Colpo di Stato in Niger, scade ultimatum per golpisti. Crosetto: “Rientrati 65 militari”

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Dopo il golpe la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale ha confermato la sua disponibilità a intervenire militarmente. In risposta i ribelli hanno chiesto aiuto al gruppo russo Wagner per contrastare ogni possibile intervento dell'Ecowas. In serata, il Paese ha chiuso il proprio spazio aereo. La Francia sospende gli aiuti al Burkina Faso

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Scade oggi il termine fissato per i golpisti in Niger dalla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, che ieri ha confermato la sua disponibilità a intervenire militarmente nel Paese per ripristinare lo status quo. Questa notte "sono rientrati dal Niger 65 militari italiani", ha fatto sapere il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

Nel pomeriggio di oggi migliaia di sostenitori dei militari che hanno preso il potere si sono radunati in uno stadio della capitale Niamey a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum dell'Ecowas, la Comunità degli Stati dell'Africa occidentale, che chiede di reinsediare il deposto presidente Mohamed Bazoum per evitare un possibile "uso della forza". In serata, il Paese ha chiuso il proprio spazio aereo "di fronte alla minaccia di intervento che si fa sempre più chiara", hanno detto i leader del golpe, i quali hanno precisato che "qualsiasi tentativo di violazione dello spazio aereo" porterà a "una risposta vigorosa e istantanea". Intanto, la Francia ha deciso di sospendere "fino a nuovo avviso tutte le sue azioni di aiuto allo sviluppo e di sostegno al bilancio" in Burkina Faso, ha detto il ministero degli Esteri francese. L'annuncio giunge mentre il Burkina Faso e il Mali appoggiano i militari che hanno preso il potere in Niger. 

La situazione nella Capitale

A Niamey prevale una calma apparente ma intanto cresce anche la pressione internazionale: ieri il ministero degli Esteri francese ha sottolineato il suo forte sostegno agli sforzi dell'organizzazione per riportare al potere il presidente Mohamed Bazoum. Da parte sua, il consiglio militare golpista del Niger ha chiesto aiuto al gruppo russo Wagner per contrastare ogni possibile intervento militare dell'Ecowas e, secondo le fonti, il gruppo di mercenari sta prendendo in considerazione la richiesta di intervento. A poche ore dalla scadenza dell'ultimatum per il ripristino dell'ordine costituzionale e il rilascio del presidente democraticamente eletto Mohamed Bazoum, squadre di vigilantes si sono appostate in nottata - in vista di un possibile intervento militare da parte dei paesi vicini - in diversi punti della capitale Niamey, istituendo posti di blocco e fermando ed ispezionando i veicoli. A riferirne è la Dpa, spiegando che i giovani entrati a far parte delle squadre di vigilantes fanno parte dei comitati di sostegno che avevano organizzato le dimostrazioni a favore dei militari golpisti guidati dall'ex capo delle guardie del presidente rimosso il 26 luglio, generale Abdourahamane Tchiani.

Migliaia di sostenitori dei militari che hanno organizzato il colpo di stato si sono riuniti in uno stadio di Niamey. Una delegazione di membri del Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria (CNSP, che ha preso il potere) è arrivata allo stadio da 30.000 posti tra gli applausi dei sostenitori.

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Il rientro dei militari italiani

“È atterrato nella notte presso l'aeroporto militare di Pratica di Mare - si legge in una nota - il KC767 dell'Aeronautica Militare con a bordo 65 militari italiani e 10 statunitensi. Il volo militare, decollato da Niamey (NIGER) alle ore 19:30 locali circa è atterrato in Italia alle 23:50 dopo circa 5 ore di volo. Il personale italiano evacuato appartiene al contingente militare attualmente impiegato nella missione di addestramento MISIN in corso nel Paese africano". Con questo volo "la Difesa ha inteso aumentare ulteriormente l'autonomia logistica della base italiana in Niger, ottimizzando anche le sue capacità ricettive, qualora si renda necessario accogliere i connazionali civili e, in caso di urgenza, evacuarli. Le operazioni di imbarco e decollo del personale si sono svolte regolarmente e senza criticità alcuna. Ad oggi - conclude la nota – rimangono a Niamey circa 250 militari italiani. Per la prossima settimana sono stati pianificati ulteriori voli".

Lo scenario

Secondo il sito Nigeria Newspapers Online, sono soprattutto gli Stati del Nord a frenare il presidente nigeriano Bola Tinubu neI perseguire la via di un intervento militare contro i golpisti nel confinante Niger. La testata si riferisce alla riunione a porte chiuse tenuta ieri dai senatori della Nigeria, Stato federale peso massimo dell'Ecowas con 215 milioni di abitanti, un esercito da 135 mila uomini (secondo il Global Fire Power index) e un confine di 1.500 chilometri con il Niger. Nel titolare "I senatori, in una seduta burrascosa, respingono l'invasione militare del Niger", il sito scrive che "molti senatori del Nord non erano a favore della richiesta, poiché sostenevano che ciò avrebbe compromesso la pace nella loro regione. Una fonte che era al corrente delle discussioni tra i senatori, che si sono incontrati a porte chiuse, ha detto che i legislatori di sette Stati del Nord, che condividono il confine con la Repubblica del Niger, ovvero Sokoto, Kebbi, Katsina, Zamfara, Jigawa, Yobe e Borno, hanno respinto con veemenza la mossa". Il sito Legit sostiene che "almeno il 90% del Senato nigeriano ha respinto la richiesta" di Tinubu "di invadere la Repubblica del Niger". La circostanza è rilevante in quanto la Costituzione della Nigeria impone che le forze di sicurezza non possano combattere all'estero senza la preventiva approvazione del Senato, tranne in casi di "rischio o pericolo imminente" per la sicurezza nazionale.

 

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