La causa all'elusivo artista britannico è stata intentata da Andrew Gallagher, un 56enne attivo nel mercato dei graffiti, che lo ha citato presso l'Alta corte di Londra facendo il nome di un uomo, Robin Gunningham, nel 2008 identificato in un presunto scoop del Mail come il famoso writer
L'artista britannico Banksy, la cui vera identità, mai confermata, è stata a lungo oggetto di speculazioni e congetture, potrebbe essere costretto a rivelare le sue generalità a seguito di una citazione in tribunale presso l'Alta Corte di Londra emessa in relazione a una causa per diffamazione intentata contro di lui. La notizia è riportata dal Mail Online, che ha pubblicato alcune presunte rivelazioni nel tentativo di rilanciare un suo pseudo scoop del 2008, in cui affermava di aver svelato il mistero individuando il nome del celebre writer: Robin Gunningham, originario di Bristol ed educato nella scuola pubblica inglese. Nei documenti legali sarebbe finita anche Pest Control, l'ente ufficiale che certifica le opere di Banksy apparse sui muri delle città di tutto il mondo.
Si attende che la convocazione diventi esecutiva
Al centro di questo dubbio tentativo di svelare l'identità dell'artista c'è Andrew Gallagher, un imprenditore 56enne attivo negli anni Novanta nel mondo dei rave e poi dedicatosi al mercato dei graffiti, che ha citato in tribunale Gunningham prendendo per buona l'identificazione di Banksy fatta dal Mail. In merito alla causa non vengono aggiunti dettagli, in quanto, stando al legale di Gallagher, si tratta di informazioni confidenziali. Tutto in attesa di vedere se questa convocazione diventerà esecutiva e se il convocato - ammesso che compaia - dovesse rivelarsi essere il vero Banksy. Solo in fondo all'articolo del Mail si legge anche di un precedente tentativo di azione legale analoga finita in un flop, con i giudici che l'hanno respinta dando ragione al writer. Mentre lo stesso tabloid ammette che l'identità di Banksy resta un mistero nonostante i tentativi falliti compiuti in passato dai suoi reporter.