La ragazza è stata spinta dagli agenti dopo essere salita sul treno della metropolitana e ha poi battuto la testa contro un palo di ferro
Intubata, una ferita alla testa coperta da un grosso cerotto, gli occhi chiusi, la flebo sul braccio sinistro abbandonato. È la foto di Armita Geravand, 16 anni, in coma dopo il pestaggio da parte della polizia morale nella metropolitana di Teheran perché non indossava il velo islamico. L'istantanea, scattata nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Fajr della capitale iraniana, è stata diffusa dal gruppo curdo per i diritti umani Hengaw Organization for Human Rights ed è rimbalzata su siti e social con la velocità della rete: una possibile miccia per una nuova ondata di proteste come quelle che hanno scosso l'Iran dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata perché non indossava l'hijab secondo gli standard degli ayatollah e "misteriosamente" deceduta dopo tre giorni di coma.
La denuncia degli attivisti
La denuncia arriva dagli attivisti dell'ong Hengaw e radio Zamaneh, l'emittente con base ad Amsterdam. La ragazza è stata spinta dagli agenti della polizia morale dopo essere salita sul treno della metropolitana senza velo e ha poi battuto la testa contro un palo di ferro. Le immagini delle telecamere della metropolitana di Teheran che risalgono al primo di questo mese diffuse dall'agenzia Irna mostrano la giovane, originaria della provincia a maggioranza curda di Kermnshah, ma residente a Teheran, priva di conoscenza che viene trascinata fuori da un vagone della metro alla stazione di Shohada.
I telefoni dei familiari confiscati
Gli attivisti dell'ong per la difesa dei curdi sostengono che la polizia ha picchiato "gravemente" la ragazza, perché non aveva il velo. È stata diffusa una sua foto in cui sembra in coma, ricoverata all'ospedale Fajr di Teheran sotto stretta sorveglianza. I telefoni dei suoi familiari sono stati confiscati. Lunedì un giornalista del giornale Sharg è stato fermato brevemente in ospedale, dove si era recato per raccogliere informazioni su Armita.
Le proteste in ricordo di Masha Amini
L’episodio si è verificato a pochi giorni dalle proteste in piazza contro il regime degli ayatollah organizzate alla vigilia del primo anniversario della morte di Mahsa Amini, la giovane di origine curda morta il 16 settembre 2022 dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale di Teheran perché non portava correttamente l'hijab.