Trump chiede di cambiare giudice e città processo: “Incriminato perché hanno paura di noi”

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L’ex presidente Usa ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi avvocati di chiedere alla giudice Tanya Chutkan di ritirarsi dal procedimento a suo carico per l'assalto a Capitol Hill e di fare in modo che venga spostato da Washington a un'altra città. “È impossibile per me avere un processo equo con il giudice che mi è stato 'assegnato' e in quella sede", ha detto. Intanto, i sondaggi in casa repubblicana sono dalla sua parte

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Donald Trump ha chiesto che siano cambiate la giudice e la città del processo a suo carico per l'assalto a Capitol Hill. L’ex presidente Usa ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi avvocati di chiedere alla giudice Tanya Chutkan di ritirarsi dal procedimento e di fare in modo che venga spostato da Washington a un'altra città. “È impossibile per me avere un processo equo con il giudice che mi è stato 'assegnato' e in quella sede", ha scritto Trump in un post sul suo social media Truth. Durante un discorso in South Carolina, poi, il tycoon ha attaccato: “Sono stato incriminato perché hanno paura di noi”.

Trump chiede di cambiare giudice e città processo Capitol Hill

La giudice che presiede il processo a Trump per l'assalto al Congresso e i tentativi di ribaltare i risultati delle elezioni 2020, e che il tycoon vuole sia sostituita, è Tanya Chutkan: nominata dall'allora presidente Barack Obama nel 2014, è stata scelta attraverso un'estrazione ma è anche un'esperta di processi per l'attacco al Congresso e colei che ha comminato le pene più severe. Nelle scorse ore ha già respinto la richiesta dei legali dell’ex presidente di posticipare la data entro la quale dovranno rispondere al procuratore speciale Jack Smith in merito alle restrizioni da imporre sul procedimento. La giudice ha ribadito agli avvocati che hanno tempo fino alle 17 di lunedì per esprimersi sulla mozione che chiede di limitare le informazioni disponibili per l’ex presidente. Tra le restrizioni chieste da Smith c'è quella di impedire agli avvocati di Trump di fornire loro copie dei documenti più "sensibili", come le informazioni sui testimoni o le trascrizioni degli interrogatori, per evitare che vengano sfruttate per intimidirli o influenzarli. Intanto, è emerso che anche l'ex vicepresidente Mike Pence potrebbe testimoniare contro Trump. A una domanda della Cbs, il candidato repubblicano ha risposto che "non ne ha intenzione ma non lo esclude".

MONTGOMERY, ALABAMA - AUGUST 4: Former President Donald Trump speaks to members of the Alabama GOP during their summer meeting on August 4, 2023 in Montgomery, Alabama. (Photo by Julie Bennett/Getty Images)

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Trump: “Sono stato incriminato perché hanno paura di noi”

Tornando a Trump, il tycoon ha parlato durante un evento in South Carolina: si tratta del suo primo grande comizio politico dopo essersi dichiarato non colpevole di cospirazione. “Sono stato incriminato perché hanno paura di noi, perché abbiamo un movimento che non si è mai visto nella storia del nostro Paese – ha detto l’ex presidente –. Mi vogliono zittire perché non permetterò mai che siano loro a zittire voi. E alla fine non cercano me, cercano voi. Io sto solo ostacolando la loro strada e non smetterò mai di farlo. Voi sarete protetti. Se mi farete tornare alla Casa Bianca il loro regno finirà e l’America sarà di nuovo una nazione libera. Adesso non siamo una nazione libera”. Solo poche ore prima Trump era stato raggiunto da nuove accuse nell'ambito dell'indagine sulle carte segrete di Mar-a-Lago: ancora una volta, l'ex presidente si è dichiarato non colpevole.

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I sondaggi

Intanto, in vista della corsa alla Casa Bianca i sondaggi danno all'ex presidente un vantaggio nettissimo in casa repubblicana. Secondo un sondaggio pubblicato dal New York Times, il 54% degli elettori del partito repubblicano vuole votare Trump alle primarie. DeSantis è fermo al 17%. Gli altri – da Mike Pence a Nikki Haley – sono tutti inchiodati al 3%. Gli ultimi sondaggi, poi, danno l'attuale presidente Joe Biden e Trump appaiati al 43% delle preferenze in un sempre meno ipotetico scontro alle elezioni del 2024. Secondo il Washington Post, anche l'ex presidente Obama avrebbe espresso preoccupazione per i punti di forza di Trump, tra cui la sua base elettorale polarizzata e l’appoggio dei media conservatori.

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