenute quasi tutte in tre Paesi: Arabia Saudita (196), Iran (576) ed Egitto (24). Rispetto al 2021 il rialzo è stato del 53%. L’aumento è dovuto al numero delle persone giustiziate per reati di droga. A queste cifre mancano i dati di Cina, Vietnam e Corea del Nord, che non sono resi pubblici. Secondo Amnesty in questi tre Paesi ci sarebbe almeno un migliaio di esecuzioni all’anno.
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I reati e i metodi usati
I reati più puniti sono omicidio volontario e aggravato, spionaggio, alto tradimento, terrorismo e traffico di droga. In 13 Paesi islamici è punito con la morte anche chi rinnega la fede. Gli omosessuali in Iran, Yemen, Arabia Saudita, Nigeria, Sudan, Somalia, Uganda. Lapidazione per le donne adultere negli Emirati Arabi, Arabia Saudita, Pakistan, Afganistan, Yemen, Iran. Brunei, Nigeria e Sudan. La violenza sessuale è punita con la morte in Arabia Saudita, Bangladesh, Egitto, Iran, Pakistan e India. La corruzione è punita con la vita in Vietnam e Cina. Di tutti i Paesi che praticano la pena di morte solo l’Arabia Saudita usa il metodo della decapitazione. L’impiccagione è utilizzata da Bangladesh, Egitto, Giappone, Iran, Iraq, Myanmar, Singapore, Siria e Sudan del Sud. Negli Stati Uniti e in Vietnam si usa l’iniezione letale. Negli altri Paesi la fucilazione. In Cina è praticata sia l’iniezione letale sia la fucilazione.
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I progressi
Nel 2022 Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Sierra Leone e Repubblica Centrafricana hanno abolito la pena di morte per tutti i reati, Guinea Equatoriale e Zambia l’hanno abolita per reati ordinari ma non per quelli militari. In Indonesia il nuovo Codice penale, che entrerà in vigore nel 2026, consente la commutazione delle condanne a morte in ergastolo a determinate condizioni. Alcuni mesi fa all’Assemblea generale delle Nazioni Unite ben 125 Paesi si sono espressi a favore di una moratoria universale contro le esecuzioni, in vista della completa abolizione della pena di morte. Oggi la Farnesina ha ribadito la “ferma opposizione dell’Italia alla pena capitale. Il nostro Paese è da sempre in prima linea nella campagna internazionale per la moratoria universale delle esecuzioni, che consideriamo il primo passo in vista dell'abolizione a livello globale della pena di morte”.