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Iran, le proteste per Mahsa Amini investono tutto il Paese: la mappa
Molti civili iraniani - donne, studenti davanti a tutti - continuano a protestare per l'uccisione della 22enne curda dello scorso settembre. Tra chi si taglia i capelli, chi sventola l'hijab e chi brucia le statue di leader religiosi, tutto il Paese è coinvolto. La Repubblica ha selezionato e verificato la veridicità di alcuni filmati provenienti dai social media: ecco le città dove la gente è scesa in piazza
Alla fine dello scorso mese si diffonde la notizia della morta di Mahsa Amini, 22enne curda morta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale di Teheran per non aver indossato correttamente il velo imposto a tutte le donne dalla Repubblica Islamica d’Iran. Il Paese si ribella: i movimenti di protesta lo investono da Nord a Sud, da Est a Ovest. La repressione delle autorità è durissima: almeno 154 persone – di cui 9 minori – sarebbero rimaste uccisi negli scontri con le forze dell’ordine, fa sapere l’Ong Iran Human Rights
La Repubblica ha tracciato la geografia delle proteste con il progetto “Nel nome di Mahsa”, di Laura Lucchini e Gabriella Colarusso e a cura di Paola Cipriani e Valeria D’Angelo. Per farlo ha analizzato i video delle manifestazioni pubblicati su Internet, lavorando con diverse fonti per contestualizzarli e localizzarli all’interno dell’Iran. Una delle prime proteste simbolo raccolta dal giornale è avvenuta a Kerman, centro del Paese. Una ragazza si è tagliata una ciocca di capelli tra gli applausi della folla. Il gesto verrà ripetuto più volte, in tutto il mondo
Da subito la capitale Teheran è il centro di proteste. Uno dei video selezionati da Repubblica mostra una donna, senza velo, davanti ai cannoni ad acqua usati dalla polizia per neutralizzare le proteste. Era il 19 settembre. Due giorni dopo, sempre a Teheran, un altro filmato riprende alcuni uomini delle forze dell’ordine sparare sui presenti in strada, disarmati. È del 24 settembre un video che filma alcuni civili davanti alla prigione di Evin. Qui il regime incarcera prigionieri politici. Qui finirà anche Alessia Piperno, 30enne romana arrestata a Teheran