Secondo lo studio effettuato da un dottorando tedesco, l’ingegnere Ronald Wagner, il sommergibile sarebbe andato distrutto in un lasso di tempo di pochissimi millisecondi, insufficienti per i passeggeri a bordo anche solo per elaborare un’immagine del disastro o provare dolore. La ricostruzione evidenzia inoltre che la catastrofe avrebbe ridotto lo scafo in fibra di carbonio in pezzi piccolissimi: è perciò impossibile che ci siano resti umani
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Quattordici millisecondi. Questo è il lasso di tempo che ha impiegato il Titan a implodere secondo l’ultima ricostruzione video fatta da un dottorando tedesco, l’ingegnere Ronald Wagner. Grazie al software AutoCAD, programma di disegno tecnico assistito dal computer, l’ingegnere ha evidenziato quanto potrebbe essere successo al sommergibile nelle profondità dell’oceano. Come evidenzia il dottor Wagner sul sito Engineering.com, “i passaggi sono avvenuti in pochi millisecondi. Il cervello ha bisogno di 13 millisecondi per elaborare le informazioni dai tuoi occhi. Ciò significa che hai bisogno di 13 millisecondi per ottenere un’immagine. Per elaborare il dolore servono 100 millisecondi, quindi i passeggeri non dovrebbero aver sentito nulla”.
Cosa è successo
Nella ricostruzione video si vede che quando che lo scafo in fibra di carbonio del Titan mostra i primi segni di danneggiamento e inizia a collassare verso l'interno (0 millisecondi) avviene in modo repentino il crollo della parte centrale del cilindro a metà del suo diametro (2.182 millisecondi). A questo punto il sommergibile è ancora intatto ma passa pochissimo tempo prima che lo scafo si rompa, con la distruzione del cilindro e lo schiacciamento di chiunque fosse seduto al centro della nave (3.274 millisecondi). Come mostra la simulazione la parte centrale del sottomarino crolla, mentre le due estremità in titanio si separano dal centro rimanendo intatte (4.365 millisecondi), confutando in questo modo la teoria per cui l'estrema pressione esterna avrebbe fuso lo scafo in un unico pezzo. Nel report su Engineering.com si legge: “La separazione dello scafo e il flusso d'acqua combinati con frammenti di materiale composito avrebbero un orribile effetto polverizzante su qualsiasi tessuto animale, persino sulle ossa. Nessuno potrebbe essere lasciato intatto".
"Impossibile trovare resti umani"
L’intero scafo del sommergibile viene cancellato dopo appena 7,638 millisecondi: per questo si legge sempre sul sito che “se c’era qualche speranza di trovare resti umani preservati dall'integrità dei cappucci terminali, questa simulazione dimostra il contrario". La totale distruzione avviene in appena 13,495 millisecondi, un lasso di tempo nel quale il cervello umano avrebbe potuto appena iniziare a elaborare le informazioni visive. Lo scafo in fibra di carbonio viene così completamente frantumato in dozzine e dozzine di detriti di dimensioni variabili, che restano vicini per la pressione. Una spiegazione che aiuterebbe a capire perché non siano stati trovati finora dei resti: è perciò probabile la sua polverizzazione, una sorte decisamente differente rispetto ad altri detriti più grandi.