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Pakistan, bomba a un raduno politico: almeno 75 morti e 200 feriti

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L'esplosione è avvenuta all'interno del convegno dei lavoratori indetto dal Jamait Ulema-e-Islam Fazal, il più grande partito politico-religioso del Paese

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E' salito ad almeno 75 morti il bilancio provvisorio dell'attentato kamikaze durante un raduno del partito islamico Jamait Ulema-e-Islam Fazal (Jui-F), a Bajaur, nel nord-ovest tribale del Pakistan, il cui bilancio di feriti è di oltre 150. Lo ha reso noto la polizia che ha stimato che al comizio, tenuto all'interno di un tendone, fossero presenti circa 400 persone. 

L'esplosione

L'esplosione è avvenuta all'interno del convegno dei lavoratori Jamait Ulema-e-Islam Fazal (JUI-F) nel distretto di Bajaur, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa. JUI-F è il più grande partito politico-religioso del Paese. "Si tratta di un sospetto attentato suicida. Tuttavia, siamo in fase di conferma", ha detto Akhtar Hayat Gandapur, ispettore generale della polizia di Khyber Pakhtunkhwa.

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Il ministro: "Si è trattato di un attacco suicida"

La gravità delle condizioni di molti dei feriti, fanno sapere le autorità locali, fa temere che il bilancio si aggravi ulteriormente. "Si è trattato di un attentato suicida e il kamikaze si è fatto esplodere vicino al palco" ha detto il ministro della sanità provinciale. "Il tendone è crollato su un lato, intrappolando le persone che tentavano di fuggire", ha testimoniato Abdullah, che si è adoperato per prestare i primi soccorsi ai feriti. Sabeeh, un sostenitore locale 24enne del Jui-F che ha avuto un braccio spezzato dall'esplosione, ha raccontato al telefono all'Afp: "Mi sono ritrovato accanto a qualcuno che aveva perso tutti gli arti. L'aria era piena dell'odore di carne umana bruciata". Il governo talebano a Kabul ha condannato l'attentato: "Le nostre più sentite condoglianze alle famiglie colpite", ha detto Zabihullah Mujahid, portavoce dei Talebani afghani, sottolineando che "tali crimini non sono giustificati in alcun modo". 

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L'ombra dell'Isis in Pakistan

E sebbene non ci sia ancora una rivendicazione, i precedenti convogliano i sospetti suIlo Stato islamico della provincia di Khorasan (Iskp), affiliazione dell'Isis che opera fra l'Afghanistan, dove è in guerra contro il governo dei Talebani, che considera compromessi con l'Occidente e non abbastanza ortodossi, e nel nord-ovest del Pakistan, dove combatte lo stato e il governo e le forze che lo appoggiano. Fra queste, c'è anche il Jui-F, di Fazlur Rehman, che iniziò la carriera come carismatico leader religioso ed è stato accusato dai più integralisti di essersi compromesso con la 'politica' e di aver fatto alleanze pragmatiche con formazioni secolari, sia a destra che a sinistra. Jui-F , popolare fra gli operai e i contadini, vanta una capacità di mobilitazione come pochi altri partiti e gestisce una vasta rete di madrasse nel nord e nell'ovest del Pakistan. L'Isis, o Iskp, in Pakistan cerca anche di fare concorrenza ai talebani pachistani del Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp), che da un ventennio conduce una guerra senza quartiere contro i militari e le forze dell'ordine, soprattutto nelle aree tribali vicine all'Afghanistan, con la copertura di Kabul - secondo Islamabad -, che ha però sempre negato qualsiasi coinvolgimento.

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