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Fukushima, al via la seconda fase del rilascio delle acque trattate

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©Ansa

Si punta a scaricarne circa 460 tonnellate al giorno a circa un chilometro dalla costa, attraverso un tunnel sottomarino. Ma, dalla Cina alla Russia, non mancano le proteste nei confronti della scelta di Tokyo

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Inizia oggi al largo delle coste di Fukushima la seconda fase del rilascio delle acque trattate dalla centrale nucleare in fase di smantellamento, nonostante le proteste allargate della Cina e dei Paesi vicini. La Tokyo Electric Power (Tepco) - che gestisce l'impianto, punta a scaricare circa 460 tonnellate di acqua trattata al giorno a circa un chilometro dalla costa attraverso un tunnel sottomarino.

Oltre 30mila tonnellate rilasciate entro marzo

Il progetto avviato dal governo lo scorso 24 agosto - composto da quattro fasi - punta a rilasciare un totale di circa 31.200 tonnellate del liquido entro la fine di marzo. Nel corso dei prossimi tre decenni Tepco mira a smaltire 1,34 milioni di tonnellate di acqua contenuta in oltre mille cisterne posizionate attorno alla centrale, o circa il 98% della loro capacità di stoccaggio. Il gestore ha dichiarato mercoledì che il livello di concentrazione del trizio nell'acqua trattata, diluita con acqua di mare, era di 87 becquerel per litro, molto al di sotto di 1.500 becquerel, che rappresenta un quarantesimo della concentrazione consentita secondo gli standard di sicurezza giapponesi.

Non rilevate concentrazioni anomale

Secondo il monitoraggio delle autorità nipponiche, della stessa Tepco, e dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, dal primo turno di scarico avvenuto dal 24 agosto all'11 settembre, non sono state rilevate concentrazioni anomale di trizio e altre sostanze radioattive nelle acque circostanti o nei campioni di pesce raccolti attorno all'impianto nucleare.

Critiche da Cina e Russia

Tuttavia, alcuni Paesi come la Cina e la Russia - così come le associazione dei pescatori locali, hanno criticato la decisione di Tokyo, sollecitando ripetutamente il governo a interrompere il piano. Pechino ha imposto un divieto totale sulle importazioni di prodotti ittici giapponesi innescando una crisi del settore e costringendo il governo di Tokyo ad aumentare i sussidi all'industria locale. Nella giornata di mercoledì la Russia ha accusato il Giappone di non poter garantire l'assenza di una minaccia anche a lungo termine e di non aver fornito informazioni complete sulle operazioni di scarico nonostante le ripetute richieste provenienti sia da Mosca che da Pechino.

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