Elezioni Spagna, i candidati e cosa dicono gli ultimi sondaggi prima del voto

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Il 17 luglio è stato l’ultimo giorno utile per pubblicare i sondaggi sulla tornata elettorale generale di domenica 23. Molte rilevazioni vedono in testa il blocco di destra formato da Pp e Vox, dato vicinissimo alla maggioranza assoluta. Ma un altro sondaggio dà avanti il Psoe di Sanchez. Ecco la situazione

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Domenica 23 luglio la Spagna va al voto per le elezioni generali. Si tratta di una tornata elettorale che rinnoverà le Corti Generali (nello specifico tutti i seggi del Congresso dei deputati e 208 seggi del Senato). Le elezioni sono state indette anticipatamente rispetto alla scadenza naturale della legislatura dopo che il voto delle elezioni regionali ha portato il governo a uno scioglimento anticipato. Il 17 luglio è stata l’ultima data utile per la diffusione dei sondaggi. Ecco cosa dicono e cosa potrebbe succedere alle urne.

I sondaggi favorevoli al blocco Pp-Vox

Secondo il sondaggio di 40Db, pubblicato da El Pais e Cadena Ser il 17 luglio, il blocco delle destre formato da Pp e Vox avrebbe 173 seggi, solo tre in meno della maggioranza assoluta. Il Psoe sarebbe in leggero recupero, con 110 seggi, tuttavia il gap con il Partido popular resta di 4,2 punti percentuali. Infine, testa a testa tra Vox e Sumar per il terzo posto. Nelle rilevazioni del giorno prima, 16 luglio, sempre di 40Db e pubblicato da El Pais e Cadena Ser, il Partido popular, avrebbe il 32,6% dei voti, pari a 136 seggi, il massimo rilevato dall'inizio della campagna elettorale, con un vantaggio di circa 4,5 punti percentuali sul Psoe, fermo a 28,1%. Insieme con Vox, che avrebbe il 14,2%, pari a 38 seggi, il blocco delle destre raggiungerebbe quota 174 seggi, appena due in meno la maggioranza assoluta, cioè la garanzia quasi totale di poter formare un governo. Il Psoe, invece, dal giorno del duello tv perso da Sanchez, è dato in calo. Più o meno avrebbe 107 seggi. Infine Sumar, la formazione di Yolanda Díaz, ha ottenuto in questo sondaggio il miglior risultato dall'inizio della campagna elettorale, attestandosi sul 13,9%, 38 seggi, gli stessi dell'estrema destra, e anche la stessa cifra di quelli ottenuti qualche anno fa da Unidas Podemos e Más País.

Il sondaggio che dà avanti il Psoe

Un sondaggio flash pubblicato sempre il 17 luglio, a sei giorni dalle elezioni generali, dal Centro per le ricerche sociologiche (Cis), ente pubblico spesso accusato dalla destra di essere filo-governativo, ha dato un esito opposto. Il Partito Socialista sarebbe primo con il 32,2% dei voti e il Partito Popolare al secondo posto con il 30,8%, mentre la sinistra alternativa di Sumar arriverebbe terza con il 14,9% e gli ultraconservatori di Vox quarti, con l’11,8%. Sommando le forze, l'asse di centrosinistra sarebbe al 47,1%, quindi 4,5 punti sopra il blocco conservatore Pp-Vox. Tale rilevamento, basato su 8.798 interviste, si discosta quindi dalla maggior parte dei più recenti sondaggi pubblicati dai media, concordi nel dare la destra in vantaggio rispetto ai partiti che hanno sostenuto la coalizione di governo uscente.

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I candidati e la situazione dei blocchi

La Spagna che va al voto domenica è un Paese spaccato a metà: il blocco delle destre formato dal Partido popular e da Vox punta a trasformare queste elezioni in un referendum contro il “sanchismo”, con l’obiettivo di archiviare il modo di governare di Pedro Sanchez, accusato di essersi alleato con i radicali baschi di Bildu, definiti "il braccio politico della Eta", pur di conservare il potere. Quindi promettono di "riunire il Paese" abrogando le riforme più divisive approvate nell'ultima legislatura: dalla "legge della memoria" contro i crimini franchisti a quella sul cambio di sesso, dalla legge per la casa a quella che permette l'eutanasia. La sinistra, invece, punta a mobilitare la sua base con due messaggi forti e legati fra loro: il primo, bisogna andare avanti, con la Spagna migliore, con il suo buongoverno, continuando la strada delle riforme sociali ed economiche che hanno portato la Spagna a essere il Paese con la crescita del Pil più rilevante d'Europa, con l'inflazione sotto il 2%, attento ai diritti delle donne, della comunità Lgbt+ e in prima linea sul fronte delle rinnovabili, della transizione ecologica. Il secondo messaggio su cui il Psoe e Sumar puntano molto è lanciare l'allarme sul pericolo "fascista", sul rischio che l'estrema destra post franchista di Vox possa tornare al governo per la prima volta nella storia della democrazia spagnola dopo la fine della dittatura. Le prime mosse di alcuni amministratori locali di Vox hanno colpito molto: hanno censurato un film della Disney, un'opera di Virginia Woolf e negato la violenza di genere, derubricandola a "violenza tra familiari". Alcuni di loro non hanno reso omaggio alle vittime di femminicidio.

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Cosa può succedere

"In gioco non c'è un'alternanza al governo, ma la nostra democrazia. Evitiamo che la Spagna entri in un tunnel tenebroso", ripete Sanchez da giorni. Due linee opposte, incompatibili, come è emerso in modo evidente durante il duello tv di lunedì 10 luglio tra Sanchez e Feijòo (leader del Partito Popolare). Per i sondaggi, la destra è in vantaggio, Pp-Vox sembrano destinati ad avere la maggioranza dei seggi a las Cortes. Prima del duello, sembrava che Sanchez fosse lanciato in una clamorosa rimonta, ma il faccia a faccia, vinto dal leader Pp, sembra aver invertito quella tendenza. Tuttavia, avere la maggioranza con Vox non vuol dire che che la premiership di Feijòo sarà scontata. In molte comunità locali l'alleanza delle destre, malgrado polemiche e strappi, sta andando avanti. Non a caso il leader popolare sta parlando poco di Vox e, anzi, sta chiedendo un voto "utile", ribadendo che l'unica garanzia per non avere Abascal (leader di Vox) al governo è votare Pp. È praticamente impossibile che il Pp possa avere la maggioranza assoluta, ma il loro obiettivo è ottenere più seggi di quelli ottenuti dalla sinistra tutta. A quel punto il Pp spera di costringere, sulla carta, Vox a un accordo. Nel partito di Abascal è emersa l'ala dura, intransigente, poco incline alla mediazione, pronta ad alzare la posta nell'eventuale negoziato per il nuovo esecutivo. Sul fronte del programma dice no all'aborto, alle nozze gay. E molte delle sue proposte sono apertamente incostituzionali. Ad esempio, Vox chiede "l'immediato ritorno allo Stato dei poteri in materia di Istruzione, Sanità, Sicurezza e Giustizia" limitando "il più possibile la capacità legislativa delle comunità autonome", mentre l'articolo 2 della Costituzione "riconosce e garantisce il diritto all'autonomia delle nazionalità e delle regioni che compongono la Nazione spagnola". Infine, sull'eventuale squadra di governo, Feijòo ha già puntato paletti molto chiari: "Se andassi al governo nominerei ministri solo persone che abbiano la massima preparazione e zero settarismo. Nessuno di loro sarà contro l'Ue, la Nato e l’Ucraina”.

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