Era il 28 agosto del 1963 quando l'attivista e pastore protestante statunitense saliva sulle scale del Lincoln Memorial a Washington per pronunciare lo storico discorso. Oggi Joe Biden e Kamala Harris riceveranno alla Casa Bianca gli organizzatori di quel raduno del 1963, oltre a tutti i figli di Luther King
Era il 28 agosto del 1963 quando l'attivista, politico e pastore protestante statunitense, Martin Luther King (all'anagrafe Michael King Jr.), saliva sulle scale del Lincoln Memorial a Washington per pronunciare il discorso 'I Have a Dream' nel quale il reverendo 34enne auspicava di vedere realizzato il sogno di una nazione libera da ingiustizie ed oppressioni e soprattutto dal razzismo. Prima, una folla di circa 250 mila persone aveva marciato verso la capitale in quella che è considerata la più grande protesta per diritti nella storia degli Stati Uniti. Nel 1965, il Congresso approvò il 'Voting Rights Act', la legge che proibiva la discriminazione razziale nel voto.
Negli Usa un sogno ancora incompiuto
Sessant'anni dopo, per commemorare l'anniversario della marcia su Washington e dello storico discorso, il presidente americano Joe Biden e la sua vice Kamala Harris riceveranno nello Studio Ovale alla Casa Bianca gli organizzatori di quel raduno del 1963 nonché tutti i figli di Martin Luther King, assassinato a Memphis cinque anni dopo, proprio come fece quel giorno l'allora presidente John F. Kennedy incontrando il reverendo. Eppure, al di là delle celebrazioni, gli Stati Uniti si ritrovano ancora a fare conti con razzismo e discriminazioni e il sogno dell'attivista è ancora incompiuto. Proprio mentre il 26 agosto migliaia di persone marciavano nella capitale per ricordare la protesta, a Jacksonville, in Florida, si compiva l'ennesima strage. Un massacro ancora una volta motivato dall'odio razziale.