L'Illegal Migration Bill impone una serie di restrizioni al diritto da parte dei cosiddetti "clandestini" di presentare a posteriori domanda d'asilo
Diventa legge nel Regno Unito la contestatissima stretta dell'Illegal Migration Bill, iniziativa promossa dal governo conservatore di Rishi Sunak con l'intenzione dichiarata di contrastare l'immigrazione illegale e scoraggiare in particolare gli sbarchi attraverso la Manica, giunti a livelli record nel 2022, a dispetto delle ripetute promesse Tory di un giro di vite post Brexit sul fronte del controllo dei confini. L'iter del provvedimento si è chiuso di fronte alla Camera dei Lord, ora non resta che il passaggio del Royal Assent, ossia la controfirma del re in veste di capo dello Stato.
L'Illegal migration bill: cosa prevede
L'Illegal Migration Bill impone una serie di restrizioni al diritto da parte dei cosiddetti "clandestini" di presentare a posteriori domanda d'asilo sull'isola; mentre ne facilita l'espulsione o i trasferimenti in Paesi terzi. Inclusi quelli previsti a pagamento dal controverso piano Ruanda: al momento bloccato di fatto da una serie di ricorsi individuali giunti fino alla Corte europea dei diritti umani, ma in base al quale - almeno sulla carta - Londra ha concordato col governo di Kigali la possibilità d'inviare in strutture di raccolta finanziate ad hoc in Africa contingenti di richiedenti asilo in attesa di risposta nel Regno.
L'ira dell'Onu
La stretta resta oggetto di pesanti contestazioni da parte di ong umanitarie e di istituzioni internazionali dell'Onu, oltre che delle opposizioni britanniche in Parlamento nonché di singoli esponenti Tory fra cui l'ex premier Theresa May. Durissimo pure il giudizio confermato dopo l'approvazione finale dall'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa nazionale anglicana e membro della Camera dei Lord.
Le Nazioni Unite hanno dichiarato che l'Illegal migration bill è contrario al diritto internazionale. La legge "contraddice" gli obblighi assunti dal Regno Unito nell'ambito del diritto internazionale dei diritti umani e dei rifugiati, hanno dichiarato in un comunicato l'Alto Commissario per i diritti umani, Volker Turk, e l'Alto Commissario per i rifugiati, Filippo Grandi.