Vaticano, Papa Francesco apre il Sinodo dei Vescovi: “Chiesa ha bisogno di purificazione”

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Nell’omelia della messa officiata stamattina, il Santo Padre si è rivolto a tutti i vescovi e ai cardinali presenti: “Il Sinodo non è un raduno politico e non è un Parlamento. In questo complesso periodo di sfide la Chiesa deve essere ospitale e non avere le porte chiuse, come una dogana che si arma contro il mondo e guarda all’indietro”. Presenti alla Messa oltre 25 mila persone

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Si è aperto questa mattina il Sinodo dei Vescovi in Vaticano, con una messa d’apertura officiata da Papa Francesco a cui hanno partecipato anche i nuovi cardinali, creati nel Concistoro di sabato scorso, e oltre 25 mila persone, secondo i dati della Sala stampa della Santa Sede. Presenti alla messa i 464 partecipanti al Sinodo, di cui 365 membri e 54 donne per la prima volta con diritto di voto. Presenti anche i 20 delegati delle Chiese orientali e i due vescovi cinesi di nomina papale. "Cari fratelli cardinali, confratelli vescovi, sorelle e fratelli, siamo all'apertura dell'Assemblea sinodale. E non ci serve uno sguardo immanente, fatto di strategie umane, calcoli politici o battaglie ideologiche. Non siamo qui per portare avanti una riunione parlamentare o un piano di riforme. Il Sinodo non è un raduno politico, non è un parlamento, ma una convocazione nello Spirito. Siamo qui per camminare insieme con lo sguardo di Gesù, che benedice il Padre e accoglie quanti sono affaticati e oppressi”, ha dichiarato il Santo Padre nell’omelia della messa. Presente anche un riferimento a San Francesco, celebrato proprio il 4 ottobre. “Com'è difficile questa spoliazione, interiore ed anche esteriore, di tutti, soprattutto dell'istituzione. Il Sinodo serve a ricordarci questo: la nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere riparata”, ha dichiarato il Pontefice. Oggi è anche stata pubblicata l'esortazione apostolica "Laudate Deum", seconda parte dell'enciclica “Laudato si’", in cui il Pontefice integra i suoi moniti sul degrado del pianeta, sul riscaldamento globale e sulle sue gravi conseguenze.

La Chiesa luogo ospitale

Papa Francesco ha poi continuato nella sua omelia sostenendo come “lo sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale. Non con le porte chiuse”. Per questo, sottolinea il Santo Padre, “in un tempo complesso come il nostro, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura”. “Nel dialogo sinodale, in questa bella ‘marcia nello Spirito Santo’ che compiamo insieme come Popolo di Dio – ha proseguito -, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo; per diventare, usando una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che ‘si fa colloquio’”. Per questo, secondo il Pontefice, la “Chiesa deve essere ‘dal giogo dolce’, che non impone pesi e che a tutti ripete: ‘Venite, affaticati e oppressi, venite, voi che avete smarrito la via o vi sentite lontani, venite, voi che avete chiuso le porte alla speranza: la Chiesa è qui per voi! La Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti’”.

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La Chiesa non si chiuda

Per il Papa, l’ospitalità della Chiesa significa anche che non si deve chiudere. “Dinanzi alle difficoltà e alle sfide che ci attendono, lo sguardo benedicente e accogliente di Gesù ci impedisce di cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida, una dogana, che si arma contro il mondo e guarda all'indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa”. Francesco ha ripetuto anche un concetto già formulato in passato, durante le congregazioni generale pre-Conclave. "Tante volte Dio bussa alla porta, ma da dentro la Chiesa, perché lo lasciamo uscire e proclamare il Vangelo".

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